Il “preside padrone” (e i suoi scagnozzi) ci sono già: sul presidio al liceo Alberti
E’ singolare come certe situazioni si ripetono nel tempo: gli studenti occupano le scuole (autogestiscono, organizzano forum ecc) per prendersi spazi e tempi e, regolarmente, qualcuno grida allo scandalo. La solita solfa, fatta di piagnistei e ramanzine da parte di qualche prof attempato, genitori isterici e presidi sceriffo. Ma la novità, quest’anno, è stata la totale criminalizzazione della consueta protesta studentesca, a mezzo stampa come nelle chiacchiere da bar: quasi come se “gli adulti” avessero deciso di sfogare ulteriormente sui più giovani le loro frustrazioni, a proposito di collaborazione tra generazioni….. Polizia e Digos comprese.
Tira una brutta aria e, se guardiamo anche la “buona scuola” del Governo Renzi, che di fatto ratifica questo “stato d’eccezione permanente”, come il JobsAct si propone di fare nel mondo del lavoro, serviranno risposte adeguate (e organizzate). Vi lasciamo al comunicato del collettivo dell’Alberti, molto chiaro nello smontare una serie di balle circolate in questi giorni.
—
Martedì 24 Novembre, si è svolto un presidio dalle ore 8:00 davanti alla sede di via San Gallo in reazione agli eventi del giorno precedente; consideriamo inaccettabile che una scuola venga sgomberata, inoltre volevamo che fosse chiara la posizione della dirigenza a riguardo.
Fuori c’era il presidio e dentro un collegio docenti straordinario sorvegliato dalla DIGOS, i quali agenti con un cordone filtravano l’accesso alla scuola; poco più in là erano sostenuti da una camionetta dei carabinieri.
Molti professori sono rimasti spiazzati e indignati dalla presenza inopportuna delle forze dell’ordine davanti alla porta d’entrata; una maggioranza di docenti è entrata a svolgere il collegio, mentre altri sono rimasti fuori ritenendo inaccettabile la situazione. É entrata più tardi una delegazione di studenti accolta dalla maggioranza dei professori presenti anche se non voluta dalla preside, che l’ha dichiarato. La delegazione ha richiesto alla preside di presentarsi al presidio perché chiarisse la sua posizione; anche questa richiesta è stata negata. La dirigente ha palesato la sua approvazione verso l’intervento delle forze dell’ordine.
I professori si sono ritenuti offesi dal volantino consegnato la mattina stessa in cui accusavamo un “nozionismo sterile” e “presidi gendarmi”, teniamo a ribadire che la nostra protesta non era rivolta ad una situazione interna alla scuola, ma ad un modello di istruzione che con la Buona Scuola non fa che assodarsi istituzionalmente.
Una maggioranza di professori si è dichiarata come noi contraria al DDL 107, ricondannando peró la modalità di protesta adottata e la non-collaborazione tra le parti; noi abbiamo esplicitato la nostra posizione riguardo alle occupazioni “tradizionali” : secondo noi sono tanto poco prese in considerazione mediaticamente, quanto poco utili a formare gli studenti.
Siamo stati inoltre accusati di avere agito inconsapevolmente e “tanto per fare”, di aver approfittato dell’inconsapevolezza degli alunni più giovani, di essere stati strumentalizzati da realtà esterne e di aver tanto rivendicato la democrazia ma di non aver agito di conseguenza. In risposta abbiamo ribadito che eravamo totalmente consapevoli delle conseguenze che avrebbe comportato barricarci all’interno di un edificio pubblico; abbiamo riflettuto a lungo durante più assemblee per far prendere coscienza a tutti dei rischi che stavamo correndo. All’interno dell’istituto ogni giorno venivano collettivamente decise le sorti dell’occupazione invitando gli studenti contrari a dibattere sulla questione, ma non c’è stata da parte loro partecipazione. Per smentire le accuse di essere stati iniziati da altre realtà ribadiamo che non vi è stata alcuna influenza esterna; soltanto gesti di solidarietà.
Riconosciamo di aver fatto errori, come aver limitato il dialogo coi professori e non aver informato regolarmente di cosa avveniva al di là di una porta chiusa. Non ci troviamo peró d’accordo con le continue sentenze prettamente negative che abbiamo ricevuto da parte della dirigenza e di molti professori.
Inoltre riteniamo molto grave la totale approvazione che la dirigente ha dimostrato nei confronti di un gesto grave come quello di lunedì; un’atto di repressione che da tempo non avveniva e che ci augureremmo di non vedere più in futuro, se il questore Micillo non avesse comunicato pubblicamente la decisione di riservare lo stesso trattamento a tutte le scuole che come Alberti ed ISA decideranno di occupare.
Siamo anche consapevoli che la tempestività con cui è stato fatto lo sgombero è stata a causa della posizione strategica che una scuola occupata in pieno centro avrebbe avuto durante il riunirsi del vertice NATO, verso il quale ci siamo dichiarati contro fin dal primo giorno, e annunciando di prendere parte al corteo NO NATO di oggi, 25 Novembre.
Per concludere quindi ringraziamo la solidarietá che le realtà hanno dimostrato anche tramite l’affissione di striscioni sulle facciate di molti licei fiorentini. È stata inoltre molto importante e significativa per noi la disponibilità che alcuni professori hanno dimostrato nell’ascoltarci, il capirci, e l’aiutarci.
PS- Caro sindaco Nardella, a noi non basta che la facciata esterna ci venga ridipinta come hai annunciato, i problemi per cui spendere oltre 270’000 euro sono ben altri.
ALBERTI RESISTE
Di seguito, gli striscioni affissi in varie scuole dai collettivi studenteschi solidali
Leggi anche: