Lucca Libera!

La città non si vende né si compra... si vive!

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  • Contraddizioni che inceneriscono

    Nuovo comunicato del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca: Alce Spa, sentenze Tar e responsabilità degli amministratori di destra e di sinistra.

    A Viareggio la popolazione insorge contro l’impianto a biomasse da 15.000 t/anno che Sea risorse ha in mente di costruire a Bicchio, e l’opposizione di centrosinistra, insieme ad API, FLI e UDC chiedono di bloccare l’iter del progetto di inceneritore già approvato dall’Amministrazione comunale. A questo punto il  consiglio comunale unito sospende il progetto di Sea.

    Di contro, nella Valle del Serchio il progetto di Alce, dieci volte più grande di quello di Bicchio, è stato avallato e sostenuto da Amministratori di destra e di sinistra, nonostante sia osteggiato dai cittadini della Valle, con eccezion fatta delle famiglie dei lavoratori dell’Azienda, mandati a casa.

    Il TAR Toscana, al quale i cittadini e Legambiente hanno fatto ricorso, ha stabilito che la gente non ha titolo per ricorrere, dato che su quel sito già c’era un grosso impianto di combustione e una cartiera, ora praticamente dismessi, e pertanto  è da apprezzare che ce ne venga “ricollocato” un altro che, a suo dire, produrrebbe minore quantità di inquinanti rispetto al precedente (peccato che le polveri fini e ultrafini aumenterebbero notevolmente!).

    E’ come dire che chi nei decenni passati è stato inquinato, nei decenni a venire deve continuare ad esserlo: è il suo destino.

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  • Sentenze TAR su Alce: il comunicato del Comitato

    Pubblichiamo integralmente il comunicato stampa del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca sulle sentenze del TAR in merito all’impianto a biomasse progettato dall’Alce Spa.

    Il 16 novembre 2011, con inconsueta rapidità (meno di un mese), il TAR Toscana ha emesso le sentenze n. 1679 e 1680/2011 con le quali ha dichiarato inammissibile il ricorso dei cittadini per l’annullamento dell’Autorizzazione concessa all’Alce per la costruzione dell’impianto a biomasse, riconoscendo ammissibile solo il ricorso di Legambiente-onlus. Con queste due sentenze il TAR Toscana ha stabilito che i cittadini residenti in prossimità di impianti potenzialmente dannosi per la salute dovrebbero “indicare il danno concretamente subito dal funzionamento dell’impianto” per essere legittimati a ricorrere. Il TAR ha ritenuto che “l’aspettativa alla salubrità dell’ambiente” non sia motivo sufficiente a legittimare il ricorso dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze dell’impianto progettato. A supporto di questa decisione il TAR Toscana ha citato una serie di sentenze di TAR e Consiglio di Stato.

    Rimandando a un intervento successivo l’analisi della risposta del TAR ai motivi di diritto proposti nell’unico ricorso esaminato, ci preme innanzitutto evidenziare che le due sentenze rappresentano di fatto un duro colpo per la democrazia partecipativa, una negazione sostanziale del principio secondo cui ai soggetti privati ricorrenti non può “…addossarsi il gravoso onere della prova dell’effettività del danno subendo, prova che, non potendo prescindere dall’effettiva realizzazione dell’impianto, finirebbe per svuotare di significato il principio costituzionale del diritto di difesa predicato dall’art. 24 della Costituzione, rendendolo possibile solo allorquando il diritto alla salute e/o all’ambiente salubre fossero già definitivamente ed irrimediabilmente compromessi od esposti a pericolo” e che non è necessario dimostrare “l’esistenza di un danno concreto ed attuale ai fini dell’impugnativa di un provvedimento che autorizza l’avvio di un’attività potenzialmente inquinante essendo sufficiente la prospettazione di temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze ed in relazione al quale i ricorrenti sono in posizione qualificata”, principi statuiti da copiosa giurisprudenza prodotta dai ricorrenti e recentemente condivisi proprio dalla II Sezione del TAR Toscana.

    Il TAR Toscana, nella recente sentenza n. 1411/2011 sull’impianto a biomasse di Gallicano, ha evidenziato, citando sentenze ad hoc, che “ i soggetti residenti in prossimità della località nella quale si intende realizzare un impianto di consistenti dimensioni preposto alla produzione di energia elettrica, ed alimentato da combustibili che sono potenzialmente suscettibili di incidere negativamente sulla qualità dell’ambiente, sono legittimati ad impugnare l’atto autorizzativo dell’impianto suddetto, attesa la sussistenza di un loro collegamento stabile con la zona interessata alla realizzazione dell’opera”. E ha osservato che “ tale legittimazione non può essere subordinata alla produzione di una prova puntuale della concreta pericolosità dell’impianto, dovendo reputarsi sufficiente la prospettazione delle temute ripercussioni sul territorio collocato nelle immediate vicinanze della centrale da realizzare”. E ancora: “Con riferimento agli impianti per la produzione di energia si è ritenuto che l’interesse personale, attuale e concreto ad impugnare l’autorizzazione unica è ravvisabile in capo al proprietario frontista all’area in cui è autorizzata la realizzazione dell’impianto stesso, attesa la potenziale incidenza negativa che la vicinanza dell’impianto comporta anche sul valore commerciale dei beni immobili.”

    Nel caso di Gallicano il TAR, dopo aver citato le sentenze suddette, aveva addirittura sostenuto che i cittadini avrebbero dovuto fare ricorso principale. Nel caso dell’Alce il TAR Toscana afferma, invece, che per poter fare ricorso non basta la vicinanza al luogo ma occorre anche la dimostrazione di un peggioramento complessivo della situazione ambientale ed un danno concreto e diretto ai cittadini stessi, danno peraltro ampiamente documentato nei ricorsi tramite approfondite relazioni tecniche, studi epidemiologici e scientifici, verbali di ufficiali di Pubblica Sicurezza, avvio di procedure di esproprio.

    A noi, cittadini comuni ma non stupidi, appare evidente che la legge non dà certezze poiché su questioni identiche esistono sentenze, clamorosamente di segno opposto, quali quelle citate, che vengono utilizzate discrezionalmente dai giudici. La discrezionalità, se pur legittima, suscita inevitabilmente sfiducia nella giustizia e nelle istituzioni.

    Le sentenze n. 1679 e 1680/2011 del TAR Toscana inoltre sono sicuramente un precedente gravissimo, che, se passasse sotto silenzio e senza opposizione, rappresenterebbe una mannaia per tutti i Comitati e i Cittadini, non solo toscani, che sarebbero di fatto senza voce e senza diritto nella difesa della Salute e dell’Ambiente.

    Questa sentenza si colloca peraltro in un quadro politico di evidente censura rispetto ai diritti di opposizione, replica e ricorso dei cittadini contro atti autorizzativi. Il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, solo pochi giorni fa, in un’intervista sulla questione del pirogassificatore di Castelfranco, ha dichiarato che “bisogna evitare che si ripetano casi come quello della Lucart… non può essere un comitato che si dice contrario a un’opera ad impedirne la realizzazione, se questa non contrasta con regole, vincoli e normative”.

    Oltre alle scandalose contraddizioni nell’interpretazione e applicazione delle leggi, il Governatore Rossi evidentemente dimentica che le regole, i vincoli e le normative, nonché la loro applicazione, sono frutto comunque di valutazioni e scelte politiche che poggiano su opinioni scientifiche spesso contrastanti, solitamente disattendono il tanto sbandierato principio di precauzione, spesso subiscono pressioni di carattere politico e finanziario o sottostanno a logiche ricattatorie di tipo occupazionale.

    Vogliamo a questo proposito segnalare proprio due normative recenti varate dalla Regione Toscana. La L.R. 1 agosto 2011 n. 35, in cui si stabiliscono misure per “un’accelerazione delle procedure per la realizzazione delle opere di interesse strategico regionale” sia pubbliche che private, nel cui ambito di applicazione rientrano gli “impianti e strutture per lo smaltimento e il recupero dei rifiuti” e gli “impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il DPEF 2012 Regione Toscana, a proposito del distretto cartario, stabilisce che “tra il 2011 ed il 2012, è necessario l’avvio, attraverso apposite intese, di un percorso teso a mettere in condizione le aziende del distretto di realizzare gli impianti adeguati: uno o due impianti per il trattamento termico del pulper nella Piana di Lucca e nel distretto della Valle del Serchio; impianti per il trattamento legato al recupero dei cicli tetrapack e fanghi di cartiera.”

    E’ evidente che di fronte a una simile situazione politica e legislativa è necessario quanto mai restare uniti, come cittadini responsabili, per reclamare e pretendere il diritto a essere ascoltati in tutte le sedi giuridiche e istituzionali, nella convinzione che certi progetti, peraltro privi delle Valutazioni di impatto ambientale e sanitario, non debbano e non possano eludere i diritti e la volontà dei cittadini.

     19 novembre 2011

     Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca

    Per un commento più dettagliato clicca qui.


  • Respinti i due ricorsi al Tar contro il progetto Alce

    Il TAR della Toscana ha respinto il ricorso presentato unitamente a cittadini e promosso da Legambiente a livello nazionale. Ha inoltre dichiarato inammissibile per carenza di interesse il secondo ricorso al TAR, presentato da privati cittadini, con la seguente motivazione:

     ”[…] il Collegio rileva che i ricorrenti, anche i due che risiedono particolarmente in vicinanza dell’impianto, in considerazione della circostanza che nel caso di specie non viene autorizzato un nuovo impianto in una zona in precedenza priva di insediamenti industriali ma riconvertito uno già da tempo esistente, non hanno fornito alcun elemento idoneo ad attestare il peggioramento della matrice ambientale derivante concretamente, immediatamente e attualmente dall’autorizzazione impugnata rispetto alla situazione preesistente. Sotto questo profilo, quindi, i ricorrenti sono sforniti di interesse a ricorrere, non essendo sufficiente allo scopo, nel caso di specie, il richiamo alla mera “vicinitas” all’impianto.”

    Il Comunicato di Legambiente in merito alla sentenza TAR sul progetto Alce:

    “La sentenza del TAR sulla vicenda ALCE di Fornoli crea uno stato di costernazione e suscita dubbi sulla sua correttezza.

    La selezione contenuta fra i soggetti che hanno portato avanti il ricorso ha in pratica messo la sordina a tutte le istanze ambientaliste dei cittadini, che si sentono minacciati dall’inquinamento ambientale provocato dalle lavorazioni di un impianto che è alla confluenza fra due fiumi e che non è stato mai sottoposto procedure di VIA dalla sulla centenaria storia evolutiva, rovesciando il rapporto tra il danno temuto, basato su dati ipotizzabili, e quello misconosciuto dal TAR dal fatto che il danno stesso non è stato verificato.

    Nel processo di emarginazione dei soggetti interessati al ricorso fa specie riscontrare che perfino soggetti esposti a pratiche di espropriazione non sono stati riconosciuti come portatori di interessi legittimi.

    Le argomentazioni di LEGAMBIENTE, che si era fatto carico della impostazione legalitaria del ricorso al TAR, in cui venivano evidenziate distorsioni dei procedimenti amministrativi, sono state ”dribblate”. In rapporto a tutto il dispositivo si stanno enucleando e dibattendo i motivi di ricorso al Consiglio di Stato. Di questo dibattito si darà ampio risalto nei prossimi comunicati”.

    Legambiente – Città di Lucca

    Seguiranno altri comunicati dei Comitati della Valle del Serchio.

    In “Documenti e varie” è possibile vedere i due ricorsi che sono stati respinti. Cliccando qui puoi leggere l’intervista realizzata a settembre da Lucca Libera! sulla vicenda.


  • Comitato pendolari Lu-Fi: qualcosa si muove

    Comunicato del Comitato Pendolari LU-FI. A seguire, in formato pdf, il resoconto dell’incontro con la Cgil dell’8 novembre.

    Qualcosa comincia a muoversi… la proposta tecnica di miglioramento del collegamento Lucca-Firenze sembra che almeno in una parte sia stata recepita dalla Provincia di Lucca. L’articolo del Il Tirreno dell’11/11/2011:

    Incontro a Firenze con l’assessore regionale per alleviare i disagi dei pendolari Chiesti due treni veloci per Firenze Provincia e Comune sollecitano collegamenti più rapidi sulla tratta 
    LUCCA. Due treni veloci per Firenze. Uno la mattina presto e uno la sera. Provincia e Comune reclamano un miglioramento per i collegamenti ferroviari e la Regione promette una soluzione in pochi mesi

    L’articolo riporta che il presidente Baccelli ha proposto alcuni dei punti cardine della nostra proposta tecnica alla Regione, proposta che il Comitato dei pendolari Lucca-firenze aveva già presentato oltre che, ovviamente, in Provincia anche in Regione alla VII Commissione permanente trasporti.

    Sembra che i concetti che volevamo trasmettere siano arrivati a destinazione… e questo è molto importante.

    Ci auguriamo ora che il dialogo tra il Comitato, Provincia di Lucca e Regione si rafforzi, siano presi in considerazione anche gli altri aspetti della proposta e ci auguriamo che si prosegua sulla strada giusta che, anche se ancora lunga, porterà sicuramente ad un miglioramento del collegamento con il capoluogo, senza aggravio di costi per le ditte esercenti il servizio né per la Regione né, soprattutto, ulteriori incrementi dei prezzi degli abbonamenti.

    Clicca qui per leggere dell’incontro con la Cgil regionale.


  • SOGNAR VIA L’INCUBO TAV

    “NO AI POTERI POLITICI, ECONOMICI E MILITARI CHE VOGLIONO IMPORRE UN MODELLO DI VITA CHE ACCORCIA LE DISTANZE MATERIALI MA AUMENTA LE DISTANZE SOCIALI”

     

    “All'Italia, secondo le stime del 2006, l'opera costerebbe per alcuni tratti 235 milioni di euro a chilometro. Nel complesso, fatti due conti, si scopre che: 4 cm di TAV = 1 anno di pensione; 3 metri di TAV = una scuola materna con quattro sezioni; 500 metri di TAV = un ospedale da 1200 posti o 226 ambulatori o 36 sale operatorie; 1 km di TAV = 55 treni pendolari nuovi”

     

    “I tagli della finanziaria ai servizi sociali (40 miliardi sottratti a scuola, sanità, pensioni, ecc.) sarebbero coperti rinunciando all'inutile TAV, che costa 5000 euro per ogni centimetro. La sola manutenzione dei tunnel TAV costerà circa 65 milioni di euro l'anno”.

     

    “I costi dell'Alta Velocità finora costruita in Italia hanno incrementato il debito dello Stato e quello delle Ferrovie italiane, le quali tagliano servizi, treni pendolari, innovazione dei mezzi circolanti e... aumentano il prezzo dei biglietti”.

     

    “Tra il 2000 e il 2009 il traffico merci dei tunnel autostradali del Frejus e del Monte Bianco è crollato del 31%. Nello stesso periodo si è dimezzato il traffico merci sulla ferrovia del Frejus; ora è molto al di sotto del livello di 50 anni fa. Nell'ultimo anno il flusso delle merci è sceso del 9%”.

     

    “Non servirà ai passeggeri, il guadagno di tempo sarebbe di soli 60 minuti: oltre 22 miliardi di euro per risparmiare un'ora di viaggio a pochissimi utenti. Tra il 1990 e il 2000 il traffico passeggeri Italia-Francia è sceso del 15%”.

     

    “Il traffico passeggeri nel 1993, alla presentazione del progetto TAV, era di 1,5 milioni di persone l'anno, nel 2002 era sceso a 750.000. In Germania i 70 miliardi spesi per l'Alta Velocità non hanno impedito un calo dei passeggeri del 18% negli ultimi 16 anni”.

     

    “L'attuale linea ferroviaria internazionale del Frejus è stata ammodernata con numerosi lavori tra il 2002 e il 2010. E' ai massimi livelli di efficienza e funzionalità, ma viene utilizzata per meno di un quarto della sua capacità. L'insieme delle infrastrutture transalpine del Nord-Ovest è utilizzato al 30%”.

     

    “I collegamenti con l'Europa attraverso la Valle di Susa già ci sono: due strade statali, un'autostrada, una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario, l'autostrada ferroviaria (trasporto Tir su treni-navetta)”.

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  • Pendolari LU-FI: ultime vicende

    Lucca Libera! appoggia la battaglia che il Comitato Pendolari Lucca-Firenze sta da tempo portando avanti per migliorare il servizio pubblico e contrastare la politica di tagli orientata a scoraggiare l’utilizzo di tale servizio da parte dei  numerosi utenti. Un bene comune e d’interesse collettivo come il trasporto pubblico viene sottoposto a logiche di mercato e privatistiche, spesso anche miopi, che ne ostacolano lo sviluppo e ne pregiudicano l’incentivazione. Il risultato è quello di favorire gli spostamenti individuali, privati, che producono maggiore inquinamento, traffico e aggravio dei costi per i singoli.

    Il forte impegno del Comitato nel battersi per il miglioramento del trasporto collettivo è testimoniato dai molteplici comunicati che riportano l’insieme delle iniziative intraprese in tal senso e i disservizi, spesso gravissimi, che colpiscono sia i lavoratori dell’azienda di trasporto sia gli utenti.

    Il sito di Lucca Libera! ha già dato più volte voce a questa vertenza e continuerà a farlo. Per motivi organizzativi e di tempi, essendo molti e vari gli argomenti che cerca di affrontare, non può tuttavia garantire puntualità e completezza. Ce ne scusiamo con il Comitato e con i lettori, promettendo di ovviare a tali inconvenienti attraverso la ricerca di nuove e diverse forme di condivisione delle informazioni.

    Intanto ribadiamo gli indirizzi con i quali è possibile entrare in contatto e conoscere in tempo reale le attività del Comitato pendolari:

    e-mail: pendolari_lu_fi@libero.it

    Blog: http://blog.libero.it/blogpendolari

    Sito: http://digilander.libero.it/pendolari_lu_fi

    Infine, cliccando su continua puoi leggere il resoconto dell’incontro avuto dal Comitato con la Commissione Trasporti della Regione. Continue reading  Post ID 3406


  • INDIGNARSI… E ARRABBIARSI

    Nei prossimi giorni Lucca Libera! metterà on line alcune foto della grande manifestazione di Roma del 15 ottobre 2011.

    NON CI SARA’ ALCUNA IMMAGINE CHE POSSA IN QUALCHE MODO AIUTARE LE “FORZE DELL’ORDINE” A INDIVIDUARE I COSIDDETTI BLACK BLOC (?) O ALTRI PRESUNTI RESPONSABILI DEI “DISORDINI”.

    QUESTO E’ GARANTITO!

    LUCCA LIBERA! RESPINGE CON FERMA INDIGNAZIONE E ASSOLUTO DISPREZZO QUALSIASI FORMA DI DELAZIONE PAVENTATA DA CERTI SOCIAL NETWORK, SEDICENTI PARTE DEL MOVIMENTO DEGLI INDIGNATI!

     

    Lucca Libera! esprime solidarietà ai manifestanti feriti a seguito dei brutali interventi polizieschi.

    Libertà per gli arrestati!

    Disinnescare la trappola della divisione tra “buoni” e “cattivi”!


  • MA ALLORA DITELO…

    Comunicato stampa del Comitato Ambiente e Salute

    Recentemente molte forze politiche di opposto segno si stanno esponendo e spendendo attivamente nel contrastare la costruzione di impianti di incenerimento a biomassa previsti in diverse località della Lucchesia. A Bicchio (Viareggio) forze del centrosinistra fiancheggiano la popolazione locale nell’opposizione alla centrale da 15000 t/anno di biomassa; a Gallicano il centrodestra si è schierato a fianco dei Comitati nel denunciare le gravi illegittimità inerenti il procedimento autorizzativo per l’inceneritore a biomasse da 18000 t/anno, impianto peraltro bloccato dal TAR che ha rilevato tali illegittimità.

    Anche la Provincia di Lucca, con l’ordine del giorno approvato all’unanimità nel Consiglio Provinciale del I° settembre 2011, ha dichiarato di voler chiudere definitivamente gli impianti di incenerimento sul proprio territorio. Questa levata di scudi bipartisan contro gli impianti di incenerimento (che, in maniera altrettanto bipartisan, certe Amministrazioni locali hanno per contro patrocinato) sicuramente ci conforta. Tuttavia sarebbe bene che alle parole seguissero i fatti: in questo caso la revoca delle autorizzazioni in essere e il contestuale, concreto e immediato avvio di tutte quelle strategie che consentano di risolvere in altro modo il problema reale e urgente dei rifiuti urbani e industriali. Ma per ora niente di tutto questo: le autorizzazioni concesse in maniera impropria dalla Provincia all’impianto di Gallicano e a quello dell’Alce non sono state revocate dall’Ente, che preferisce lasciare al TAR la decisione relativa alla legittimità invece di attuare azioni coerenti con le scelte politiche proclamate a parole. Riguardo alle buone pratiche alternative siamo poi in alto mare.

    L’esempio più eclatante di questo malcostume politico per cui si predica bene e si razzola male è l’impianto da 150.000 t/anno, il più grande dell’Italia Centrale, progettato dall’Alce a Fornoli e autorizzato senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale dalla Provincia di Lucca con il benestare improvvido dell’Amministrazione del Comune termale di Bagni di Lucca.

    Ma quello che parrebbe solo l’ennesimo controsenso di una classe politica inadeguata un senso invece lo potrebbe avere ed è scritto nero su bianco nel DPEF 2012 della Regione Toscana. In questo importante Documento di programmazione economica e finanziaria, a pag. 50, in relazione al DISTRETTO CARTARIO, si dichiara quanto segue: “Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti occorre favorire il corretto smaltimento degli scarti industriali delle cartiere (scarti da pulper e fanghi industriali) individuando le più adeguate ed efficienti tecnologie. In tal senso, tra il 2011 ed il 2012, è necessario l’avvio, attraverso apposite intese, di un percorso teso a mettere in condizione le aziende del distretto di realizzare gli impianti adeguati: uno o due impianti per il trattamento termico del pulper nella Piana di Lucca e nel distretto della Valle del Serchio; impianti per il trattamento legato al recupero dei cicli tetrapack e fanghi di cartiera.”

    Il ruolo di inceneritore di pulper e fanghi di cartiera per la Valle del Serchio calzerebbe a pennello all’impianto progettato dall’Alce. E se non lì, dove?

    Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca

     


  • Comitato Pendolari: AAA Provincia cercasi

    Il comitato pendolari Lucca-Firenze (ovvero lavoratori e studenti universitari che utilizzano il servizio di trasporto Vaibus sulla tratta Lucca Firenze), apprende con disappunto dai giornali che in data 19 e 23 settembre che si è riunita la commissione trasporti della Provincia di Lucca senza ricevere alcun invito a partecipare. Ciò disattende quanto concordato durante l’incontro tenuto in Provincia in data 11 luglio u.s. in presenza dell’assessore ai Trasporti Rovai. Ricordiamo all’amministrazione provinciale che il Comitato oltre a segnalare i malfunzionamenti del servizio, ha tra le sue prerogative quella di fare proposte migliorative. Pertanto chiede di non essere escluso dai tavoli tecnici che si terranno in futuro.