Repressione (33)
La risposta all'articolo di attacco della Gazzetta di Parma nei confronti dello Spazio popolare autogestito Sovescio.
Quando IL BUE DICE CORNUTO ALL’ASINO...
Il signor Molossi dirige la Gazzetta di Parma giornale dell'Unione Industriali di Parma. Questo quotidiano, i suoi proprietari, il suo direttore, i suoi giornalisti sono stati compliciconsapevoli di tutte le porcherie, di tutte le schifezze, di tutti gli innumerevoli crack e delle ruberie realizzate in questi 12 anni che ci separano dal crack Parmalat, dal crack Guru, dal tracollo finanziario del Comune di Parma fino all'ultima incredibile frode realizzata dall'ex presidente Ghirardi e soci. La Gazzetta di Parma nel 2003 ha difeso Calisto Tanzi e il suo aiutante Tonna arrivando a censurare per tre giorni di fila la notizia del crack Parmalat, mentre tutti i giornali nazionali non parlavano d'altro. La Gazzetta di Parma fino al 2008 ha coccolato come un gioiellino e incensato in ogni modo possibile il signor Matteo Cambi, responsabile della bancarotta di GURU, individuo spregiudicato e rampante per non dir di peggio. La Gazzetta di Parma ha benedetto dal 2000 fino all'ultimo giorno la colata di cemento realizzata da Ubaldi Vignali e dall'Unione Industriali, costata al Comune un debito di 860 milioni di euro, censurando e tacitando nel contempo tutte le voci critiche che si alzavano contro il sistema di potere Ubaldi-Gazzetta-Unione Industriali. La Gazzetta di Parma infine non ha perduto occasione per esaltare acriticamente il signor Ghirardi, presuntomecenate bresciano accolto col tappeto rosso da Molossi e dai suoi pennivendoli, salvo poi quando le cose si son messe male, denigrarlo dalle colonne del quotidiano. Ma tutta questa marea di balle non provoca il minimo problema di coscienza ai disinformatori che lavorano alacremente in via Mantova per confezionare le nuove bugie da rifilare al credulone parmigiano. Molossi e company infatti sono specializzati anche nella ricerca di capri espiatori, di persone o situazioni scomodeda criminalizzare, falsi bersagli verso i quali indirizzare l’incazzatura popolare, costruendo campagne d'opinione forcaiole e martellanti. Il caso del Sovescio è uno di questi: l'odio viscerale che il signor Molossi nutre per questa realtàlo spinge fino al limite dell'idiozia e dell'autocontraddizione: infatti tra dicembre 2014 e gennaio 2015 la Gazzetta di Parma sviluppa una violenta polemica contro il trasferimento del Sovescio in via d'Azeglio presso la struttura degli ex Stimmatini, fomentando in tal senso tutti i gruppi di opposizione ai 5 Stelle. Più realista del re, il povero consigliere Pellacini dell'UDC giunge ad inoltrare un esposto alla Magistratura per bloccare l'atto di assegnazione degli ex Stimmatini al Sovescio. In effetti è quello che accade: il trasferimento del Sovescio praticamente si ferma a causa dell’esposto.A questo punto il signor Molossi – palesemente accecato dall'odio - inizia una campagna di stampa dai toniesattamente opposti, inveendo contro il Comune di Parma e l'assessore Rossi per il ritardo con cui il trasferimento non avviene!!!!
SE NON È PAZZIA QUESTA, COS'È???ECCO IL LORO LAVORO:
- Distogliere l'attenzione dai gravi problemi sociali della nostra città,
- Occultare le responsabilità proprie e dell'Unione Industriali nel disastro finanziario del Comune di Parma,
- Criminalizzare tutte le esperienze sociali non in linea col pensiero dominante
IL SIGNOR MOLOSSI È IL PERFETTO PROTOTIPO E CORIFEO DI UNA CLASSE DOMINANTE DI SCELLERATI E IRRESPONSABILI CHE CI GUIDA VERSO IL DISASTRO SOCIALE PROSSIMO VENTURO, INCURANTI DELLE CONSEGUENZE PER LE CLASSI POPOLARI
13 marzo 2015
Spazio Popolare Autogestito Sovescio
Riceviamo e pubblichiamo:
Stamattina, 2 dicembre 2014, verso le 10.30 una quarantina tra Digos e Carabinieri in borghese ha fermato due compagni all'esterno dell'Ex Ospizio Contarini Occupato, a Santa Marta. Hanno quindi proceduto, dopo varie intimidazioni, a perquisire i due compagni, sottraendo con la forza le chiavi della casa occupata a uno dei due.
Gli sbirri sono quindi entrati a perquisire i locali dello spazio, sequestrando bombolette spray e vernici da ricondurre a un'azione di solidarietà No Tav avvenuta il 16 novembre scorso, durante la quale è stata imbrattata la facciata del Tribunale di Venezia con vernice rossa e scritte. Perquisizione motivata dalla nota vicinanza sempre dimostrata al movimento No Tav e, scopriamo solo dopo, dal tristemente noto reato di 270 sexies (condotta con finalità di terrorismo), rivolto in questo caso verso ignoti.
Lo stesso reato per il quale Chiara, Claudio, Niccolò e Mattia si trovano in carcere dal 9 dicembre scorso per aver partecipato ad un'azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte!
Appare chiaro come anche la procura di Venezia, con manie di protagonismo e in cerca di facili carriere, stia cercando di usare le stesse armi giuridiche della procura di Torino per colpire, oltre ai No Tav direttamente implicati in azioni di sabotaggio, anche tutte le manifestazioni di solidarietà volte a far crollare questo infame, quanto farsesco, castello accusatorio.
Come abbiamo già avuto modo di dire, il reato 270 sexies, introdotto nel codice penale nel 2005 dopo gli attentati di Madrid, crea un fumus giuridico nel quale ogni condotta volta a "coartare le istituzioni" (leggi: ogni protesta che esca, anche di poco, dai limiti della rivendicazione democratica) è imputabile di terrorismo, dal sabotaggio di un compressore a, da oggi, della vernice su un Palazzo di Giustizia.
Prendiamo atto della totale mancanza di senso del ridicolo della pm Francesca Crupi, della Digos e dei carabinieri veneziani nel procedere ad una perquisizione per terrorismo cercando come prove spray e vernici relative ad un imbrattamento ma, in questi tempi di caccia alle streghe, non ci sorprendiamo più di nulla.
Rilanciamo con forza la solidarietà ai nostri compagni arrestati e i prossimi appuntamenti di lotta contro l'Alta Velocità, a partire dai prossimi 7 e 8 dicembre in Val di Susa.
Le occupanti e gli occupanti dell'ex Ospizio Contarini
Lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio di Parma dà la propria adesione e la massima solidarietà alla manifestazione che si svolgerà sabato 13 Settembre presso i Giardini Margherita di Piacenza in difesa dei lavoratori sottoposti a provvedimenti di licenziamento a partire da maggio 2014 solo perché attivisti sindacali.
Riteniamo come sia scontata questo tipo di politica da parte di una grande multinazionale che impone ritmi e orari di lavoro insopportabili e reprime qualsiasi tipo di attività in difesa dei diritti dei lavoratori.
Non ci stupisce che il lavoro sporco, nonostante la facciata “social ed ecologica” sotto cui si nasconde Ikea, sia affidata a grandi cooperative come la San Martino: conosciamo bene anche noi in quali condizioni versino i “soci" lavoratori delle grandi cooperative, nella nostra provincia in particolare quelle sociali.
Queste cooperative - come la Proges a Parma - sono responsabili della drammatica privatizzazione delle scuole materne, degli asili, delle strutture socioassistenziali, del personale delle biblioteche in combutta con l’amministrazione comunale degli ex sindaci Ubaldi e Vignali: è grazie a loro se i lavoratori sono sempre più sfruttati e i servizi sociali sono sempre più disastrati e costosi.
Non ci troveremo fisicamente sabato a Piacenza perché impegnati in una delle tante lotte cittadine quelle della memoria storica antifascista e per la socialità nel nostro quartiere, ma saremo lì con il cuore.
Saluti antifascisti
Spazio Popolare Autogestito Sovescio
Il movimento di Parma e si stringe attorno a Giorgio Ghirarduzzi e alla sua famiglia, vittima di un testardo atteggiamento della giunta comunale che vorrebbe espropriarlo della sua officina. Una giunta comunale che, in perfetta continuità con le giunte precedenti e con il governo Renzi, ha un atteggiamento autoritario verso chi difende i propri diritti, mentre avalla speculazioni e privatizzazioni del patrimonio pubblico, a spese di tutti noi cittadini.
Giorgio è figlio di Zeffirino, il partigiano "Dick" e voce di Radio Popolare, compagno di Mario Lupo e di tutti noi. Sappiamo che il Comune dovrà vendere cara la pelle per ottenere questo sgombero. Già oggi, i vigili, di fronte alla sua determinazione che si esplica utilizzando tutti i mezzi possibili, dai ricorsi alla resistenza fisica, hanno dovuto fare dietro-front.
Ci attiveremo al suo fianco, come abbiamo fatto oggi, perchè questa ennesima ingiustizia non venga attuata.
FORZA GIORGIO!
Oggi 16 Aprile 2014, è avvenuto l’ennesimo sgombero di natura violenta ai danni dell’occupazione abitativa della Montagnola a Roma.
Il palazzo che ospitava circa 700 persone era stato occupato lo scorso 7 aprile, ed è testimone della drammatica situazione in cui si trovano ampie fasce di popolazione che, a fronte della continua inadeguatezza delle istituzioni, con coraggio scelgono di riprendersi i propri diritti trovando nelle occupazioni di edifici abbandonati l'unica soluzione possibile per avere una vita dignitosa.
La risposta alle istanze sociali che vengono portate avanti da anni è sempre la stessa: REPRESSIONE! La politica repressiva è evidente nell’operato delle forze dell’ordine, delle questure e delle prefetture ma anche nei provvedimenti legislativi come il Piano Casa di Renzi.
Mentre le prime, hanno da sempre l’infame ruolo di mantenere l’ordine costituito in cui la proprietà privata vale sempre di più della dignità della persona, i secondi invece hanno dato una svolta autoritaria alla pressione di movimenti sociali radicati nei territori e di uomini e donne che non hanno nessun’altra soluzione che lottare per avere un tetto sulla testa. E' questa la risposta a senso unico dei governi che in più fanno pagare ai proletari scelte scellerate come il Tav, politiche neoliberiste dell’Unione Europea, spese militari, militarizzazione del territorio e delle frontiere.
Anche nella nostra città ci siamo trovati di fronte ad una zelante applicazione dell’Art.5 del Piano Casa di Renzi da parte del Sindaco Pizzarotti. Tutto ciò ha voluto dire l’immediato diniego delle residenze ad una decina di persone, la chiusura delle utenze e l’immediata richiesta di sgombero di due case occupate: l’ex Cinema Lux e lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio. Stessa politica attuata nei confronti del compagno Giorgio Ghirarduzzi che per una volontà testarda del comune, rischia di perdere la sua bottega artigiana, dunque il suo lavoro.
Chiamiamo quindi per domani una giornata di mobilitazione contro qualsiasi sgombero di spazi occupati e di solidarietà e complicità a tutti e tutte quelli/e che subiscono la repressione sulla propria pelle.
Parma 16 Aprile 2014
Spazio Popolare Autogestito Sovescio
Rete Diritti In Casa
Fronte Antifascista
Insurgent City
Gruppo Anarchico A.Cieri
Prefettura e Comune di Parma hanno notificato agli abitanti della casa occupata di Piazzale Bernieri e dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio di Via Bixio, dei provvedimenti amministrativi che negano la concessione della residenza e le ordinanze di sgombero immediato dei due edifici. Le 37 persone che abitano i due spazi, di cui 5 bambini, avevano strappato il diritto ad ottenere la residenza nelle case da loro abitate e ristrutturate, grazie alla mobilitazione del movimento per la casa dei mesi passati. Il riconoscimento della residenza è stato invece negato in base ad un’odiosa norma contenuta nell’art. 5 nel decreto legge per il Piano Casa approvato recentemente dal governo Renzi e diventato efficace dal 29 marzo.
Oggi 4 aprile 2014 si è manifestata una pesante azione repressiva congiunta da parte di prefettura e Comune di Parma a difesa degli interessi degli immobiliaristi e contro il movimento di lotta per la casa. Simultaneamente, , sono stati notificati agli abitanti della casa occupata di Piazzale Bernieri (ex Lux) e dello Spazio Popolare Autogestito (SPA) Sovescio di Via Bixio/Borgo San Giuseppe, dei provvedimenti amministrativi di diniego della concessione della residenza anagrafica e le ordinanze di sgombero dei due edifici. I cinque nuclei che abitano il palazzo di piazzale Bernieri e gli otto nuclei che abitano allo Spa Sovescio, per un totale di 37 persone di cui 5 bambini, avevano strappato il diritto di ottenere la residenza nelle case da loro abitate grazie alla mobilitazione messa in atto nei mesi passati. Il riconoscimento della residenza, tra l’altro diritto spettante anche a chi abita nelle case occupate in base ai principi costituzionali come confermato da diverse sentenze passate in giudicato, è stato invece negato in base ad una odiosa norma contenuta nell’art. 5 nel decreto legge per il Piano Casa approvato dal governo Renzi e diventato efficace dal 29 marzo 2014.
Con il carcere le autorità vogliono togliere di mezzo chi è di troppo, chi per necessità o per scelta vive al di fuori del recinto della legalità. Chi non ci sta, lotta e cerca di opporsi concretamente ai progetti di chi governa. Come ormai da più di vent'anni sta avvenendo in Val di Susa contor il Tav.
Con il regime di Alta Sorveglianza, un carcere dentro al carcere, le autorità voglion separare i copagni da tutti gli altri detenuti, per ostacolare lo sviluppo di possibili lotte.
Il 30 marzo presidi sotto le carceri di Roma, Alessandria e Ferrara.
In solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
In solidarietà con tutti i compagni rinchiusi in alta sorveglianza.
In solidarietà con tutti i detenuti che lottano e che parteciperanno alla mobilitazione di aprile.
Roma. ore 16, al pratone davanti alla sezione femminile di Rebibbia in via Bartolo Longo
Ferrara. ore 16, di fronte al carcere in via Arginone.
Alessandria. ore 17, di fronte al carcere in via Casale San Michele.
APPELLO DEL COORDINAMENTO DEI DETENUTI – PRIMAVERA CARCERARIA
Dal giorno 5 al giorno 20 aprile del 2014 come “Coordinamento dei detenuti” abbiamo indetto una nuova mobilitazione all’interno di tutte le carceri italiane.
L’obbiettivo che ci siamo posti è quello di dare coscienza a tutti i reclusi che solo attraverso la lotta possiamo ottenere quelle migliori condizioni di vita che noi tutti chiediamo e che ogni rivendicazione deve necessariamente essere accompagnata da una azione collettiva di noi tutti.
L’inevitabile isolamento di queste mura rende difficile un’organizzazione estesa e ampia, ma noi non ci tiriamo indietro e con coraggio ci apprestiamo a far sentire la nostra voce sia all’interno che all’esterno di queste strutture.
Siamo consapevoli di non poter riuscire da soli nell’intento di mobilitare tutte le carceri, ma sappiamo allo stesso tempo che fuori possiamo contare sul sostegno di migliaia di solidal* che condividono l’idea che il carcere non sia la soluzione ma il problema di una società piena di contraddizioni.
Con questa nota chiediamo a tutti voi di dare la giusta visibilità alla nostra iniziativa del prossimo aprile diffondendo il più possibile il comunicato, che trovate allegato, sulla rete e sui mezzi di informazione invitando i vs contatti a fare lo stesso; ci appelliamo inoltre a tutte le organizzazioni anticarcerarie, ai movimenti politici e non, agli antagonisti, ai famigliari dei detenuti e agli ex-carcerati affinchè vengano organizzare all’esterno dei penitenziari italiani presidi informativi e di solidarietà nei giorni precedenti e durante la mobilitazione di aprile.
Nessuna galera potrà contenere la nostra voglia di libertà!
Coordinamento dei Detenuti
Roma - Venerdi 14 Marzo ore 16
Legittimità vs Legalità - Dibattito Nazionale
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Aula 4 via Principe Amedeo 184
Roma - Sabato 15 Marzo ore 12
Piazze tematiche ("Sistema carcerario e controllo sociale" Metro Rebibbia, Via tiburtina 956; "Frontiere e libertà di movimento", Piazza indipendenza; "Territori contro le devastazioni ambientali", Stazione Tiburtina;"Precarietà abitativa e sociale contro l'austerity, stop privatizzazioni, difendiamo i beni comuni", ex deposito Atac (San Paolo) Via Settimio Severo)
Sabato 15 Marzo ore 15
Corteo Nazionale
da Metro Piramide al Ministero della Giustizia
Gli ultimi provvedimenti giudiziari con le misure cautelari di Napoli, Roma e Bologna che hanno colpito il movimento dei disoccupati, quello per il diritto all’abitare, student* e precar* ci restituiscono, nello spaccato sociale rappresentato dalle persone colpite, un profilo del conflitto decisamente nuovo. Non sono solo gli attivisti i soggetti coinvolti ma un numero ingente di uomini e donne impegnati/e in una lotta fortemente connotata nella difesa di diritti primari come la casa e il reddito. Così la scena del crimine si arricchisce di nuove figure che diventano protagoniste del copione repressivo al pari di chi è alle prese con i processi legati alla mobilitazione No Tav, alla manifestazione del 15 ottobre o alle giornate di Genova 2001.
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