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I sindacati si dissociano dalle lotte dei lavoratori
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sconcertato Tuesday January 27, 2004 at 10:54 AM |
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I sindacati si dissociano dalle lotte dei lavoratori
I sindacati si dissociano dalle lotte dei lavoratori
Una catena di crisi industriali investe il sistema produttivo umbro
mentre aumentano le forme di lavoro precario , l'insicurezza rispetto
alla casa,
all’assistenza sociale, al diritto allo
studio. Una serie di ristrutturazioni e chiusure aziendali
colpiscono stabilimenti come la Ferro Italia
di Cannara, l'AST
di Terni, la Link Wed,
la Rasimelli-Coletti,
la Trafomec,
Euroffice
2000 di Ponticelli, Dataservice
Pg , l'indotto
Fiat di Umbertide. Altre situazioni di difficolta e crisi si
stanno verificando nel settore tessile
chimico,
metalmeccanico, della logistica-trasporti, delle nuove tecnologie e
dell'agricoltura.Il trasferimento massiccio di ingenti risorse
pubbliche verso imprese locali e il sistema della concertazione
sindacale che ha significato cancellazione di diritti,
flessibilita' a senso unico(v.Nestle'),
riduzione dei salari(Il salario medio umbro risulta inferiore del 10%
aquello del centro-nord, il livello di precarizzazione
del lavoro è invece superiore di 10 punti) sono serviti solo
a gonfiare i profitti delle imprese senza ricadute positive in termini
occupazionali, di tutela dei diritti dei lavoratori.In questa
situazione di crisi del sistema economico regionale mentre i lavoratori
e le lavoratrici si autorganizzano e lottano
per la difesa dei posti di lavoro la classe politica e' solo
preoccupata di mantenere in piedi la sua decrepita struttura di
consenso e gli apparati sindacali umbri non sanno fare di meglio che
difendere se stessi restando nella logica dello
scambio fra risorse economiche e potere per il sindacato contro
reddito e diritti dei lavoratori.Il sindacato quale luogo della
ricomposizione e difesa collettiva degli interessi dei lavoratori in
Umbria e' scomparso, sacrificato all'altare
della concertazione, alla completa
subordinazione alle politiche neo-corporative del "Patto
per lo sviluppo dell'Umbria" e a vecchie pratiche di potere
intrecciate tra enti locali, sindacati, forze politiche, forze
economiche.I lavoratori si autorganizzano e lottano contro i
licenziamenti mascherati, le chiusure, le esternalizzazioni, gli
aumenti vertiginosi dei ritmi di lavoro, la permanente insicurezza
delle condizioni di lavoro, mentre i sindacati confederali invece di
sostenere i lavoratori al piu' si lamentano dellla messa in
discussione del modello
concertativo, così come è stato realizzato e
praticato negli anni precedenti.Il rafforzamento "dell' efficienza
economica e della competitività del territorio" si fa' con più; flessibilità,
più precarietà, tagli allo
stato sociale, piu'
ricattabilita' dei lavoratori: su questo il sindacato non ha dubbi.
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ma che cazzo dite!!!
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marco Sunday February 01, 2004 at 03:13 PM |
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ALLORA VANNO FATTE ALCUNE PRECISAZIONI!
Il titolo che date alla pagina "i sindacati si dissociano dai lavoratori" non corrisponde alla realtà, perchè sotto l'accusa riportate TUTTE le vertenze e le lotte in atto in Umbria. A Terni la si situazione - mi dispiace per chi di mestiere fa il delatore - è diversa. Chi usa indymedia come agenzia pubblicitaria (vedi titolo) non si è mai visto (salvo che di recente!) né all'acciaieria e né presso le altre aziende (come la Link Weld); anzi tutte le iniziative alle quali si trovavavo i lavoratori a partire dall'ultimo sciopero generale sono state boicottate con la scusa di non volersi immischiare con la triplice! Bene! BRAVI ipocriti! Prima buttate via il bambino con l'acqua sporca, adesso che il lavoratori chiedono l'unità si riscopre uno pseudo-interesse dei lavoratori metalmeccanici che è da anni (vedi contratto separato siglato da Cisl&Uil) che lottano!!! Volete la scompara dei sindacati, per il gusto di avere voi il controllo, oppure volete che le ristrutturazioni siano fatte sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici? Se altrove il sindacato ha avuto limiti anche notevoli ciò non significa assolutamente che la situazione sia ovunque uguale. Mi dispiace! I sindacati sono fatti di persone in carne ed ossa come voi, non di automi che rispondono alla logica che a voi (e anche a me!) piace criticare. I sindacalisti non sono replicanti, anche loro sanguinano! Oppure... avete altro in mente: la cancellazione della sindacalizzazione! Non mi direte che state dalla parte del padrone?
Per questo prego indymedia (ovvero chi fa le features!) di RAGIONARE prima di mettere un collegamento con un post di tal fatta, perchè o si portano avanti le opinioni dei lavoratori oppure si porta avanti la provocazione di chi vuole le divisioni tra i lavoratori. Indymedia non può essere l'agenzia pubblicitaria di chi getta merda sistematicamente contro le lotte dei lavoratori e - PER COERENZA - se si fa media attivismo non si può dare tutto lo spazio a chi non sta ai picchetti!!! Non si può fare una cosa a Cannara e l'esatto contrario a Terni!
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la precarieta' non e' un'opinione
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link Monday February 02, 2004 at 10:32 PM |
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Ma di un po,secondo te leggendo il discorso del neonominato segretario regionale della cgil -incoronato alla presenza di Epifani-dove la vedi tutta questa sofferenza(sanguinano anche loro-i sindacalisti-SIC!!!!!).In tutto quel resoconto del discorso del segretario regionale( uno dei pochi documenti accessibili del sito cgil che per il resto- alla faccia della democrazia- necessitano di pasword!!!!!) non c'e neppure un'accenno alla situazione di crisi reale del sistema industriale umbro e non solo.......neppure si fa' accenno alle "preoccupanti sacche di poverta' che colpiscono famiglie umbre..."ecc(come denunciato non solo da sindacalisti-dirigenti di rifondazione e dei Ds....)-??!!!! Dunque -senza farla lunga(poi si potrebbe discutere anche del comportamento della cgil nelle cooperative....rispetto ai diritti dei lavoratori...). Nella vertenza AST vi siete giocati la carta "regalasi centrale elettrica 800-MW", ma non e' andata in porto. Dopo aver steso tappeti alla Thyssen che da anni ricatta un'intera regione...vieni/venite a fare i piagnistei sui sinacalisti che pure loro sono in carne ed ossa-beh!! ti commenti da solo..........
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ma quale rappresentatività!
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eli Tuesday February 03, 2004 at 06:06 PM |
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Prima di parlare di delazione dovresti prendere in considerazione alcuni punti. Io personalmente lavoro in un’azienda con meno di 15 dipendenti in queste condizioni: non si sa mai quando si prende lo stipendio, orari di lavoro funzionali alle comodità dei capi, straordinari mai pagati e forse mi licenziano alla fine dell’anno perché la crisi farà chiudere l’azienda. In questa regione, con una forte presenza di piccole aziende, i lavoratori nelle mie condizioni sono tantissimi e tutti coscenti di una cosa: il sindacato a noi non ci vede proprio e le nostre lotte dobbiamo portarcele avanti da soli. Comunque sono tra le più fortunate perché ho un contratto di lavoro a tempo indeterminato che fa riferimento al CCN e devo cercare di conservarmelo perché con la scusa di risanare l’economia, o di favorire l’occupazione ormai da diversi anni avete permesso che venissero create delle forme di lavoro che sono il massimo della flessibilità e della precarietà (co.co.co, agenzie interinali, contratti di formazione, p.i.p.) senza dire una parola contro, questo prima di questo governo e della stangata della legge Biagi. Adesso fate appello all’unità per salvare i contratti nazionali. E ci mancherebbe solo che vi fate sfuggire anche quelli! Per quello che è rimasto della contrattazione unitaria! Nonostante ciò ho aderito a tutti gli scioperi organizzati dalla triplice, proprio perché credo nell’unità sindacale, ma quella fatta di lavoratori che lottano insieme e non di funzionari burocrati che invece di portare avanti le istanze dei lavoratori, si preoccupano di mediare per ottenere la meno peggio. Devo ancora precisare che devo dire grazie al sindacato se, tempo fa, l’articolo 18 della legge 300 è stato tolto alle aziende con meno di 15 dipendenti e devo ringraziarvi anche per l’appoggio che ci avete dato con l’ultimo referendum per ripristinarlo. Aumentano sempre di i lavoratori che non si sentono rappresentati da voi e che si autoorganizzano anche nelle grandi aziende, sarebbe ora che cominciaste a chiedervi il perché!
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Art.18 e dintorni
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em Wednesday February 04, 2004 at 08:50 PM |
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Il sindacato ha molte pecche, ma non si può fare confusione. L'autorganizzazione deve essere sindacalizzazione. Se la parola sindacato viene percepito come burocrazia e concertazione è finita! Il sindacato deve essere il movimento operaio. Questo deve essere e questo devono ricordare i quadri sindacali! Chi frena deve essere smascherato. Per questo starò nel corteo dei sindacati che partirà da Viale Brin! Attaccare oggi i sindacati, con un tavolo di discussione senza esiti è una strategia perdente. Se al tavolo di trattative ci saranno cedimenti o se per via del tavolo di trattative ci saranno allentamenti palesi nella lotta o piccoli sabotaggi, allora cammineremo con quei sindacati che continueranno nella lotta. Non un passo indietro.
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neocorporativismo
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winston Thursday February 05, 2004 at 12:34 AM |
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Le ideologie quando servono agli imperativi economici vengono resuscitate e le guerre "diventano giuste": tutti/e inquadrati nei " reparti dell' esercito della produzione nazionale unitariamente intesa" e iscritti ad un sindacato che e' divenuto "un organo dello Stato", depurato dalla lotta di classe, agitazioni, scioperi e "sabotaggi". Tutto il plusvalore ai padroni e i sacrifici ai lavorator@ : "l'era digitale e' appena cominciata"...Il profitto si traveste di "interesse comune".
Piu' guerra =piu' flessibilita' =piu' coercizione =piu' produttivita'= piu' moderazione salariale=piu' competitivita'= piu' potenza della nazione = cioe' piu' plusvalore estorto ai proletari.
Per "salvare l'economia nazionale" si ricorre all'istituzionalizzazione del "neocorporativismo" con l'aggiunta di "guerre umanitaire" e terrorismo sociale: l'obiettivo e' semplice: crescita irrisoria dei salari e assenza di conflittualita'...La pratica della "concertazione" modello "patto per lo sviluppo e l'occupazione" viene rilanciato e allargato operativamente alle "autonomie locali", su base territoriale.
Il "modello collaborativo-neocorporativo" si fa' strada in Umbria, anche se non sembrerebbe aver prodotto tutta quella "distensione" e conciliazione tanto sperata tra "crescita economica, investimenti, competitività, stabilità creazione di occupazione e una riforma del Welfare State che sia compatibile con la difesa di standard sociali". Il patto per lo sviluppo e l'occupazione sottoscritto tra governo e parti sociali alla fine del 1998 a livello nazionale viene riprodotto in salsa regionale. Il 1998 ovviamente viene dopo il 1993("revisione" degli assetti della contrattazione collettiva), dopo il 1996("Patto per il lavoro") e successivamente al 1997(pacchetto-Treu (l. 196/97-lavoro interinale/riforma della pubblica amministrazione, e successiva fase di attuazione delle deleghe attraverso decreti legislativi- D.LEG. 112/98, Conferimento compiti e funzioni a Regioni ed Enti Locali- e Legge 127/1997, ‘Bassanini 2’, sulla semplificazione amministrativa)
L'articolazione operativa del "modello neocorporativo" a livello locale ha bisogno di "innovazioni amminittrative" e non e' un caso che lo statuto regionale dell'Umbria prevede una sorta di "presidenzialismo regionale"...Ovvero "la penetrazione nei mercati transnazionali" non sarebeb possibile senza una mobilitazione totale delle "risorse sociali locali" e del "capitale umano"(delle relazioni sociali, anche di carattere comunitario, di pratiche di interazione sociale "non mediate dal mercato e a bassa istituzionalizzazione", la condivisione di valori e subculture, fiducia, civismo,l’integrazione e la bassa conflittualità sociale).
In questa prospettiva infatti e' stato portato avanti il dibattito sullo "statuto regionale", sugli assetti istituzionali del territorio.Sul trasferimento su questo piano istituzionale dell'imposizione autoritaria delle strategie e delle decisioni padronali.Concertazione programmata, accordo di programma, protocollo d'intesa, lettere d'intenti, commissioni miste ecc sono la rete istituzionale del terzo millennio fondata sulla repressione della lotta, delle mobilitazioni dei lavorator@ e sulla certezza che i sindacati non adotteranno mai forme di lotta che danneggino veramente gli interesi dei padroni. Dopo il fallimento del "modello Pinochet/Freidman", del suo mix di totalitarismo-liberismo selvaggio-spoliticizzazione delle questioni sociali siamo al "modello neocorporativo". Del resto l'Umbria essendo una regione tradizionalmente di "sinistra" al posto dei movimenti di truppe ha voluto utilizzare l'autoritarismo soft-burocratico-istituzionale e l'abnegazione assoluta del sindacato agli interessi, alle strategie, e alle volonta' padronali. Non e' casuale a questo proposito l'istituzione di enti bilaterali (ovvero comprendenti i sindacati dei e i padroni) che si occupano principalmente del collocamento della forza-lavoro e della certificazione dei contratti collettivi.
"I sindacati verranno chiamati infatti, insieme alle imprese, alle direzioni provinciali del lavoro e alle università, ad apporre una sorta di timbro neocorporativo sui rapporti di lavoro, a garanzia della loro non conflittualità. In presenza di tale certificazione di qualità, il contratto di lavoro dovrebbe essere garantito dai molti contenziosi che potrebbero emergere dalle nuove regole introdotte dalla legge in materia di lavoro intermittente, ripartito, a tempo parziale e a progetto - tutti ritrovati precarizzanti che, insieme al lavoro a chiamata, già esistevano, e che ora vengono resi ancora più convenienti per le imprese."
L'azienda Umbria si ristruttura per renderci tutti politicamente estinti nel momento tecnico-tecnocratico-gestionale in enti bi-tri-quadrilaterali.
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