Libera psicosi in libero mercato. Alcuni appunti dopo la strage di Monaco

0. La crisi ha fatto sbarcare in Europa un fenomeno che negli Usa è ormai normalità: la strage di massa generata da psicosi. Un fenomeno che affonda le radici nella natura del sistema. Ecco alcuni appunti.

1. I luoghi comuni sono i burattini dell’ideologia dominante, il quale a sua volta è il riflesso delle necessità e dell’ideologia della classe economicamente dominante. Nel Medio Evo il senso comune attribuiva la Peste agli untori. Una spiegazione perfettamente compatibile con l’oscurantismo religioso e il potere “mistico” della Chiesa. Alla stessa stregua la storia dovrà classificare il comportamento medievale dei media e dei social nello spiegare le ultime stragi di Nizza e Monaco. Indipendentemente da qualsiasi banale verità investigativa, la spiegazione xenofoba e islamofoba rimbalza nelle menti di milioni di persone attraverso articoli di non detti e titoli ad effetto. Questo è in effetti ciò che vuole l’ideologia della classe dominante: guerra tra poveri, diffidenza, paura, senso di assedio, stato di guerra e emergenza, milioni di sfruttati pronti a d essere distratti e arruolati.

2. In questo risiede la razionalità del materialismo, in questo la sua capacità trasformatrice: individuando le origini dei comportamenti umani nei fatti sociali e materiali, si concentra sull’esigenza di cambiare la società per cambiare i comportamenti che ne derivano.

3. Probabilmente Nizza e ancora di più Monaco rientrano in un fenomeno psicotico che trova le proprie radici nel capitalismo stesso, nella sua struttura, nella sua crisi.

4. In una società dominata dalla guerra economica tra classi, gli individui vivono sommersi nella violenza. In tempi “normali” questa violenza costituisce il sottofondo della vita sociale, senza che la società ne sia apparentemente turbata: povertà, licenziamento, fallimento, disoccupazione, rovina, ritmi di lavoro e di vita inaccettabili, sopruso, ingiustizia, emigrazione forzata. Questo enorme fiume di violenza scorre sotterraneo sotto forma di violenza in famiglia, sballo ed evasione al posto di divertimento, trasgressione nella sfera dei comportamenti individuali, alcool, marginalità sociale, femminicidio ecc..

5. L’aumentare della crisi del sistema, la sua natura strutturale e acuta, fa letteralmente esondare la violenza sociale in forme acute e “spettacolari”. Al suo grado massimo questa violenza ci pare pura follia, giunta da chissà quale mente demoniaca. Ci pare talmente assurda da non trovare alcuna spiegazione: è stato un “singolo”, un “folle”, un “caso isolato”. I media alzano il grado di emotività a breve dopo ogni nuovo caso di follia, per nascondere in verità che non si tratta né di casi isolati né di fenomeni che non possano essere spiegati socialmente.

6. Le idee non cadono dal cielo. E nemmeno le psicosi o le nevrosi. Non solo con l’aumentare della crisi, aumenta il grado di violenza, disagio e marginalizzazione interno al sistema, ma saltano anche i circuiti “tradizionali” come famiglia, istituzioni, freni inibitori, autocontrollo che riescono normalmente a contenere tali fenomeni o a ridurli a un fatto “privato”. La società entra così in un loop, un circolo vizioso che è benedetto dalla classe dominante: la violenza diventa spettacolare, lo spettacolo chiama altra violenza per emulazione, l’emotività invoca securitarismo, il securitarsimo vive di una propria emotività. Tutto questo non ci renderà più sicuri, ma ci regalerà solo un mondo dove saremo più sfruttati, massa grezza da sfruttamento alla mercé “solo” del capitale o “anche” della sua follia.

7. Nel 2015 negli Usa ci sono state 294 sparatorie di massa, cioè con il coinvolgimento di più di 4 persone. Dal dicembre 2012 al 2015 (un uomo fa una strage di 20 bambini e 6 adulti in una scuola del Connecticut) ce ne sono state 986, con 1234 feriti e 3565 morti. Stiamo parlando “solo” delle stragi di massa, perché in realtà negli Usa ci sono 20.000 morti ogni anno per armi da fuoco. “Stragi di massa” che spesso si concludono con il suicidio dell’autore stesso. Gli Usa sono l’epicentro di questo fenomeno sia perché sono il paese per eccellenza del libero mercato, sia perché sono il paese per eccellenza dove è libero il mercato delle armi, dove la teoria securitaria della pistola per difendersi dalla pistola ha raggiunto l’apice. Il 42% delle armi in mano ai civili nel mondo sono in mano alla popolazione statunitense, la quale è solo il 4% di quella mondiale. Statisticamente negli Usa, negli Stati dove è più alta è la presenza di armi, è più alta la presenza di suicidi. Ma il passo dal suicidio al suicidio-strage è evidentemente sempre più flebile.

8. Nel mondo capitalista in crisi aumentano poi psicosi e nevrosi. Spesso si mette in evidenza il loro legame con la marginalità prodotta dalla crisi economica: la povertà porta problemi mentali. Ma in verità il legame è direttamente con il cuore del sistema con il suo funzionamento: con la produzione, con le guerre, con il consumismo patologico, con l’individualismo, con la struttura famigliare e gli abusi che può celare. Il consumo di psicofarmaci è fuori controllo. Già tra il 2000 ed il 2008 era cresciuto del 310%. Si stima che il ritmo di crescita si sia mantenuto dal 2009 in poi del 4% annuo, pur in assenza di statistiche complessive.

9. Nel 2020 la depressione sarà il secondo caso di disabilità lavorativa nel mondo. Attualmente colpisce 350 milioni di persone e si stima che possa causare 850.000 morti. Il tasso di suicidi cresce statisticamente dello 0,79% ogni aumento di un punto percentuale della disoccupazione. E’ in crescita in particolare la depressione legata a stress da lavoro: 1 dipendente su 10 ne è colpito, ha perso il lavoro o preso malattia per questo problema. E se una parte della popolazione si ammala perché spremuta fino all’ultimo nervo per estrarre plusvalore, un’altra si ammala per assenza di lavoro o per marginalità economica. I rifugiati sono evidentemente soggetto a forte rischio di sindromi post traumatiche.

10. Siamo di fronte a psicosi che sono profondamente legate alla struttura assunta dalla società nei paesi imperialisti. Paesi che esportano guerra e capitali e importano immigrati, forza lavoro che viene bistrattata, emarginata, ghettizzata. In veri e propri ghetti, se privata di un riferimento di classe a causa della debolezza delle nostre organizzazioni di classe, la forza lavoro migrante spesso finisce per tornare a raggrupparsi e a riconoscersi su basi religiose, di paese di provenienza. Niente da stupirsi che gli attentati fondamentalisti o semplicemente i casi di follia coinvolgano spesso gli immigrati di seconda generazione.

11. E con la guerra si riportano a casa i pazzi di guerra. Negli Usa, il gendarme mondiale che pure non ha mai visto un conflitto sul proprio territorio dopo la guerra di Secessione, il 7% della popolazione mondiale è reduce da una guerra. Il 20% di quelli reduci da Afghanistan e Iraq è afflitta da problemi psichiatrici. Statisticamente ogni giorno 21 reduci da una guerra si tolgono la vita tant’è che nel 2012 si stimava che 19.500 reduci erano morti prima di iniziare a ricevere il sussidio dal Governo.

12. C’è poi la metropoli con la sua struttura attuale, tipico prodotto del capitalismo nella sua fase suprema: l’inurbamento irrazionale di milioni di persone con quartieri poveri e abbandonati. La metropoli capitalista, e ancora di più quella dei paesi imperialisti, è brodo di coltura, teatro perfetto per questo tipo di stragismo.

13. Una parentesi particolare merita l’estrema destra. Ogni qual volta lo stragista è evidentemente riconducibile all’estrema destra, improvvisamente i media abbandonano tutte le piste terroriste e tornano candidamente a parlare di “incidente della follia”. Sono in aumenti in effetti i casi di “lupi solitari”, di elementi dell’estrema destra che pianificano e effettuano stragi senza che questo abbia una correlazione diretta con le decisioni prese dai dirigenti dell’estrema destra, come potevano essere le stragi nel nostro paese durante la strategia della tensione. Il caso più eclatante è quello di Breivik che nel luglio 2011 uccise 77 persone in Norvegia. Nel dicembre 2011 il fascista Casseri uccideva a Firenze 2 ragazzi senegalesi. Pochi ricordano che nell’ottobre 2015 in Svezia un individuo entra in una scuola e ammazza due persone con una spada. Il killer era un simpatizzante nazista. La strage l’ha fatta travestito da Dart Vener di Star Wars. E infine non può essere un caso che la strage di Monaco sia avvenuta a 5 anni da quella fatta da Breivik. Follia, spettacolo, razzismo, estrema destra, disagio psichico, fusi in un cocktail letale. Ma questo non scagiona i fascisti. Perché in una società dominata da irrazionalità e violenza, l’ideologia che è irrazionalità e violenza per eccellenza non può che annoverare tra i propri simpatizzanti questo genere di lupi solitari. Che siano intruppati nello squadrismo o che in assenza di uno squadrismo organizzato, procedano in ordine sparso, questi elementi troveranno sempre nella squadraccia la loro sublimazione.

14. Ironicamente infine l’Isis prova a intestarsi anche questi attentati della follia. Dimostrando in fondo che è labile il confine tra la violenza che erutta per puro disagio psichico o il fondamentalismo religioso che fornisce una base psichica al disagio sociale. Il mondo sembra impazzito, sentiamo ripetere dai colleghi preoccupati, dagli amici, dai parenti. In nessun caso si tratta di follia, se per follia si intende un demone capace di sorgere per motivi oscuri nella mente del singolo. La sopravvivenza del capitalismo nel 2016, con l’attuale livello di forze produttive, è pura irrazionalità. Ed è questa l’unica vera follia in grado di generare tutte le altre. Colpirla alla fonte, con la lotta di classe, rappresenterà per noi l’unica forma di sicurezza.

da marxpedia.org

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