Corteo studentesco a Firenze, più di 2000 per dire no alla “buona” scuola

Più di 2000 studenti sono scesi in piazza questa mattina per affermare che la riforma della scuola proposta dal governo Renzi non si discosta dalle riforme precedenti come il governo afferma e invece di dare una “svolta” al mondo dell’istruzione lo rende solo ancora più propenso verso le logiche di impresa e di mercato.  Piazza San Marco ha iniziato a riempirsi di gente dalle 9 di stamattina e il numero di studenti è aumentato sempre di più mano a mano che arrivavano gli spezzoni dalle varie scuole di tutta la città e delle zone limitrofe, come il Mugello. In piazza erano inoltre presenti anche i professori che oggi hanno aderito allo sciopero dei Cobas e alcuni studenti universitari.
Il corteo è partito verso le 10, fermandosi poco dopo la partenza davanti al Liceo Galileo, dove un lungo intervento dei ragazzi del collettivo ha raccontato come la repressione attuata dalla preside del Liceo sta limitando la libertà di azione all’interno della scuola; all’intervento dei ragazzi si è aggiunto anche un intervento di un professore del Liceo sceso in piazza per lo sciopero, che ha ribadito che la riforma della #buonascuola porterà sempre più potere alle presidenze che diventeranno una vera e propria dirigenza, trattando la scuola come un’impresa che deve reggere la competenza con le scuole limitrofe.

Gli studenti hanno poi attraversato le vie del centro, passando nelle piazze principali della città, come Piazza San Giovanni e Piazza della Repubblica.
Molti gli interventi durante il corteo, sia degli studenti, rispetto alla riforma, contro i tirocini, rispetto alla situazione nelle scuole, sia di lavoratori della scuola e non solo, scesi in piazza con la volontà di creare una rete di solidarietà tra le diverse lotte.
Arrivato sui lungarni, il corteo ha percorso Ponte Santa Trinita, riuscendo poi a defluire all’interno del Liceo Machiavelli Capponi e occupandolo, per ribadire che non è il modello di scuola che viene posto dall’alto quello a cui gli studenti vogliono partecipare, ma che a questo va sostituita una scuola che rimetta al centro i ragazzi e che dia spazio a forme di autorganizzazione.

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