Intervista a un lavoratore di Eataly Firenze

Abbiamo intervistato un lavoratore di Eataly a cui l’azienda non ha rinnovato il contratto a tempo determinato in scadenza a fine agosto. Ancora una volta abbiamo conferma di come le parole dei padroni (riguardo i problemi della disoccupazione giovanile in questo caso) siano ben distanti dai fatti. Sabato 30 e domenica 31 agosto i lavoratori di Eataly Firenze sciopereranno per l’intera giornata; alle 12 di sabato e alle 22.30 di domenica sono previsti due presidi di solidarietà.

Come hai iniziato a lavorare per Eataly?

Ho sempre lavorato in ristoranti in centro a Firenze. Essendo all’epoca disoccupato ed avendo saputo dell’apertura di Eataly ho contattato direttamente l’azienda, non mi sono mai affidato ad agenzie interinali. Sono stati loro che hanno girato il curriculum all’agenzia. Sono molti comunque a essere stati assunti tramite l’agenzia.

Peraltro ci sarebbe un limite legale all’assunzione tramite agenzie interinali, no?

Il limite legale esiste ed è dell’8% ma va in deroga quando c’è una startup ovvero una nuova apertura. Sicuramente ci sono dei limiti sui tempi determinati. Ma gli ultimi regolamenti approvati, vedi legge Fornero e Jobs Act, annullano ogni possibilità di vertenza, perché permettono di assumere molto di più a tempo determinato e senza bisogno di dare spiegazioni di carattere tecnico, produttivo o organizzativo.

Che lavoro fai in Eataly?

Aiuto cuoco, il piccolo Umpa Lumpa dello chef.

Come si lavora a Eataly? Com’è l’ambiente?

Per quanto riguarda il rapporto con i colleghi è molto positivo perché siamo tutti coetanei, giovani intorno ai 25 anni, e siamo molto legati. Fortunatamente il disagio che viviamo dentro l’azienda è condiviso da tutti i reparti.

Di che tipo di disagio parli?

Per esempio il fatto di avere una flessibilità inesistente. L’orario settimanalmente viene fatto con un preavviso minimo. La domenica viene attaccata in bacheca la lista dei turni dal lunedì in poi: abbiamo cioè un preavviso anche inferiore alle 24 ore. È difficile organizzarsi liberamente la vita così.

Un altro problema è che non esistono canali di comunicazione fra dipendenti, e di questi con la dirigenza aziendale. Non ci sono assemblee sindacali e l’ingresso a lavoro la mattina avviene a scaglioni. Ma addirittura per evitare il rischio di far comunicare troppo i lavoratori tra sé, l’azienda non si prende neanche la briga di incontrare in gruppo i dipendenti per parlare di problemi o comunicare novità. Ogni comunicazione viene data in bacheca.

È impossibile trasmettere un disagio e sperare di essere ascoltati. Anche quando qualcuno ha provato a protestare perché era stato posto un limite di mezzo litro d’acqua a dipendente al giorno, è stato preso da parte ed è stato ripreso con frasi tipo “usi parole forti…”. È inutile e impossibile sollevare questioni, anche su cose basilari e beni primari come l’acqua potabile.

Gli orari di lavoro sono rispettati?

Sì, ma vengono fatti contratti con meno ore di quante ne servono in realtà. Quindi per esempio all’azienda serve un lavoratore per 32 ore, ma propone un contratto da 26, per poter poi ridurre liberamente l’orario all’occorrenza. Oppure se in alcuni reparti sa che qualcuno dovrà lavorare più di 40 ore settimanali, fa contratti forfettari a 1100 euro, per evitare di dover pagare straordinari.

Quindi la rappresentanza sindacale è inesistente?

Sì, anche quando provi a fare discorsi da sindacalista vieni represso. Nel sollevare polemiche riguardo per esempio al non rinnovamento del contratto ti può succedere che la risposta sia: “capisco che sei negativo, puoi utilizzare le ferie e i permessi accumulati per non lavorare più qui.”. Qualcuno è stato contattato dall’agenzia interinale per essere allontanato dall’azienda, e addirittura l’agenzia interinale ha avvertito che trovare lavoro a Firenze può diventare difficile se uno polemizza: hanno chiesto omertà per tutelare la possibilità di lavorare.

Parliamo un po’ di Eataly. Cosa ci sai dire della retorica dell’azienda: il mangiare prodotti di qualità e sani, il “consumo critico”?

All’ingresso del supermercato c’è una scritta enorme “Il primo gesto agricolo lo compie il consumatore, scegliendo ciò che mangia”. Sono molto critico rispetto a questa ipocrita attenzione per la qualità del cibo e l’attenzione al consumo. Lì dentro c’è uno spreco allucinante: chili di frutta e verdura vengono buttati via perché non si presentano bene, magari hanno qualche imperfezione.

E gli sprechi non si fermano al cibo. Come esperimento di marketing era stata costruita una cucina con friggitrice da 20000 euro che nel giro di una settimana è stata smontata. Loro 20000 euro li spendono così.

La clientela come è composta?

Data la posizione, vicino a piazza Duomo, è inevitabile che la maggior parte dei clienti sia composta da turisti. Tuttavia, soprattutto all’apertura, erano tanti i fiorentini che entravano in negozio attratti dall’ammaliante marketing legato all’immagine di cui si parlava prima. Tanti si fermavano a dirci che gli sembrava bello che dei giovani lavorassero lì. Ovviamente eravamo costretti a rispondere con frasi di convenienza.

E il non rinnovo del contratto come è avvenuto?

Nessuno sa del proprio destino lì dentro se non si interessa. Si vive e si lavora costantemente in ansia. Vedendo il clima e le riduzioni del personale, sono andato a informarmi. Le motivazioni date sono state prevalentemente frasi fatte a tavolino trovando scuse senza capo né coda. Non ci hanno detto che volevano ridurre i costi fissi, ma che non eravamo idonei al modello Eataly o che non avevamo l’atteggiamento giusto. Per tutti i mesi che sono stato lì, come dicevo prima, non mi hanno mai detto niente, pretendendo anche un impegno da parte mia che andava oltre il mio lavoro. Avrei preferito che non mi avessero detto niente quando non mi hanno rinnovato il contratto, invece che accampare motivazioni pretestuose.

Ci sono prospettive di lotta e protesta?

In molte parti d’Italia ci sono state proteste e flash mob contro Eataly, i cui promotori sono stati attaccati e accusati di fare delle critiche a un’azienda che dà lavoro. Ma se lo stesso Farinetti parlava di mantenere l’80% del personale, adesso lavorano a Firenze meno del 50% dei dipendenti iniziali di Eataly. Anche rimanendo nella sua retorica, è un fallimento totale. Anche a Firenze si muoverà qualcosa.

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