Una cosa è certa: la CFT non è in crisi come lo dimostra
a. il ricorso in atto agli straordinari,
b. l’esternalizzazione di interi comparti produttivi a ditte esterne,
c. l’affidamento recentissimo ad altre ditte esterne di intere commesse multimilionarie.
Quale è il giudizio dell’UPI su questa vicenda?Quale è la valutazione e come intendono intervenire tutti gli altri soggetti pubblici a cominciare dal Sindaco di Parma e dal Presidente dell’Amministrazione provinciale?
È tollerabile questo ulteriore attacco al sistema produttivo della nostra città e della nostra provincia e all’occupazione giustificato solo da obiettivi speculativi , in una situazione dove si lamenta la perdita di 14.000 posti di lavoro, con un incremento esponenziale delle ore di cassa integrazione (oltre il milione), con l'aumento del 40% di iscrizioni alle liste di mobilità ?
È tollerabile che per porre in atto il suo disegno sciagurato Roberto Catelli arrivi addirittura ad assumere e a schierare davanti ai cancelli della fabbrica, come moderni mazzieri, un nutrito gruppo di “vigilantes” con un atto di chiara intimidazione mafiosa nei confronti dei lavoratori e dando un colpo gravissimo alla agibilità democratica, sindacale e politica della fabbrica?
Siamo davanti a comportamenti eversivi nei confronti della legalità costituzionale!
Eppure il signor Catelli deve molto a queste sue maestranze che hanno reso possibile il successo della CFT in Italia e nel mondo. Ma deve molto anche a questa città. Ricordiamo che dopo il trasferimento della fabbrica in area SPIP, le giunte di centrodestra con straordinaria generosità, hanno permesso a Roberto Catelli di ottenere enormi plusvalenze per pura speculazione urbanistica, per effetto dell' approvazione del cambio di destinazione dell'area dismessa di via Budellungo, su cui sorgeva la vecchia ditta, che gli ha fruttato un incremento di valore da 120 a 260 circa di euro per mq. Poiché l'area comprendeva una superficie di 76.600 mq, il valore della riclassificazione si aggira attorno ai 5,7 milioni di euro.
È in atto un attacco frontale al mondo del lavoro, volto a ridurne il costo attraverso minore occupazione, minore salario, minori tutele, minori diritti contrattuali.
Mentre esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori ed alla RSU della CFT, come anche ai lavoratori di tante aziende che a tutt'oggi sono oggetto di chiusure, esternalizzazione, delocalizzazione,
CHIEDIAMO
1. il ritiro immediato dei “vigilantes” schierati davanti ai cancelli della CFT, perchè rappresentano una minaccia intollerabile per i lavoratori ed un'offesa alle tradizioni democratiche e antifasciste della città di Parma;
2. il blocco di tutte le esternalizzazione di parti del ciclo produttivo perché servono solo ad accelerare la chiusura totale della fabbrica;
3. che in alternativa venga esplorata da parte del sindaco di Parma la possibilità di procedere ad una forma di requisizione della CFT, per garantirne l’agibilità e la continuità del ciclo produttivo;
4. che l'Amministrazione comunale e l'Amministrazione provinciale si pongano come garanti del preminente interesse pubblico e non consentano che nell'indifferenza e nel silenzio generale venga condotto a termine questo piano di smantellamento dell'azienda.
Parma 2 luglio 2013