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COMUNICATO STAMPA DELLA RETE DIRITTI IN CASA IN MERITO ALLO SGOMBERO DELLA CASA OCCUPATA DI VIA CASA BIANCA 64
Oggi 3 marzo si è conclusa, dopo solo 10 mesi, l’occupazione della palazzina di via Casa Bianca 64.
Le pressioni della proprietà sul tribunale e sulla questura alla fine han fatto sì che lo stabile dopo aver ripreso vita con l’occupazione tornasse ad essere vuoto ed abitato solo da topi e piccioni, così come era fino allo scorso maggio 2013. La proprietà, due ricche famiglie parmigiane dotate di un patrimonio di decine e decine di appartamenti e negozi, ha preteso con forza lo sgombero, non sappiamo se per avviare altri progetti speculativi sull’area, che andrebbero ad ingrassare un già abbondante bottino, oppure per cruda volontà di affermare la superiorità del diritto di proprietà rispetto al diritto ad un’esistenza degna da parte di chi si trova in grave situazione di difficoltà economica.
Non ci meraviglierebbe vedere, dopo lo sgombero, la casa continuare a marcire inutilizzata come d’altronde è successo dopo gli sgomberi di via Bengasi, Borgo Poi e dopo lo sgombero della ex scuola di Marore.
Tanta presenza militante e solidale, l'ufficiale può solo rinviare!
Anche oggi due sfratti.
Anche oggi due famiglie rischiano di finire in strada.
Anche oggi il comune non propone niente, se non vaghe promesse di ostelli.
Cassa integrazione a 0 ore, tuguri di 30 o 40 metri quadri affittati a prezzi spropositati, case fredde perchè, purtroppo, i costi sono tanti e i soldi pochi.
Eppure i visi sono sorridenti, si scherza, si beve il the insieme, l'atmosfera è stranamente rilassata e positiva.
Come mai?
Perchè anche oggi la solidarietà ha vinto. Tanti sfrattati e occupanti, insieme a tanti compagni e militanti si sono opposti al fatto che il "diritto" alla rendita scavalcasse il diritto alla vita e alla dignità.
Anche oggi non è uscito nessuno.
Anche oggi l'ufficiale ha rinviato.
Anche oggi il proprietario se ne è andato con le pive nel sacco.
Non ci fermeranno mai!
Residenza per tutti e tutte!
Un'altra decisiva vittoria.
Oggi i 12 nuclei occupanti gli stabili di piazzale Bernieri e di borgo San Giuseppe (Sovescio) insieme a numerosi solidali si sono recati agli uffici dell'anagrafe presso il DUC di Parma per vedere riconosciuto i loro diritti.
Infatti ogni volta che si presentavano singolarmente gli veniva negata la possibilità di presentare la domanda per la residenza adducendo motivi tecnici (in particolare la cancellazione del numero civico). La residenza è fondamentale per poter aver accesso a tutte le prestazioni sociali e mediche, oltre che per veder riconosciuti i propri diritti politici; negandola si pongono gli individui in uno stato di invisibilità e di incapacità di far valere i propri diritti.
Ci siamo presentati in massa volendo parlare con i responsabili, convinti che questi motivi tecnici fossero solamente un paravento per nascondere scelte politiche indegne e insostenibili.
Una delegazione è stata ricevuta dalla responsabile del procedimento Turci Elena e dall'assessore ai servizi demografici Giovanni Marani.
Riconoscendo la gravità della situazione, e l'impossibilità di trattare una questione gravemente lesiva dei diritti come semplice questione tecnica, hanno subito concesso la residenza e l'accesso ai diritti a tutti gli occupanti che, risultando residenti fuori città, erano privi di qualunque tipo di tutela e diritto (dall'avere un medico di famiglia a poter mandare i propri figli a scuola, dal poter essere seguiti da un assistente sociale ad avere i diritti politici).
In questo modo è stata subito risolta la questione più impellente.
Per martedì prossimo è stato fissato un tavolo fra gli assessori competenti e gli uffici tecnici per risolvere le questioni pratiche e far sì che la residenza corrisponda effettivamente con quella degli stabili occupati, eliminando così ogni possibile ostacolo a portare avanti un esistenza degna e tranquilla negli stabili occupati.
Adelante companeros!
Rete Diritti in Casa
Sabato pomeriggio cinquanta antifascisti hanno presidiato e contrastato la fiaccolata di CasaPound in onore dei "martiri delle Foibe".
Ogni anno si dimostra come l'istituzione della "giornata del ricordo" non faccia altro che fornire il pretesto e la copertura istituzionale ai discorsi nazionalisti e revisionisti di tutta la destra fascista. Una retorica accettata e fatta propria da tutte le istituzioni che, attraverso la menzogna e la distorsione di alcuni avvenimenti storici, tende ad equiparare e a dividere le colpe tra nazifascisti e resistenti.
Il compito degli antifascisti crediamo sia quello di smascherare quest'operazione basata su bugie e finalizzata a criminalizzare i movimenti popolari. In questa direzione si sono mossi gli studenti che in questi giorni hanno volantinato negli istituti professionali di Parma e della provincia. Il presidio di ieri dunque si inserisce in una più ampia mobilitazione che continuerà con altre iniziative nei prossimi giorni.
Comunicato Rete Diritti in Casa
Oggi le famiglie occupanti il condominio di Via Casa Bianca 64 si sono recate presso il Municipio di Parma. L'obbiettivo era quello di incontrare il sindaco per rompere il cupo silenzio che grava sul loro futuro in quanto minacciate di essere sgomberate da un momento all’altro dalla casa in cui si trovano.
Il sindaco non era in sede e pertanto un piccolo corteo composto dalle stesse famiglie e qualche decina di solidali si è recato al DUC per incontrare l’assessore ai servizi sociali Rossi.
Sul tavolo c’era la possibilità di risolvere la situazione con un piccolo sforzo da parte del comune: infatti per una famiglia, dalla quale fa parte anche un bimbo nato il 16 gennaio 2014, si profila una soluzione grazie all’interessamento della caritas, un'altra famiglia potrebbe trovare una soluzione tramite la Rete Diritti in Casa e al comune si chiedeva di trovare una risposta per un'altra famiglia di cui fa parte anche una bimba di 10 mesi.
CONTROMANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA AL "GIORNO DEL RICORDO"
IL 10 FEBBRAIO A PARMA
Manifestazione antifascista alternativa alla celebrazione del "giorno del ricordo delle vittime delle foibe" il 10 febbraio 2014 a Parma, al cinema "Astra", organizzata da ANPI, ANPPIA, Comitato antifascista e per la memoria storica.
La manifestazione, quest'anno alla nona edizione, prevede proiezione di filmati, conferenza, presentazione di libro. Con inizio alle 20.30 sarà proiettato un filmato sul campo di concentramento fascista per jugoslavi di Chiesanuova (Padova) 1942/'43, quindi si parlerà del contributo jugoslavo alla Resistenza Italiana con la presentazione, da parte di Gabriella Manelli presidente ANPI provinciale e di Roberto Spocci presidente ANPPIA provinciale, del libro "I partigiani jugoslavi nella Resistenza Italiana" di Andrea Martocchia segretario del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, e del contributo italiano alla Resistenza Jugoslava con la conferenza di Eric Gobetti, ricercatore di storia contemporanea, sulla "Divisione Italiana Partigiana Garibaldi". Sulla Divisione Garibaldi saranno pure proiettati filmati a cura dello stesso Gobetti, autore anche di un programma sull'argomento trasmesso da RAI Storia.
Ingresso libero.
Venerdì 24 Gennaio le famiglie occupanti lo stabile di via Casa Bianca 64 insieme a tanti attivisti, solidali, sfrattati e occupanti hanno fatto un presidio dentro l'area aperta al pubblico del DUC (Comune di Parma). Presidio per denunciare l'imminente sgombero più volte minacciato dalla questura dello stabile in cui vivono tre famiglie con 6 bellissimi minori a cui il comune non ha saputo dare nessuna risposta che andasse oltre l'ostello ed il dormitorio. Proposta sicuramente sotto l'asticella della dignità. Nell'ostello le famiglie non avrebbero la possibilità di cucinare e con un bambino di appena una settimana questo è inaccettabile. Inutile dire quindi che la scandalosa proposta è stata rifiutata e che, se non cambierà qualcosa, quella casa, la loro casa, verrà difesa senza paura di mostrare i denti.
Dalla Commissione Audit una nota sulla privatizzazione del Palazzo del Governatore
L'"Avviso esplorativo per manifestazione d'interesse per valutazione del mercato relativamente all'affidamento della concessione del ‘Palazzo del Governatore’" firmato dall’Amministratore Unico di Parma Infrastrutture SpA il 16 dicembre 2013 con scadenza al 20 gennaio 2014, ma diramato alla stampa solo l’8 gennaio, è il ridondante titolo che tenta di celare la volontà dell'attuale giunta comunale di privatizzare, tramite un atto amministrativo ambiguo e semi-nascosto, il palazzo storico di proprietà civica più insigne per antichità, ubicazione e funzioni.
La magnifica preda: monumento storico e centro culturale pubblico
Il Palazzo del Governatore risale al 1281-1283 e vanta la più nobile ubicazione di Parma, l’intero fronte settentrionale di piazza Garibaldi, la piazza simbolo del Comune, la maggiore della città storica, realizzata nel corso del Duecento dalla Communitas Civitatis Parmae, che costruì lungo il suo perimetro un articolato sistema di palazzi pubblici, per le magistrature, i notai e le corporazioni. Divenuta residenza del Governatore e dell’Uditore Civile, l’edificio fu ammodernato nel 1566, dotato di torre nel 1673 e d’elegante facciata neoclassica nel 1760 su progetto di Ennemond Alexandre Petitot. Dopo la Guerra è stato sede di uffici comunali fino a quando, con ingente impiego di risorse pubbliche, gli uffici sono stati trasferiti al nuovo DUC e lo storico palazzo liberato è stato, fra il 2004 e il 2010, restaurato e attrezzato a principale sede per mostre d’arte contemporanea e attività squisitamente culturali del Comune ad esse connesse, disponibile pure per convegni, conferenze e manifestazioni promossi da altre associazioni e istituzioni culturali non a scopo di lucro, col gratuito patrocinio municipale.
Martedì 17 dicembre dalle 15:30 - Portici del grano, Parma
Abbiamo aspettato per un anno e mezzo il cambiamento rivoluzionario che ci aveva promesso la giunta a 5 stelle. Attenzione alle fasce più deboli, politiche sociali e discontinuità con le precedenti giunte, democrazia diretta, lotta alle nocività e tutela della salute: questo ci avevano promesso e questo ci aspettavamo. Ogni giorno sempre più persone non riescono più a pagare l'affitto, non riescono più a pagare le bollette. C'è un bel pezzo di società che non ne può più di aspettare, che non ce la fa più. Vogliamo risposte e soluzioni subito, vogliamo che la giunta ed il consiglio guardino in faccia e rispondano a questa moltitudine che vede quotidianamente calpestati i propri diritti. Il tempo dei giochini e delle promesse è finito, per questo martedì 17 dicembre dalle 15:30 saremo sotto i portici del grano per rivendicare il diritto ad un esistenza degna, che passi per una moratoria degli sfratti e delle utenze non pagate incolpevolmente e per un minimo garantito di servizi. Sarà una piazza aperta, dove poter mettere in comune esperienze e prospettive, ma anche combattiva e determinata per evitare che le istituzioni continuino a sottrarsi alle loro responsabilità.
Ci troviamo costretti a dover rispondere alle fantasie dei fascisti di Casapound che, alla ricerca di un minimo di visibilità, stavolta tentano di utilizzare strumentalmente le proteste del cosiddetto "movimento dei forconi", accusando l'area "antagonista" di presunte aggressioni.
Se sono accuse, le respingiamo subito al mittente: il movimento parmigiano non ha tempo da perdere dietro alla nullità rappresentata da un gruppuscolo fascista. Il nostro impegno lo spendiamo nelle lotte quotidiane che portiamo avanti da anni: la lotta per il diritto alla casa, per gli spazi sociali aggregativi, al fianco dei lavoratori sotto attacco padronale. Queste pratiche sono il metodo migliore per combattere il fascismo e gruppi come Casapound.
Non abbiamo nulla a che fare con la "cultura" dei coltelli e delle aggressioni in dieci contro uno che, invece, hanno sempre contraddistinto i fascisti. La vera aggressione è stata quella che abbiamo dovuto fermare nel maggio 2012 al Circolo Minerva nel quartiere Montanara; in quell'occasione, lo vogliamo ricordare, i fascisti tentarono di assaltare il circolo armati di spranghe, catene e coltelli. A quell'aggressione la città rispose con un numeroso e solidale corteo.
Non ci stupisce l'ennesimo piagnisteo nei confronti del sindaco Pizzarotti, nella ricerca dell'agibilità perduta dopo la caduta dell'amministrazione amica Vignali; ma dopo anni di denunce del tutto infondate, non accettiamo di essere utilizzati per squallide operazioni di pubblicità, frutto di vere e proprie menzogne.
Parmantifascista
SPA Sovescio
Rete Antifascista – Parma
Gruppo Azione Palestina
Insurgent City
Gruppo anarchico Cieri/Fai
Unione Sindacale Italiana
Rete Diritti in Casa
Kollettivo Giovanile Autogestito
Collettivo studentesco Parma