La famiglia Spagnoli acquista Brek, self service dei Gigli. E licenzia chi lavora

In merito alla vertenza Brek di Campi Bisenzio

Campi Bisenzio (Fi) nel Centro commerciale “I Gigli”, al punto di ristoro self-service Brek lavorano 22 dipendenti per la stragrande maggioranza donne con contratti indeterminati e un’anzianità media di lavoro di 15 anni. A gennaio dello scorso anno Brek, legata alla catena ristorativa Cibis di proprietà del gruppo PAM che è proprietaria dei supermercati Panorama presenti anche ai “Gigli”, viene rilevata dal gruppo Spagnoli, famiglia di imprenditori fiorentini legati soprattutto all’edilizia e a vari appalti cittadini. L’intenzione della famiglia è quella di puntare forte sulla ristorazione interna al centro commerciale, tant’è che i lavoratori del punto Brek di Campi Bisenzio sono gli unici di tutti i punti ristorativi del gruppo a non avere i contratti di solidarietà applicati.

Nemmeno un anno dopo, lo scorso settembre, l’azienda fa trapelare la possibilità di chiudere il punto ristoro dei “Gigli”, inizialmente i tempi di cessazione attività sembravano lunghi tra dicembre e marzo. Improvvisamente però la proprietà riduce le forniture motivando questa decisione ai lavoratori come un riassetto dei costi, arrivando da un giorno all’altro ad avviare la procedura di chiusura e il licenziamento collettivo di tutti i lavoratori del ristorante mentre ai 3 apprendisti non rinnovava il contratto. L’azienda giustifica le ragioni della chiusura a causa delle alte perdite, anche per i lavoratori è vero che c’è stato un calo del lavoro ma non così significativo da spiegare una chiusura improvvisa.

In seguito alla comunicazione dell’azienda di chiudere il locale, lo scorso 26 ottobre, le lavoratrici hanno deciso di entrate in sciopero, oltre alla volontà di difendere il posto di lavoro è subentrato un sentimento di rabbia per essere stati presi in giro. Lo sciopero è proseguito fino al 31 ottobre, giorno in cui il ristorante ha chiuso definitivamente i battenti e le lavoratrici sono state mandate a casa. Senza più un posto di lavoro era impossibile continuare a portare avanti uno sciopero ma essendo forte la volontà di lottare, dal primo novembre le lavoratrici hanno avviato un presidio permanente di fronte al centro commerciale.

Alcuni lavoratori di aziende interne al centro commerciale e del punto Brek di Pistoia hanno espresso la loro solidarietà a queste lavoratrici. La Filcams-Cgil che segue la vertenza però non è riuscita di fronte all’ennesima chiusura a superare il consueto schema “stiamo portando avanti le trattative con tutti i soggetti interessati, azienda, Regione e il centro commerciale stesso”, provando a generalizzare la lotta all’interno di tutti i punti Brek della catena o convocando uno sciopero che consentisse a tutti i lavoratori degli altri negozi presenti ai “Gigli” di scioperare al fianco delle lavoratrici Brek. È presumibile che un sindacato come la Cgil, all’interno del centro commerciale, sia maggioritario o quantomeno riesca a trovare l’appoggio di sigle sindacali di base nel momento in cui si ponga sul terreno conflittuale della lotta e quindi abbia la forza per poter convocare uno sciopero. Se ciò non è avvenuto è unicamente da ricondurre ad una volontà del suo apparato. Troppo impegnato a portare avanti trattative con azienda e istituzioni per potersi impegnare seriamente in un difficile lavoro di lotta per la difesa dei posti di lavoro e, in particolare, dei salari.

Le rivendicazioni avanzate dalle lavoratrici sono estremamente accomodanti, addirittura sono disposte ad essere ricollocate in altre aziende del gruppo Spagnoli o in altre attività all’interno del centro commerciale a condizione che vengano mantenuti tutti i posti occupazionali, le condizioni di lavoro e di anzianità precedenti.

Dopo la chiusura la proprietà non si è fatta più viva e il 13 novembre è la data di scadenza della trattativa sindacale con l’azienda, dopodiché inizia la fase delle trattative istituzionali che vedrà coinvolta in prima persona anche la Regione Toscana, tutta la strategia della Filcams sta nello sperare di strappare alla regione un impegno per il ricollocamento di queste lavoratrici.

A nostro modo di vedere, il problema principale sta nell’incapacità del sindacato di leggere una processo già in atto da tempo imparando dalle precedenti esperienze per riuscire a mettere in campo una risposta adeguata. Infatti solo negli ultimi 2 anni sono stati chiusi diversi punti Brek in altre città, Roma, Padova, Mestre, l’ultimo a gennaio del 2015 a Pianga, tutti con modalità e tempistiche molto simili tra loro e la stessa tattica sindacale che al di la dello sciopero o del presidio non è riuscita a generalizzare la mobilitazione, sperando si strappare accordi con le istituzioni o l’azienda e finendo per riportare una sconfitta. Che ancora oggi non si sia riusciti ad elaborare una tattica sindacale in grado di rispondere a questo attacco è sconcertante perché il risultato di questo scontro non determina la vittoria o la sconfitta di una squadra di calcio ma la possibilità o meno per centinaia di lavoratori di continuare ad avere un lavoro dignitoso e di conseguenza delle condizioni di vita. Ma ciò non deve stupire, visto il ruolo sempre più corporativo del sindacato (specie confederale) : siamo convinti che solo la determinazione a lottare espressa dalle lavoratrici di Brek e un nuovo protagonismo dei lavoratori all’interno e fuori dal sindacato, potrà invertire questa tendenza e riportare finalmente una vittoria.

Leggi anche:

SCIOPERO DEI LAVORATORI PANORAMA CONTRO ILICENZIAMENTI

RISTRUTTURAZIONE E LICENZIAMENTI PER FNAC ITALIA

Facebook

YouTube