Figline Valdarno – Alcune considerazioni sulla vicenda dello stabilimento Pirelli

Nessuna garanzia occupazionale nè produttiva per i circa 400 lavoratori della Pirelli. “I padroni, infatti, garantiscono solo lo sfruttamento”, dopo aver ricercato i bassi salari e i finanziamenti governativi garantiti nei paesi dell’Est, si preparano a compiere l’ennesima ristrutturazione locale: vendono lo stabilimento di Figline (Fi) al miglior offerente..e i lavoratori?!
pirelli scioperoRiceviamo e pubblichiamo molto volentieri il contributo di un compagno operaio della Pirelli:

“Innanzitutto tutta la nostra solidarietà a Fabio Zerbini …i veri delegati sindacali lottano e spesso subiscono la repressione di stato e  quella su mandato mafioso…

Lo stabilimento della Pirelli di Figline produce dagli anni settanta cordicella metallica per i pneumatici (steelcord) e filo per tubi oleopneumatici. Ad oggi ci lavorano 397 persone di cui 70 impiegati. Nella fattispecie la cordicella è stata il prodotto di punta di questo stabilimento , fornendo il prodotto sopratutto ad altri marchi di pneumatici (Continental, Dunlop , Uniroyal sono per citarne alcuni…) Dall’inizio degli anni novanta la dirigenza della Pirelli dello “steelcord” ha allargato la propria “fetta di mercato”anche in altri paesi europei e  sud -americani.Nascono così in successione stabilimenti  “gemelli” in Russia, Turchia, Brasile ,Romania e un progetto ancora in corso in Cina.

Le maestranze di Figline hanno permesso l’avvio di queste realtà produttive andando in giro per il mondo ;realtà che ,per la Pirelli, sono state occasioni per avere un prodotto con un bassissimo “costo del lavoro” approfittando sia dei bassi salari sia della quasi inesistenti rivendicazioni di livello sindacale (Turchia e Romania su tutti..) e con grossi finanziamenti dei governi di questi paesi. Di fatto con lo sviluppo di questi stabilimenti il ruolo di Figline è con gli anni andato a ridimensionarsi: assunzioni bloccate ormai da alcuni anni , accordi fatti e disfatti in pochi anni, produzioni spostate negli stabilimenti più convenienti o ridimensionate , macchinari smontati e spostati altrove,spese per la manutenzione ridotte al minimo indispensabile…una lenta agonia.

Ma con anche responsabilità da parte sindacale: per troppi anni all’interno della fabbrica c’è stato un tacito accordo tra la maggioranza sindacale (la fim-cisl …una anomalia nel panorama delle fabbriche metalmeccaniche toscane) e la direzione …una sorta di patto di non belligeranza aggravato dall’inerzia della Fiom sempre spesso messa all’angolo e che solo negli ultimi anni è riuscita ad riavere un ruolo più incisivo  (nel bene e nel male) Un timido tentativo di creare un’alternativa sindacale è stato spento quasi sul nascere all’inizio degli anni duemila e la fiom  resta l’unico riferimento per molti operai.

Due anni fa la Pirelli aveva già fatto capire che voleva disfarsi del settore dello steel-cord per poter fare cassa rispetto ai debiti contratti sia nella vicenda Telecom sia per altre operazioni finanziarie andate male: quindi ha deciso che tutto il pacchetto dello steel-cord (tutti gli stabilimenti) và venduto al miglior offerente. Guarda caso l’unica offerta presa in considerazione è quella della multinazionale belga Bekaert leader a livello mondiale sia di cordicella per pneumatici sia di un’infinità di prodotti sempre legati alla produzione di fili di acciaio per uso industriale e diretto concorrente della Pirelli.

Inutile spiegare la inquietudine che c’è tra i lavoratori visto che ancora, dopo l’incontro di martedì a Roma al ministero dello sviluppo economico, non sappiamo se la Pirelli ha già venduto o se ci sono altre fantomatiche cordate di “imprenditori” italiani ( tipo Alitalia…) e sopratutto senza alcune garanzie sia occupazionali e produttive ( i padroni garantiscono solo lo sfruttamento) con i soliti politici e sindacalisti di professione che si stracciano le vesti cercando il buon padrone …noi intanto martedì 21 gennaio saremo davanti ai cancelli della fabbrica con otto ore di sciopero.”

Simone operaio Pirelli di Figline V°

Qui il comunicato del Ministero Sviluppo Economico sulla trattativa avviata con la multinazionale belga Bekaert

Qui lo sciopero di martedì 14

Tratto da clashcityworkers.org

Facebook

YouTube