Proprio per riappropriarci di questo diritto negato, un anno fa abbiamo deciso di aprire le porte sigillate, di togliere la plastica e la polvere dalle strutture, riorganizzare la mensa ed allestire una palestra. Da allora, ogni giorno, centinaia di persone vengono a mangiare a prezzo popolare o ad allenarsi nei vari corsi. L'Adisu e la Regione Campania hanno scientificamente deciso di provare a chiudere un'esperienza di riappropriazione e autorganizzazione senza precedenti, preferendo ad essa l'incuria, l'abbandono e lo spreco.
Ma tra le tante cose che l'Adisu non ha fatto ce n'è una in particolare che vorremmo ricordare: non ha capito con chi ha a che fare...
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Stamattina ci siamo dati appuntamento per venire a fare una visita all'Adisu. Abbiamo ritenuto opportuno scaricare un po' di munnezza e lasciare al buio gli uffici della sede di questa Azienda sempre più dedita alla truffa, allo sperpero e alla cura dei propri interessi. Per questi infami dell'Adisu non era tollerabile che qualcuno dimostrasse in un anno di autorganizzazione che il diritto alla mensa e allo sport sono tutt'altro che insostenibili e, ieri mattina, intrufolandosi come scarafaggi, hanno staccato la corrente alla mensa e alla palestra popolare. Tutto inutile, perché poche ore dopo eravamo già riusciti a riportare l'elettricità facendo sì che nessuna delle attività quotidiane in mensa ed in palestra saltasse. Avendo, però, ricevuto questa visita inattesa in casa nostra, abbiamo ritenuto opportuno fare un salto all'Adisu per ricambiare la cortesia e dire la nostra sulla faccenda. Dopo aver speso milioni di euro per allestire la mensa, il cda dell'Adisu ha deciso di lasciarla inutilizzata rendendola un monumento allo spreco nel pieno centro della città. Di tutti questi soldi spesi, dunque, le sole vere finalità sono lo spreco e il furto, dato che l'Adisu dal 2000 ha perseguito una gestione criminale del diritto allo studio finalizzata a dimostrarne l'insostenibilità dei costi e dare ampio spazio ai privati. Così dopo aver speso una quantità enorme di denaro pubblico (si pensi che solo per riverniciare i muri della mensa sono stati spesi seicentomila euro!!) la mensa è rimasta chiusa per dieci anni, fino a quando un gruppo di ragazzi ha deciso di occuparla riattivandola e dando vita ad una palestra popolare. Da allora, ogni giorno, centinaia di persone mangiano a prezzi popolari o si allenano liberi da logiche competitive e di profitto. Quella struttura non appartiene più all'Adisu, non apparitiene più all'Università e non appartiene più alla Regione Campania. Il vostro fallimento è evidente. E vi sconsigliamo di darci motivi per venirvelo a ricordare nuovamente.
sabato 18 gennaio ore 20:30 "Cena popolare alla faccia dell'Adisu"
Mensa Occupata
Palestra Popolare Vincenzo Leone