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Le parole non bastano per ricordarlo, splendida persona, splendido compagno e sincero antifascista.

Preferiamo, nel dolore, ricordarlo in mezzo a noi, nei cortei, nella musica, nel sorriso che chiunque l'abbia conosciuto non scorderà mai.

Le tue lotte, Bagna, sono le nostre lotte, il tuo pensiero verso gli sfruttati di questa società continuerà ad essere la benzina del nostro fuoco di ribellione, come te non accettiamo la menzogna e la sopraffazione del potere e dei potenti, e, con te, per te, e per tutti noi continueremo ancora a lottare per un ideale che non avrà mai fine.

Hasta Siempre Bagna

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La risposta all'articolo di attacco della Gazzetta di Parma nei confronti dello Spazio popolare autogestito Sovescio.

Quando IL BUE DICE CORNUTO ALL’ASINO...


Il signor Molossi dirige la Gazzetta di Parma giornale dell'Unione Industriali di Parma. Questo quotidiano, i suoi proprietari, il suo direttore, i suoi giornalisti sono stati compliciconsapevoli di tutte le porcherie, di tutte le schifezze, di tutti gli innumerevoli crack e delle ruberie realizzate in questi 12 anni che ci separano dal crack Parmalat, dal crack Guru, dal tracollo finanziario del Comune di Parma fino all'ultima incredibile frode realizzata dall'ex presidente Ghirardi e soci. La Gazzetta di Parma nel 2003 ha difeso Calisto Tanzi e il suo aiutante Tonna arrivando a censurare per tre giorni di fila la notizia del crack Parmalat, mentre tutti i giornali nazionali non parlavano d'altro. La Gazzetta di Parma fino al 2008 ha coccolato come un gioiellino e incensato in ogni modo possibile il signor Matteo Cambi, responsabile della bancarotta di GURU, individuo spregiudicato e rampante per non dir di peggio. La Gazzetta di Parma ha benedetto dal 2000 fino all'ultimo giorno la colata di cemento realizzata da Ubaldi Vignali e dall'Unione Industriali, costata al Comune un debito di 860 milioni di euro, censurando e tacitando nel contempo tutte le voci critiche che si alzavano contro il sistema di potere Ubaldi-Gazzetta-Unione Industriali. La Gazzetta di Parma infine non ha perduto occasione per esaltare acriticamente il signor Ghirardi, presuntomecenate bresciano accolto col tappeto rosso da Molossi e dai suoi pennivendoli, salvo poi quando le cose si son messe male, denigrarlo dalle colonne del quotidiano. Ma tutta questa marea di balle non provoca il minimo problema di coscienza ai disinformatori che lavorano alacremente in via Mantova per confezionare le nuove bugie da rifilare al credulone parmigiano. Molossi e company infatti sono specializzati anche nella ricerca di capri espiatori, di persone o situazioni scomodeda criminalizzare, falsi bersagli verso i quali indirizzare l’incazzatura popolare, costruendo campagne d'opinione forcaiole e martellanti. Il caso del Sovescio è uno di questi: l'odio viscerale che il signor Molossi nutre per questa realtàlo spinge fino al limite dell'idiozia e dell'autocontraddizione: infatti tra dicembre 2014 e gennaio 2015 la Gazzetta di Parma sviluppa una violenta polemica contro il trasferimento del Sovescio in via d'Azeglio presso la struttura degli ex Stimmatini, fomentando in tal senso tutti i gruppi di opposizione ai 5 Stelle. Più realista del re, il povero consigliere Pellacini dell'UDC giunge ad inoltrare un esposto alla Magistratura per bloccare l'atto di assegnazione degli ex Stimmatini al Sovescio. In effetti è quello che accade: il trasferimento del Sovescio praticamente si ferma a causa dell’esposto.A questo punto il signor Molossi – palesemente accecato dall'odio - inizia una campagna di stampa dai toniesattamente opposti, inveendo contro il Comune di Parma e l'assessore Rossi per il ritardo con cui il trasferimento non avviene!!!!

SE NON È PAZZIA QUESTA, COS'È???ECCO IL LORO LAVORO:

- Distogliere l'attenzione dai gravi problemi sociali della nostra città,

- Occultare le responsabilità proprie e dell'Unione Industriali nel disastro finanziario del Comune di Parma,


- Criminalizzare tutte le esperienze sociali non in linea col pensiero dominante

IL SIGNOR MOLOSSI È IL PERFETTO PROTOTIPO E CORIFEO DI UNA CLASSE DOMINANTE DI SCELLERATI E IRRESPONSABILI CHE CI GUIDA VERSO IL DISASTRO SOCIALE PROSSIMO VENTURO, INCURANTI DELLE CONSEGUENZE PER LE CLASSI POPOLARI


13 marzo 2015


Spazio Popolare Autogestito Sovescio

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Sfratti a Parma: settanta attivisti mobilitati, 4 famiglie non finiranno in strada

Parma – giovedì, 12 febbraio 2015

In via Umbria, in via Brescia, in via Imperia e in via Saffi. Quattro esecutuvi nei confronti di altrettante famiglie che stamattina avrebbero dovuto liberare gli appartamenti in cui si trovano in affitto, per morosità o per finita locazione.

Gli attivisti della Rete Diritti in Casa qualche giorno fa hanno lanciato il No Sfratto Day e stamattina più di 70 persone si sono mobilitate per cercare di evitare che le famiglie finissero in strada, condizione che con queste condizioni meteo non è certo delle migliori.

Stamattina, a partire dalle ore 8, gli attivisti della Rete Diritti in Casa si sono divisi nei vari appartamenti e sono riusciti ad ottenere quattro rinvii da parte degli ufficiali giudiziari, tre rinvii al 21 aprile e un rinvio all'8 aprile.

(da: http://www.parmatoday.it/cronaca/sfratti-famiglie-bambini.html)

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Come Commissione Audit siamo pienamente solidali con gli educatori che in questo momento stanno lottando per assicurare il diritto degli studenti disabili ad una piena integrazione nella scuola e nella società e contemporaneamente salvaguardare il loro diritto al lavoro.
Non intendiamo scadere nella polemica scatenata dal Sindaco e dalla Giunta su questo argomento, ma vogliamo affrontare il problema, suggerendo alcune proposte per andare nella direzione della sua soluzione.
Siamo consapevoli che le politiche di austerità europee e i vincoli di finanza pubblica che gli Stati si sono impegnati a rispettare, con l’ingresso nell’unione monetaria e con trattati fondati su regole e meccanismi contabili rigidi ed insostenibili, hanno avuto conseguenze fortissime sui territori: questo è uno degli esiti.
Il taglio dei trasferimenti dallo Stato, nel bilancio di previsione 2015 di Parma,ammonta secondo le stime dell’Amministrazione a20/25 milioni di euro in meno rispetto a quelli già tagliati precedentemente.
Tuttavia il patto contabile per la stabilità non deve venire prima di qualsiasi altro patto sociale con la cittadinanza.
Le criticità del bilancio di Parma, in parte derivate da questo contesto critico, in parte a scelte locali delle precedenti amministrazioni, oggi richiedono una svolta radicale.
Il piano di risanamento proposto dal commissario Ciclosi, non ha fatto altro che aggravare questa situazione: di fatto gli investimenti sono impediti fino al risanamento del bilancio, previsto in 5 anni.  Ciò significa che per ripagare il debito in pochi anni, alla città è imposto un duro regime di tagli e un’imposizione fiscale insostenibile: infatti tutte le aliquote IRPEF e le aliquote TASI e IMU sono al massimo. Nel 2014 a settembre, dopo il pagamento della prima rata (50%), gli introiti IMU erano a 49 milioni, quelli TASI a 18 milioni, IRPEF 24 milioni, COSAP 3,6 milioni.

Le nostre proposte sono dunque le seguenti:
1) Domani. Non è pensabile che non si trovino 120000 euro per arrivare alla fine dell’anno scolastico, senza traumi per gli studenti. Il bilancio consuntivo del 2014 sicuramente può permettersi una spesa di tale importo; ci sembra che non volere trovare una cifra così piccola, manifesti la volontà della Giunta di introdurre un abbassamento nella qualità del servizio offerto,al fine di procedere ad una separazione del servizio dal lavoro che gli educatori svolgono. Infatti, come si potrebbe garantire un servizio efficace senza garantire una presenza qualificata, attenta, preparata, pronta a rispondere ai bisogni di ogni singolo alunno? Come può un educatore, da solo, seguire “un gruppo” di ragazzi disabili, anche solo per un’ora, sapendo che questi hanno bisogni decisamente più complessi rispetto a quelli degli altri studenti?
2) Nel breve termine. Una via praticabile è quella di rivedere la spesa corrente che per il Comune di Parma si aggira attorno ai 280 milioni: all’interno di questa parte c’è il “debito”- cioè i mutui contratti con le banche - la relativa quota di interessi e i pagamenti ai fornitori. Se è vero, come sostiene l’Amministrazione,che i debiti coi fornitori sono stati saldati, si può e si deve agire chiedendo una moratoria sul pagamento degli interessi: cioè una revisione delle aliquote e una dilazione ulteriore nel tempo (non si capisce perché pagare in 5 anni anziché in 10). Un Comune lo può fare. In questo modo molte risorse destinate al pagamento degli interessi sul debito potrebbero essere liberate per essere destinate alla spesa sociale, quindi anche per l’integrazione dei disabili e per i loro educatori.
La necessità del Comune di reperire risorse aggiuntive per recuperare i tagli dei trasferimenti non può essere scaricata sui cittadini più deboli.
3) Nel medio termine.E’ necessario lavorare sull’evasione fiscale. Attraverso gruppi di lavoro ad hoc, convenzioni con altri Enti ed Autorità,dalla Prefettura all’Agenzia delle entrate,occorre implementare la spesa per affinare gli strumenti informativi e migliorare la comunicazione tra coloro che possiedono banche dati da incrociare e confrontare,al fine di intercettare l’evasione.Anziché spendere denaro pubblico per inutili viaggi di rappresentanza o per pagare consulenti di immagine, si lavori affinché i proventi dall’evasione fiscale illegalmente sottratti alla collettività, a questa tornino.
4) Un altro fronte su cui è necessario riflettere riguarda le esternalizzazioni, che hanno consentito per anni di eludere i vincoli di finanza pubblica. All’origine c’è il presupposto, tutto ideologico, che l’affidamento dei servizi a privati o cooperative costituisca un risparmio per l’ente pubblico e produca ricchezza per la società. Questo principio non ha retto alla prova dei fatti: non esiste un dato, anche solo empirico, che dimostri la bontà delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni. Non si è ancora visto il miglioramento della qualità dei serviziq quando gli appalti sono al ribasso e il lavoro è precarizzato e sottopagato. Anzi, la concorrenza che si scatena fra le imprese aumenta la corruzione, la malapolitica, gli intrecci affaristico-mafiosi. E’ vergognoso che a fronte di una spesa di 20,75 euro all’ora, erogati dal Comune alle cooperative a cui appartengono gli educatori, questi lavoratori percepiscano un salario netto di 7,5 euro l’ora, con paghe mensili che non superano i 1000 euro. Su tutta la questione risulta ancora più colpevole il silenzio delle cooperative, che non hanno aperto bocca durante tutta questa vertenza per intervenire a favore dei propri soci/lavoratori.
Non esistono dati che dimostrino risparmi ed efficienza per l’ente pubblico e per la collettività qualora i servizi siano esternalizzati. E’ vero il contrario. In primis in campo educativo laddove il principio della continuità è fondamentale.
Il problema del rinnovo degli appalti, che questa Giunta ripresenta regolarmente alla scadenza di ogni contratto, deve essere dunque risolto attraverso la reinternalizzazione dei servizi, mantenendo i posti di lavoro con contratti a carico dell’Amministrazione Comunale.
Questa giunta, col pretesto dei tagli ai costi di bilancio, mette in concorrenza i diritti, pone in competizione i lavoratori fra di loro, divide la società, spinge al razzismo, viene meno ai principi di solidarietà e di uguaglianza che devono essere alla base del vivere civile, fomenta le guerre fra poveri e disgraziati. Una comunità degna di questo nome deve mantenersi unita e collettivamente chiedere che i diritti vengano rispettati. Tutti.

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QUANDO I MOVIMENTI RIESCONO A CAMBIARE LA REALTÀ: UNA VITTORIA PER LA DIGNITÀ, UNA VITTORIA PER I CITTADINi

L’occupazione degli alloggi annessi all’ex cinema Lux di Piazzale Bernieri si è conclusa il 29 dicembre 2014 con la fuoriuscita dei nuclei occupanti cui è stata garantita una soluzione alternativa.
Una famiglia era già uscita da quasi un anno in seguito ad assegnazione casa emergenza, le altre 4 famiglie si sono già trasferite in un palazzo di proprietà della curia e gestito dal Comune di Parma in Piazzale San Giacomo che è stato concesso in comodato all’Associazione Senza Frontiere strettamente collegata alla Rete Diritti in Casa.
Nello stesso edificio si trasferiranno a breve anche le famiglie che stanno tuttora occupando lo Spazio Popolare Autogestito Sovescio di via Bixio 61 così come parte delle attività socio/ricreative che sono ospitate nello stesso palazzo.
Questo edificio era vuoto ed inutilizzato, senza nessuna destinazione d'uso prossima e la concessione in comodato costituisce un valore aggiunto per tutta la città, essendo patrimonio pubblico che rientra nella disponibilità dei cittadini, assolvendo alla funzione fondamentale di casa e riparo per persone che oggi incolpevolmente non possono permettersi un affitto e non hanno altresì la possibilità di entrare in casa popolare data la scarsità e l'inadeguatezza del patrimonio residenziale pubblico.

Il trasferimento delle 2 occupazioni nel nuovo edificio di Piazzale San Giacomo è frutto di una lunga trattativa tra occupanti e Amministrazione Comunale che vede rispettati i principi base da sempre seguiti dalla Rete Diritti in Casa in tutte le trattative che si intavolano in caso di sfratti e sgomberi: la garanzia del passaggio da casa a casa e il rispetto di standard minimi di vivibilità per la soluzione alternativa.
Per la Rete Diritti in Casa la concessione del comodato per il palazzo che accoglie gli ex occupanti non costituisce né un risultato eclatante né una sconfitta del movimento di lotta per la casa costretto al compromesso. Il criterio base che da sempre la Rete persegue è quello di dare una risposta concreta alle persone che intraprendono con la Rete il percorso di lotta per l’abitare, questo perché si ha l’ambizione di rendere il movimento di lotta per la casa un movimento di massa, che viva concretamente la possibilità di raggiungere con la lotta risultati concreti e sempre più ampi.
La purezza la lasciamo volentieri agli eroi, a noi importa che il movimento di lotta per l’abitare prenda sempre più corpo e consistenza e il raggiungimento di piccoli obiettivi come il rinvio di uno sfratto, la concessione di una casa d’emergenza, il riallaccio di utenze dopo un distacco, la concessione di un immobile in comodato o di una residenza rafforzano la convinzione che la lotta paga e fanno crescere coscienza e speranze per chi sta dentro la lotta o per chi vi deve entrare.
Il fatto che le istituzioni vengano a patto con il movimento di lotta per la casa a Parma è il risultato di un lungo percorso iniziato nel 1999 con la lotta contro la chiusura degli alloggi per migranti di Via Piacenza. Nel tempo i rapporti di forza che la mobilitazione per il diritto all’abitare ha saputo mettere in piedi sono cresciuti esponenzialmente, abbinati a una buona capacità di denuncia dei disastri causati dalla trasformazione in pura merce della naturale esigenza di avere un luogo in cui vivere la propria intimità e le proprie relazioni sociali e della inconsistenza delle politiche abitative pubbliche. Le istituzioni sono dovute venire a patti e trattare alla pari con gli occupanti e con chi li sostiene perché gli sgomberi dei due palazzi occupati avrebbero avuto un duro costo sia in termini repressivi che sociali ed hanno preferito evitare di colpire duro anche perché sanno bene che il movimento di lotta per la casa ha capacità di agglomerare intorno a sé altri percorsi politici e sociali che avrebbero implicato una dura resistenza. La trattative è stata condotta oggi con un’Amministrazione pentastellata che ha riconosciuto in questa ed altre occasioni la consistenza del percorso di lotta portato avanti in città e che non ha potuto fare a meno di concedere qualcosa. Siamo ben coscienti che questa trattativa non può costituire un precedente generalizzabile così come non poteva esserlo la concessione del comodato da parte della Provincia per la Casa Cantoniera di Via Mantova. Tantomeno ci sentiamo corresponsabili per tante scelte incondivisibili fatte dall’amministrazione Pizzarotti.
Ogni parziale risultato non ferma la lotta per la casa a Parma così come nel resto d’Italia. La lotta contro la speculazione privata e contro la mancanza di politiche pubbliche che ne limitino il dominio prosegue come se nulla fosse. Dopo il boom edilizio (e speculativo) degli anni 2000 ci si trova oggi nell’assurda situazione per cui a fronte di una emergenza abitativa drammatica inasprita da una crisi che non ha fine per migliaia di famiglie nella nostra città (milioni in Italia), c’è sovrabbondanza di alloggi nuovi e vecchi inabitati che potrebbero benissimo esaurire il bisogno. A fronte di rivendicazioni che questo sistema economico politico non può tollerare (requisizione dello sfitto e dell’invenduto) la lotta continua ovunque con le requisizioni dal basso, le lotte per l’autorecupero di alloggi pubblici e privati, tutti percorsi che creano una nuova solidarietà e ricomposizione tra sfruttati e bisognosi e che prospettano nuovi modi di intendere l’abitare e il vivere incentrati sul mutuo appoggio e l’autogestione, con i quali si superano ostacoli che la gestione pubblico/burocratica rende spesso insormontabili.
Stiamo parlando di percorsi necessariamente di lungo periodo che necessitano di intersecarsi e intrecciarsi con altri percorsi di lotta che si muovono con gli stessi presupposti e che hanno la necessità di una dimensione per lo meno nazionale che si sta delineando.
E’ un percorso questo che non prende neanche in considerazione le tempistiche e i tatticismi delle scorciatoie elettorali e che non sente la mancanza di un soggetto politico istituzionale forte a sinistra perché sta cercando di creare con altri percorsi di lotta simili una strada diversa e più consistente per creare una società nuova.

PARMA 11 GENNAIO 2015

Rete Diritti in Casa

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Un compagno è in coma, colpito alla testa calci e sprangate in un raid dei militanti di Casapound di Cremona, Parma e Brescia, al termine della partita Cremonese-Mantova, contro il centro sociale Dordoni. Una cinquantina di fasci si sono staccati da un gruppo di tifosi e hanno assaltato il centro sociale. I compagni (7 o 8) che erano dentro al centro sociale in quel momento hanno tentato, riuscendoci, a respingere l’attacco, ma uno di loro è rimasto a terra, colpito ripetutamente con spranghe e calci al volto e al capo. Emilio è ancora ricoverato all'ospedale di Cremona con una emorragia cerebrale molto estesa ed è in pericolo di vita.
Ascolta le corrispondenze
Durante la serata di ieri al centro sociale di Cremona sono arrivati militanti dalle città vicine per portare la loro solidarietà. Al termine dell'assemblea  è stata indetta per oggi, lunedì 19 gennaio una giornata nazionale di mobilitazione diffusa nei territori e per sabato 24 gennaio un corteo nazionale antifascista, determinato, autodifeso e militante con la parola d'ordine: chiudere subito tutte le sedi fasciste!
Tutti i compagni di Parma si stringono attorno ad Emilio e ai suoi compagni!

NO PASARAN!

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Venerdì 21 novembre
alle ore 16.30
Piazzale Santa Croce, Parma

Non sempre si può scegliere di occuparsi di cose interessanti, né piacevoli, né particolarmente intelligenti, ed eccoci dunque a parlare di Matteo Salvini e la “sua” Lega Nord.
Divenuto per disperazione leader di un partito famoso per essersi comprato le lauree a Tirana e le mutande verdi coi soldi pubblici, bisogna riconoscergli una certa abilità nel riposizionamento, come quei giocatori che nonostante facciano gran movimento in campo non toccano mai la palla.
Così, nel giro di qualche mese, Salvini è passato da uomo che cantava le canzoncine da stadio sui napoletani “colerosi e disoccupati” ad alfiere dei deboli contro i più deboli, anche al Sud, che considera un nuovo, insperato bacino di consensi.

La Lega Nord ,insieme a tutti i partiti xenofobi, ha capito che, per effetto della crisi e della lamentevole assenza della sinistra, si aprono nel nostro Paese spazi enormi per chi intende rappresentare i ceti popolari in un’ottica di difesa degli “indigeni contro gli immigrati”. L’esempio della Francia del resto, con l’affermazione di Marine Le Pen, sta lì a dimostrarlo.
Perché progettare difficili e rischiose azioni e iniziative volte ad esempio ad istituire imposte di tipo patrimoniale o a difendere il lavoro? Perché chiedere interventi pubblici per la difesa del territorio e su molti altri temi che consentano a giovani e meno giovani di avere un lavoro?
Abbiamo un obiettivo facile e a portata di mano: l’immigrato che ruba il lavoro, ha la pelle spesso di un colore differente, mentalità a volte incomprensibili e costumi a volte un po’ fastidiosi. E il gioco è fatto. Battendo la grancassa del no all’immigrazione si può fare il pieno di voti.
Si tratta ovviamente di un falso obiettivo, una delle tante armi di distrazione di massa messe in campo per evitare che le persone prendano coscienza dei problemi reali e della necessità di darsi obiettivi di effettiva trasformazione sociale. I precedenti storici del resto non mancano. Additare un capro espiatorio contro cui rivolgere la rabbia delle masse è da sempre lo sport preferito della destra estrema.
Un’antica barzelletta, opportunamente riadattata, descrive molto bene l’attività di Matteo Salvini e del suo partito: ci sono venti panini sul tavolo, i ricchi ne mangiano diciannove e lui urla ai poveri: ehi, attenti! I rom stanno mangiando il vostro panino!
Antichissima pratica per creare tensioni e scontri dei penultimi con gli ultimi, stando ben attenti a essere i primi della fila.
A supportare il giovane Salvini ci sono alcune falangi di gentiluomini nostalgici di quando i treni arrivavano in orario, esperti di croci celtiche e scritte runiche, gente che, a giudicare dai commenti sui social network, avrebbero in mente per i Rom (e per molti altri) soluzioni finali piuttosto sbrigative.
E siccome ben poco hanno da dire e le paure sono come le ciliegie, che una tira l’altra, il leader leghista ha gioco facile: dal virus Ebola alle spese dei salvataggi in mare dei migranti disperati, dalle case popolari ai mitici sussidi che fanno di ogni immigrato un milionario a spese dei poveri italiani, basta inventarsi delle leggende metropolitane e il gioco è fatto.

Se ci si ferma a riflettere è sufficiente un secondo per comprendere che il tipo di campagna elettorale che sta conducendo Matteo è non solo opportunistica ma costruita esclusivamente per far leva sui peggiori istinti. Basta mettere in fila pochissime informazioni per comprendere quanto sia di basso profilo l’operazione che sta compiendo.

Gravissimo è il silenzio delle istituzioni, indifferenti di fronte al dilagare di una guerriglia che nelle borgate romane è caccia allo straniero, mentre a Milano diventa rissa quotidiana nelle case popolari occupate.
La Democrazia Cristiana mascherata, la parte peggiore della vecchia Dc, è al governo in forze. L’opposizione interna del Pd è sterile, litigiosa e senza bussola. I fascisti rialzano la testa, non si vergognano più, non si vergognano neppure di inneggiare a Mario Borghezio, difficile pensare ad un politico più squalificato, e la nuova Lega post-secessionista di Salvini si propone come fronte unico elettorale degli squadristi. Che hanno ricominciato a menare e a farlo in modo plateale, come dimostra la spedizione contro i tifosi dell’Ardita o quanto è accaduto a Roma, dove nel quartiere di Tor Sapienza, nel cuore della periferia romana, abitanti del quartiere, uniti a gruppi riconducibili all'estrema destra romana, hanno tentato un assalto prima a un'occupazione dei movimenti per il diritto all'abitare abitato da una dozzina di famiglie e si sono poi scagliati contro il centro d'accoglienza per richiedenti asilo di viale Morandi al grido di "negri di merda vi bruciamo tutti".

Salvini con il suo codazzo di neofascisti non può e non deve essere ignorato.
Parma di certo non lascerà campo libero ai razzisti in camicia verde e ai fascisti in camicia nera.
Sentiamo il bisogno ed il dovere di riconvocarci in piazza ancora una volta contro le politiche di un partito xenofobo e razzista, sentiamo questo dovere perchè il tempo di ignorarli è finito , troppi avvenimenti ci fanno capire che certa gente va arginata immediatamente , i fatti romani di Tor Sapienza e l'aggressione all'ASD Ardita non possono e non devono ripetersi.
Vogliamo scommettere un'altra volta sulla capacità convocatoria di Parma , proprio come l'arrivo di Salvini in piazza l'11 Novembre , ci appelliamo alla cittadinanza di Parma per arginare e non lasciare spazio politico alla Lega Nord.
Invitiamo tutti e tutte al corteo meticcio di venerdi in piazzale Santa Croce , per arrivare in piazza Garibaldi proprio dove Maroni chiuderà la campagna elettorale della menzogna , dell'odio e del razzismo.
Appuntamento alle ore 16:30.

La Carta di Lampedusa afferma la Libertà di tutte e di tutti di resistere a politiche tese a creare divisione, discriminazione, sfruttamento e precarietà degli esseri umani, e che generano diseguaglianza e disparità.
AMA IL TUO PROSSIMO
ODIA LA LEGA
CACCIA SALVINI/MARONI

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Il presidio di ieri è stato molto partecipato, molto combattivo e "creativo", nonostante la stampa voglia descriverlo come violento. Nessun aggredito, nessuno spintone; il signore che si è fatto male, e ci dispiace molto, purtroppo è inciampato, e neanche la polizia ha capito come sia accaduto. Ma alle criminalizzazioni ci siamo abituati.
Purtoppo per leghisti e stampa, invece, il presidio si è ingrossato sempre più mano a mano che Salvini ritardava il suo arrivo, nonostante la pioggia. Dall'inizio alla fine, molti giovani immigrati si sono uniti a noi spontaneamente e questo è un ottimo segnale di partecipazione e "senso civico", in un contesto del centro città in cui gli italianissimi sembrano pensare invece solo allo shopping e al "divertimento" commercializzato.
Salvini ha dovuto ridurre il suo intervento alla durata di 3-4 minuti, coperto da fischi. La sua claque contava una cinquantina di persone, mentre di fronte circa il triplo di partecipanti non accettavano gli insulti rivolti ai lavoratori di questo paese (quale che sia la loro provenienza), ai precari, ai senza casa che lottano ogni ogni giorno per i propri diritti fondamentali che, sia i neonazisti come lui che il governo Renzi, vorrebbero cancellare.
Avanti così.

Parma Antifascista
Parma Antirazzista

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Sabato 18 ottobre diversi nuclei famigliari hanno occupato alcuni appartamenti lasciati marcire da anni in Borgo Bosazza.
Chi ha occupato? Gli occupanti sono famiglie e single, che sono in attesa di casa popolare. Purtroppo le politiche sociali non sono una priorità per il Paese da ormai tanti anni. In un periodo di crisi come questo le case popolari andrebbero costruite, non vendute, ma per mancanza di buon senso o malafede i nostri governanti la pensano diversamente. La casa è una necessità per tutti e queste persone agiscono per garantirsi questo diritto.
Perchè lo hanno fatto? Perchè la casa è una necessità, e non si può rischiare di morire di freddo mentre tante case vengono tenute chiuse. E’ più responsabile il padre che sceglie di vivere in strada o chi prova comunque a garantire un tetto alla sua famiglia? Queste famiglie hanno scelto e hanno deciso che l’occupazione è l’unica, e ultima, possibilità per provare a vivere in maniera degna.

Chi è il proprietario? Il proprietario è uno speculatore. Anzi una famiglia di speculatori. Sono persone che comprano case per poi chiuderle, per far sì che i prezzi degli affitti rimangano alti, per aver dei beni da usare come garanzia in banca, altre volte anche solo per avidità. Ora gli accaparratori e gli speculatori non ci sono mai piaciuti. Ma riteniamo che questi siano quelli della razza peggiore. Chi specula sui beni primari (cibo, acqua, casa) specula direttamente sulle nostre vite e questo non ci piace. Rigettiamo questi meccanismi iniqui che permettono a pochi di arricchirsi sulle spalle di tanti, sul lavoro degli altri: sono questi i veri parassiti della città.
E le case? Le case erano abbandonate da anni, murate, umide e sporche. Ora ritorneranno a vivere, ad essere riscaldate e pulite. Borgo Bosazza tornerà ad essere animato da tanti bellissimi bambini.
La Rete Diritti in Casa, Art Lab Occupato e Spa Sovescio appoggiano e sostengono attivamente queste due occupazioni in Borgo Bosazza. Siamo al fianco di chi lotta contro questa società ingiusta, in difesa della libertà e della dignità, a testa alta contro gli speculatori, costruendo un futuro di giustizia e eguaglianza.
Siamo al fianco di tutti i fratelli e le sorelle che in questi giorni, durante la settimana europea per il diritto alla casa e alla città, animano le strade e le piazze di decine di città d’Europa per garantire il diritto all’abitare.
Invitiamo tutti per un pranzo sociale in B.go Bosazza a partire dalle 12:30 (ad offerta).
Ogni martedì sportello antisfratto e antidistacco in via Mantova 24 presso la Casa Cantoniera Autogestita dalle 18:30 alle 20

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I LIBERTARI CAMBIANO CASA

Il gruppo anarchico A.Cieri –FAI esiste dal 1991, la sezione di Parma dell’USI dal 1994.
Da sempre, per noi il riferimento fondamentale del nostro agire è l’anarchismo sociale, lontani quindi da anarco-estetismi funzionali ai clichè (e al potere), consapevoli della necessità di non isolarci in un individualismo e in un ribellismo di facciata fine e sé stesso, ma che bisognasse fare azione su un piano politico reale, orgogliosi delle nostre idee e pratiche, ma consapevoli anche delle difficoltà concrete che un anarchismo non informale pone di continuo, essendo la più genuina dimostrazione di assemblearità e trasparenza interna. A cavallo di fine anni ’90 e inizio 2000, c’è stata, in coordinamento con i gruppi principali, l’esperienza dell’Ateneo Libertario che si è sviluppata in parallelo all’Archivio-Biblioteca Sociale G.Furlotti. Queste realtà hanno sempre avuto a S.Prospero la sede, negli anni ingranditasi con successive occupazioni, in virtù di una originaria mobilitazione legata alla riappropriazione –molto parziale, in vero- del patrimonio storico USI distrutto dal fascismo. In questi anni, tantissime sono state le iniziative, le manifestazioni, le mobilitazioni, le assemblee, i convegni, le azioni che questi gruppi hanno portato avanti, a volte autonomamente a volte insieme ad altre realtà di movimento cittadine. Ricordarle tutte è impossibile ma senz’altro due aspetti si sono sempre accompagnati: la sensibilizzazione sulle nostre idee e sulla nostra storia, e la mobilitazione militante. Nello specifico, quindi, abbiamo tentato di diffondere le idee libertarie, magari in relazione a fatti specifici (convegni –vari- sulla pedagogia libertaria; sull’antimilitarismo; sull’anticlericalismo, soprattutto in periodo di giubileo; sul significato dell’Utopia; sul concetto di anarchismo, e su questo tema ricordiamo con piacere la tre giorni anarchica del 2013 al Sovescio; ecc), così come la spesso sconosciuta ma importante storia anarchica, a volte presentando anche libri sui vari temi (convegni sulle vicende della Comune di Parigi; su Kronstadt; sullo sciopero agrario del 1908; sul Machnovismo; sulla controrivoluzione russa; sull’arditismo popolare; sulla Resistenza sconosciuta; sulla repressione franchista; sull’esperienza del settimanale anarchico Umanità Nova nel dopoguerra; sullo stragismo e la figura di Pinelli; sulla Rivoluzione Spagnola, culminati nel Convegno Nazionale FAI del 2006 in occasione del 70° anniversario; ecc). Alla costante azione di controinformazione (assemblee e presidi su: riciclaggio rifiuti e nuovo ambientalismo; G8 e la globalizzazione dei padroni; lotte NO TAV – con tanto di contestazione a Fassino- e su quella contro la TI-BRE; antirazzismo e CIE; ecc) si è accompagnata la partecipazione a ogni presidio (sui temi svariati) e manifestazione, sia promuovendole nostre, come quella antirazzista del 2002 (la prima manifestazione anarchica a Parma di cui abbiamo memoria, con quasi 1000 compagni arrivati da ogni parte d’Italia; i vari cortei del primo maggio dell’USI; ecc) che partecipando a quelle unitarie.
Come USI, abbiamo cercato di dare una mano a chiunque ce lo abbia chiesto, tanto che è impossibile fare un elenco, e la nostra azione ha visto nel Coordinamento di base Lavoratori Domus prima (con tanto di pubblicazione del giornalino “Spajot!”) e nell’azione in Coop. Dolce, Codess e Proges i momenti di lotta più significativi. USI ha altresì partecipato ad ogni iniziativa locale sul tema del lavoro (tra queste ricordiamo il sostegno alla lotta SPX e al Coordinamento Lavoratori di Base), in particolare va segnalata l’organizzazione del Primo Maggio Alternativo (quest’anno arrivato con grande successo al settimo anno) e di iniziative in concomitanza con gli scioperi indetti dal sindacalismo di base, l’ultimo dei quali lo scorso anno davanti all’Ospedale di Parma.
La nostra, quindi, è stata una presenza costante, a volte forse fastidiosa per certuni, ma sicuramente sempre attiva, generosa e mai settaria in tutte le iniziative di coordinamenti più ampi dei quali riconoscevamo l’importanza e verso i quali si pensava potessimo starci senza svendere la nostra identità (gli innumerevoli coordinamenti contro le più numerose purtroppo guerre; i coordinamenti di lavoratori; quelli antifascisti; ecc). Molti compagni e compagne per vari motivi gli abbiamo persi per strada, altri ne abbiamo incontrati con le nostre idee.

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