Esperienze diverse, ma una lotta in comune – intervista agli occupanti del Romito (1)

Domenica scorsa alcune famiglie e studenti del Movimento di Lotta per la Casa hanno occupato uno stabile sfitto in via de’Servi; dopo l’immediato sgombero si sono insediati in via del Romito. Siamo passati dalla loro occupazione per conoscerli e farci raccontare le storie, le opinioni e i motivi che li spingono a occupare. Riportiamo di seguito tre interviste, A. un cuoco egiziano e padre di famiglia, S. e L. una giovane coppia rumena in attesa del secondo figlio e M. R. e G., tre studenti del polo di Novoli (che riportiamo qui)

Partiamo da A., occupante egiziano, che è venuto ad abitare in via del Romito assieme a sua moglie e ai suoi quattro figli. Gli chiediamo di raccontarci la sua storia…

Mi chiamo A. e sono da 25 anni in Italia. In tutti questi anni ho sempre lavorato, come cuoco, con un contratto regolare. Ma probabilmente voi lo sapete voi meglio di me che qui non si può andare avanti con questo sistema di capitalismo: lasciando il mercato troppo libero siamo arrivati alla fine quelli che c’hanno soldi fanno sempre più soldi e quelli poveri devono morire. Ora anche a Firenze l’affitto parte da mille euro in su. A uno che ha un nucleo famigliare di sei persone, come me, solo lo stipendio non basta per pagare l’affitto.

Quindi te eri fino a qualche tempo fa in affitto e dopo non ce l’hai più fatta?

Sì, ero in affitto e sono stato sfrattato in Novembre, oltretutto senza avviso… Mi ha chiamato il proprietario quando ero a lavorare, erano tipo le undici, mi ha detto che aveva eseguito lo sfratto e “te in questa casa non puoi più metterci piede”…E’ una cosa stranissima… Senza avviso… Il giorno dopo sono andato a informarmi dal comune riguardo al fatto che mi avevano sfrattato senza avviso. Gli ho chiesto “come non è importante avvisare la gente che deve essere sfrattata”? M ha detto che non è obbligatorio, mentre tutti gli altri mi hanno detto che questa è una grande cazzata. Tutti quanti, anche l’avvocato, mi hanno detto che è una cosa non giusta, che è stata fatta in un modo sporco. Però una volta eseguito lo sfratto, non si può tornare indietro…. E poi vai a dimostrare che non sono stato avvisato…Va messo un foglio scritto nella casella postale. Vai a dire che questo foglio non l’hai ricevuto… E’ una battaglia senza nulla e una volta eseguito lo sfratto è tutto inutile. Quindi è stato uno sfratto fatto in maniera sporca…
Avevo tutto dentro casa… qualsiasi cosa… c’era la vita normale. Allora da quel momento mi sono trovato per la strada. Ho chiamato degli amici, mi hanno dato una mano… Ad esempio le prime due settimane sono stato ospitato a Coverciano, altre due settimane a Campo di Marte, ma dopo, siccome siamo una famiglia abbastanza numerosa, ci siamo divisi in due parti, due in un posto, gli altri quattro in un altro… Non si sa nemmeno dove si va a dormire perché i soldi sono pochi… La gente si chiede perché uno che è stato in affitto fino ad ora da un momento in poi non ha pagato più, ma è una matematica facile: se tu guadagni novecento-mille e tra affitto e condominio sono sempre novecento-mille tu vai avanti con prestiti e cerchi il modo di tappare i buchi diciamo… Arrivi a un certo punto e non ce la fai più e ti arrivano tutti insieme. Vai avanti con prestiti, a chiedere soldi a destra e sinistra, ma quelli che prendi vanno a pagare l’affitto e per il resto devi mangiare, pagare le spese, acqua, luce e gas…

E quindi poi sei andato a stare da degli amici e poi come hai pensato di fare?

Prima di tutto, quando mi sono proprio trovato per la strada, sono andato a parlare con gli assistenti sociali, ho parlato con il comune, con i servizi casa.. E tra questi proprio non mi ha considerato nessuno, come se trovarsi con i propri familiari per la strada fosse una cosa normalissima… Ho mandato una lettera di raccomandata a Renzi, personalmente, agli uffici casa, agli assistenti sociali… Nessuno mi ha considerato. Mi ha considerato solo questa gente, veramente, la gente del Movimento di Lotta per la Casa mi ha considerato perché si sono sentiti male per me, perché secondo me anche loro hanno vissuto una cosa del genere e hanno cercato di darmi una mano il più possibile.
Siamo andati domenica in Via de’ Servi, ma siamo stati sgomberati immediatamente e violentemente. Hanno fatto una cosa tragica: portare fuori i bambini e le mogli per le strade… E’ stata una cosa vergognosa… E’ tutto filmato, non è che stiamo inventando… Addirittura qui, nella nuova occupazione in Via del Romito, mi sono sentito più male quando è arrivato l’ordine di sgombero, perché qui è ancora un’altra storia, perché questo palazzo è vuoto da diciassette, diciotto anni… Ci sono solo due inquilini, ma sono quasi trentatré appartamenti… Scusate se mi permetto di dirlo, ma in tutti gli appartamenti c’erano delle merde di piccione alte due metri! Allora cosa vuol dire? C’è posto per la merda di piccione ma per la gente non c’è posto? Siamo stati tre giorni interi, mattina e sera a pulire, a pulire e a pulire… E’ impressionante la differenza tra appartamenti puliti e quelli ancora da pulire… E’ un cosa vergognosa! Questo mi ha fatto ancora più male… Perché un palazzo così, enorme, vuoto, completamente vuoto, ci stanno i piccioni che ci cagano dentro, ma la gente e i bambini non ci possono stare? E’ una politica che non capisco… E il comune non da mai una soluzione… Allo sgombero di Via de’ Servi hanno detto che avevano dieci posti per bambini e donne, ma gli altri? Dove vanno? Okay i bambini, ma la mamma e il babbo dove si portano?

Se tu potessi scegliere, resteresti qui in via del Romito?

Certo! Ma non tanto perché qui mi piace, ma a me bastano quattro mura e un tetto. E’ da quattro mesi che siamo in sei e la cosa migliore che abbiamo fatto era stare in sei in una stanza di dieci metri quadri, c’è solo il posto per dormire, ma neanche per camminare. Non è che vogliamo di più, non è che vogliamo divertirci, non siamo qui per passare la giornata… Il palazzo è cambiato da così a così da quando siamo entrati, c’è l’odore di pulito, mentre prima c’era l’odore di merda (scusate l’espressione), si è messa la corrente, si è fatto un bel lavoro… Eravamo più di tredici, quattordici nuclei familiari con più di venti bambini.

Come ti trovi con gli altri occupanti?

Sono bravi e in gamba. La maggior parte sono più o meno nella mia stessa situazione. Perché io non è che nella vita sono stato un vagabondo o non ho mai lavorato. No, ho lavorato sempre e questo ti fa sentire ancora più giù moralmente… E poi quelli senza lavoro, logicamente come fanno? Devono morire? Per mandare avanti il capitalismo, il mercato libero… E lo stato a che serve? Se lascia il mercato completamente libero lo stato a cosa serve? Allora non serve a niente, perché domani se i proprietari di casa si mettono d’accordo e l’affitto arriva a duemila euro al mese, nessuno dice nulla! Per ora lo stato è servito soltanto a portarci via la casa. Ed è una cosa vergognosa perché in Via de’ Servi sono arrivate cento persone, ma immediatamente! Proviamo ora a chiamare qualcuno delle forze dell’ordine perché abbiamo un problema e vediamo dopo quanto tempo arrivano: scommetti che passano due ore? Invece lì…immediato! Hanno soldi, hanno forza, hanno potere, hanno modo di costruire mega palazzoni che non servono a nulla e di buttare via la gente in mezzo alle strade.

Come ha vissuto la decisione di occupare la tua famiglia?

Per dirti la verità, quello che mi fa sentire più male è che i miei bambini fino a poco tempo fa non avevano capito ancora che dovranno andare via anche da qui, da Via del Romito. Mi hanno chiesto “Babbo per favore fai una chiave anche per noi, così poi scendiamo nel cortile a giocare…” Gli ho detto che andava bene ed erano contentissimi! Contentissimi perché tutti desiderano quattro muri e un tetto. Fino a poco tempo fa quando hanno saputo che dobbiamo andare via. I miei bambini vanno a scuola; questo periodo è stato difficile anche per i loro studi, perché stiamo spostati un po’ qua e un po’ là, da Firenze Nord a Firenze Sud e si trova difficoltà per andare a scuola. Ma non solo noi, tutte quante le famiglie che ci sono qui…

A loro piace vivere in questa casa?

Avoglia! Hanno pulito pure loro, con le loro mani, qui hanno lavorato anche i bambini, non come sfruttamento ma perché proprio hanno la voglia, la voglia di stare in una casa! In Via de’ Servi sono i bambini che hanno guidato la manifestazione: il corteo è partito dai bambini che sono partiti con il microfono a parlare con i poliziotti e con la digos e gli hanno chiesto “ma voi avete bambini?” e nessuno ha risposto, hanno ripetuto tre volte: “ma voi avete i bambini? C’è qualcuno che può rispondere per favore?” e uno ha risposto sì, “ allora voi non avete il cuore per portare i bambini via per le strade” e da lì è partita l’idea per il corteo. Secondo me questa gente va considerata meglio di così, perché questa gente fa parte dello stato e questi bambini fatto parte del futuro dell’Italia perché tra questi bambini di sicuro qualcuno sarà dottore, avvocato o ingegnere o chissà cos’altro, non è che sono delinquenti, no?

Parliamo ora con S. e L. una coppia rumena a cui chiediamo di raccontare la loro storia….

S. -Siamo arrivati in Italia tre anni fa. Cerchiamo una casa per stare un po’ tranquilli perché abbiamo un bambino che ha quasi due anni e io sono incinta di un altro bambino. Cerchiamo una casa per noi perché dove siamo stati per un po’ prima ci sono quindici persone in tre stanze e noi non si può vivere così con un bambino piccolo…

Che lavori avete trovato?

S. – Non c’è lavoro, non c’è nulla…Lui ha lavorato alla fortezza, due o tre volte all’anno, quando c’è Pitti…

L. –Faccio il facchino o le pulizie… Un po’ di tutto…Ma la paga non è abbastanza! Mi pagano dopo due o tre mesi! E nemmeno tutti in una volta: due o trecento e poi il resto chissà quando…

Dove abitavate prima dell’occupazione?

S. –Prima con la famiglia di L. Con i genitori e i fratelli. Anche per il bambino di due anni era difficile vivere così, perché non puoi girare, non puoi giocare perché non c’è posto e non puoi stare un po’ tranquillo perché c’è tanta gente nella casa che esce o che entra…Il comune non ci ha offerto nulla, nemmeno una mano, non ci vuole nemmeno ascoltare. Abbiamo provato, però non c’è niente da fare con loro perché all’inizio ti diranno “sì va bene si troverà una soluzione, aspetta una nostra chiamata” e poi aspetta… Ma non serve a nulla, non chiamano…

L. -Abbiamo sentito da amici che c’è il movimento di lotta per la casa… Siamo andati da loro allo sportello per le emergenze abitative e abbiamo parlato con loro.

S. -Sono stati tutti bravi. Quelli che non sono bravi sono quelli che non ci permettono di trovare un posto, come i proprietari di qui [via del Romito] o il comune. Il proprietario di questo posto è in galera e è malato e quindi non gli serve a niente, ma preferiscono, anche quelli del comune o quelli della questura, che ci stanno dei piccioni qua invece di stare qualcuno che può fare qualcosa per questo posto. Se non ci sta nessuno qua, come negli ultimi quindici anni, si rovina tutto. Preferiscono dividere i babbi dalle mamme con i bambini. Anche a me hanno proposto questo accordo, ma non si accettano queste cose, perché noi si lotta per la casa e per l’unità della famiglia, sennò poi i bambini con la mamma e il babbo lo vedono solo una volta a settimana. Abbiamo parlato con tutte le donne del movimento, e preferiamo l’unità della famiglia, per i nostri bambini, per loro, per la loro vita è meglio stare tutti insieme, no?

Com’è l’appartamento che avete qui in questi giorni?

S. –Bello, è un appartamento con bagno e cucina. Abbiamo portato un letto noi da casa, perché non c’era niente qui. Però si sta bene. Abbiamo comprato un po’ di oggetti da mettere, abbiamo speso quasi duecento euro… Ieri abbiamo dovuto pulire perché c’era la polvere da quindici anni dato che non c’era nessuno. Abbiamo pulito tutto, anche le scale, apposta per non dare un motivo di dire che siamo venuti qui per fare casino, abbiamo fatto tutto per bene

L. –A mio figlio la casa è piaciuta molto, ha visto un posto grande. Nel palazzo ci sono posti adatti dove i bambini possono girare e giocare. Ha fatto amicizia con gli altri bambini del palazzo e giocano insieme. Ha visto questo cortile grande e si divertiva a scappare e a correre.

Avete vissuto anche l’occupazione in via de’Servi?

S. –Sì, certo, L. ha preso una botta. Io ero dentro con le donne e i bambini che piangevano tutti. La polizia ha picchiato tutti gli uomini che erano davanti alla porta per non farli entrare. Il bambino ha avuto paura, è un bambino piccolo e non capisce cosa succede ma ha paura quando vede tanta gente a cui viene paura. Non dovrebbe vedere queste cose, ma a lui come tutti i bambini. Domenica quando la donna è svenuta l’hanno vista tutti e hanno iniziato subito a avere paura e a piangere perché i poliziotti non si sono fermatiquando la donna era giù, erano tutti sopra di lei e questa è una cosa che non si fa… E’ una cosa che non si fa nemmeno con un cane: se vedi un cane giù fai qualcosa per dargli una mano… Ma poi per un uomo… Ho paura della polizia, che possano tornare… Tutti hanno paura di questo, tutti, perché da quando siamo venuti qua loro camminano qui davanti… Poi ieri quando sono venuti in tanti, mentre ci avevano detto che arrivavano tipo in cinque. Mentre ne sono entrati sei o sette, ma giù ce ne erano tanti e non si fa così, perché prima dicono una cosa e poi ne fanno un’altra…

L. -I miei parenti erano contenti per noi che andavamo nell’occupazione, perché almeno siamo un po’ più tranquilli. Però quando hanno visto questo si sono presi paura per noi, anche perché hanno sentito che ho preso le botte la Domenica.

Cosa pensi che succederà ora?

S. –Spero andrà meglio. Lo spero davvero. La mia idea era di trovare una soluzione perché sono tante le case vuote qui a Firenze (ma non solo a Firenze, da tutte le parti) e potevano trovare una soluzione per lasciare tutta la famiglia insieme. Non accetto di separarci, perché se doveva essere così potevo lasciare il bambino in Romania e stare io qua, ma io non voglio stare lontana dal mio bambino e dal mio marito.

L’intervista continua QUI con la seconda parte

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