La fine della “classe media” negli Usa

http://cdn.wallstcheatsheet.com/wp-content/uploads/2012/04/walmart.jpgda THE AMERICAN PROSPECT (pubblicato da INTERNAZIONALE) -articolo di Harold Meyerson

Nel 2013 i tre maggiori datori di lavoro del settore privato negli Stati Uniti erano tutti rivenditori al dettaglio che pagavano salari bassi:Walmart,Yum! Brands (che possiede Taco Bell,Pizza Hut e Kentucky Fried Chicken) e McDonald’s.Nel 1960 i tre maggiori datori di lavoro erano aziende di servizi di pubblica utilità o colossi industriali con dipendenti ben pagati e sindacalizzati:General Motors, At&t e Ford.
Il declino del lavoro negli Stati Uniti è in ultima analisi una conseguenza del declino del potere dei lavoratori.Dagli anni settanta in poi le aziende hanno cercato sempre di piu di fermare l’espansione dei sindacati nelle regioni del paese o nei settori economici in crescita.E’ nata una nuova industria,quella dei consulenti che aiutano le aziende a sconfiggere i tentativi di sindacalizzazione dei lavoratori.Il National labor relations act, la legge sulle relazioni industriali,proibisce il licenziamento dei lavoratori durante le amministrazioni Johnson, Carter,Clinton e Obama sono falliti.Nel 2013 la quota dei lavoratori sindacalizzati delle imprese private è scesa del 6,6%,e la contrattazione collettiva è di fatto scomparsa dal settore privato.
Il crollo del potere contrattuale dei lavoratori aiuta a spiegare uno dei principali paradossi dell’economia statunitense di oggi:i dipendenti non sono ricompensati per gli incrementi di produttività.”Oggi negli Stati Uniti un operaio di fabbrica è responsabile in media di oltre 180.000 dollari di produzione all’anno,il triplo rispetto ai 60.000 dollari del 1972″,scrive l’economista Mark Perry dell’università del Michigan.”Rispetto agli anni settanta abbiamo raddoppiato la produzione industriale con circa 7 milioni di lavoratori in meno”.In molti settori gli incrementi di produttività superano addirittura le stime di Perry.”Trent’anni fa un lavoratore impiegava dieci ore per produrre una tonnellata d’acciaio”, ha detto nel 2011 John Surma,amministratore delegato della U.S Steel.”Oggi bastano due ore”.
Secondo la teoria economica convenzionale questi incrementi produttivi avrebbero dovuto tradursi in consistenti aumenti di stipendio per i lavoratori.Ma la teoria economica convenzionale non tiene conto del potere delle dirigenze aziendali e degli azionisti e della debolezza dei lavoratori.La sociologa Tali Kristal,dell’università israeliana di Haifa,spiega che dal 1970,la quota di ricavi destinata a salari e previdenza nel settore manifatturiero è scesa del 14%,a fronte di una crescita di pari misura della quota dei profitti.Un fenomeno simile si registra nei trasporti,dove la quota dei salari si è ridotta del 10%,e nell’edilizia,dove è scesa del 5%.Ad accomunare questi settori è il dimezzamento del tasso di sindacalizzazione negli ultimi quarant’anni.Gli incrementi di produttività sono stati spartiti,secondo la semplice aritmetica del potere.
Solo se si tiene conto della soppressione del potere dei lavoratori si spiega la generalizzata diminuzione dei posti di lavoro ad alta retribuzione negli ultimi 35 anni.Solo se consideriamo l’erosione del potere contrattuale del lavoro possiamo capire perchè le imprese statunitensi,con oltre 1.500 miliardi di dollari di liquidità,hanno scelto di riaquistare le proprie azioni e aumentare i dividendi,ma non hanno nemmeno preso in considerazione l’idea di aumentare i salari
.

RIPRENDERSI IL FUTURO

Dunque l’America del 1947-74 l’America dei baby-boomers-è stata solo una grande eccezione nella storia economica del paese,un’età dell’oro che non tornerà piu? Le condizioni che portarono al boom del dopoguerra e alla prosperità diffusa sono state davvero così anomale che il mito del successo americano continuerà a sbiadire sempre di piu? Le forze della globalizzazione e della robotizzazione continueranno inesorabilmente a far crescere i redditi di pochi a scapito dei piu?
Che l’egemonia statunitense sull’economia mondiale nei trent’anni successivi alla seconda guerra mondiale sia un fenomeno irripetibile è assodato.Che la globalizzazione e l’automazione abbiano determinato enormi cambiamenti nell’economia americana è ovvio.Ma vale la pena sottolineare che negli ultimi quarant’anni c’è stato un paese industrialmente avanzato che ha visto migliorare le condizioni dei lavoratori:la Germania.Come le multinazionali statunitensi,i colossi dell’industria tedesca (Daimler,Siemens,Basf e altri) hanno fabbriche in tutto il mondo.Ma, a differenza delle multinazionali statunitensi,hanno tenuto in patria i posti di lavoro piu remunerativi e la produzione a maggior valore aggiunto.Il 19% della manodopera tedesca è impiegata nel settore manifatturiero,contro l’8% degli Stati Uniti.Salari a benefit dei lavoratori industriali tedeschi sono di un terzo piu alti di quelli americani.Mentre gli Stati Uniti hanno il deficit della bilancia commerciale piu alto del mondo,la Germania ha un surplus secondo solo a quello della Cina (e qualche volta riesce anche a superarlo).
Certo,l’identità tedesca è molto piu legata alla manifattura rispetto a quella statunitense.Questo è dovuto a una serie di meccanismi nazionali che non solo favoriscono la manifattura grazie a politiche eccellenti come quelle della formazione professionale, come quelle della formazione professionale,ma danno anche piu potere ai lavoratori.Per legge,le aziende tedesche con piu di mille dipendenti devono avere in consiglio di amministrazione un numero uguale di rappresentanti dei dirigenti e dei lavoratori.Per la gran parte,le aziende tedesche non si finanziano con l’emissione di azioni e obbligazioni,ma attraverso l’investimento interno o facendosi prestare soldi dalle banche.Il ruolo degli azionisti è insignificante.eguendo la strada di un capitalismo che mette al centro il dipendente e la comunità,la Germania è riuscita ad adattarsi alle stesse forze della globalizzazione  che hanno investito gli Stati Uniti senza ridimensionare la forza contrattuale e i redditi dei lavoratori.
La crescita dei redditi non è l’unica cosa scomparsa negli ultimi quarant’anni in
America.Gli statunitensi sentono di aver perso il controllo delle loro vite.I giovani laureati che fanno mestieri per i quali basterebbe un diploma superiore,i disoccupati di mezza età che decidono di ritirarsi da  un mercato del lavoro che non ha piu posto per loro,i 45-60enni costretti a rimandare il pensionamento perchè non hanno risparmiato abbastanza:tutta questa gente conduce un’esistenza che non ha nulla a che fare con le aspirazioni che gli americani fino a poco tempo fa fa pensavano di poter soddisfare.In un sondaggio del Pew research center del maggio del 2013 è stato chiesto a un campione di statunitensi se pensano che i bambini di oggi staranno meglio o peggio dei loro genitori.Il 62% ha risposto peggio,il 33% meglio.Gli studi sul declino della mobilità intergenerazionale dicono che questo pessimismo è fondato.

L’estinzione della grande e dinamica classe media che aveva caratterizzato gligli Stati Uniti nel dopoguerra non è il frutto delle leggi dell’economia o della fisica.Molti degli elementi che hanno ostacolato la rifondazione di un’America piu prospera ed ugualitaria sono in fin dei conti artefici politici,suscettibili di correzioni politiche.Per mettere in atto queste correzioni servirà una mobilitazione politica straordinaria,prolungata ed eroica.Gli americani dovranno trasformare l’ansia in indignazione,e usare questa indignazione per riprendersi la loro fetta del futuro del paese.

Facebook

YouTube