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Report 2 dall'Aida Camp

14.08.2013 Oggi, primo giorno ufficiale del campo, e' stata una giornata molto interessante. Abbiamo iniziato questa mattina con le attivita' ludiche e di animazione presso il centro con i bambini di Aida, una prima occasione per conoscerli e stabilire un primo contatto con loro. Basandoci sulla favola araba "Il ritorno di Giubeina e la perla blu", i bambini faranno una serie di attivita'di riflessione sulla tematica del ritorno strutturate in quattro laboratori (teatro, fotografia, disegno, attivita' sportive)che culmineranno con una rappresentazione teatrale durante la festa finale del summer camp. Nel pomeriggio abbiamo avuto l'opportunita' di incontrare un giovane ex prigionerio del campo, detenuto per 5 mesi nella priogione di Ofer, nei pressi di Ramallah.

Rilasciato meno di un mese fa, Rashid (nome di fantasia) e' un giovane compagno attivista il cui unico capo di imputazione sembra essere quello di appartenere al fronte popolare e aver avuto fratelli gia' detenuti nelle infami carceri, e che ogni giorno lotta per resistere all'occupazione e rivendicare il proprio diritto al ritorno. Il suo arresto, come quello di molti altri, si inserisce in un'ondata repressiva che ha colpito i giovani del campo di aida 6 mesi fa, a seguito di proteste per l'uccisione di Amad Saleim di Hebron. Il racconto di Rashid e' la testimonianza diretta delle condizioni dei detenuti palestinesi all'interno delle carceri israeliane e del vissuto delle loro famiglie. Solitamente, i giovani vengono prelevati nel cuore della notte nelle loro abitazioni con incursioni mirate, e portati via sotto gli occhi impotenti delle famiglie a cui non e' concesso neanche un saluto. La prigione di ofer detiene circa 6000 palestinesi rinchiusi in celle sovraffollate con una piccola finestra che non permette di guardare fuori; i detenuti sono privati della possibilita' di incontrarsi, di potersi lavare e sono soggetti a continue pressioni psicologiche e violenze fisiche. Esiste all'interno del carcere un'unica cucina gestita dai prigionieri i cui costi dei pasti ricadono direttamente sulle famiglie dei detenuti, poiche' la direzione carceraria non fornisce alcun alimento. Alcuni detenuti che hanno la cittadinanza anche indiretta gazawi, al momento della scarcerazione non vengono fatti tornare nei loro villaggi di origine, ma deportati in quella prigione a cielo aperto, che e' la Striscia di Gaza. Il prossimo incontro sara' con gli abitanti del villaggio di AL Massara... Yalla gli shebab del summer camp

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