Stamattina l’esercito Israeliano ha attaccato la Freedom Flotilla uccidendo almeno 19 persone e ferendone altre.
La Freedom Flotilla è una flotta carica di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, alimentari e anche case prefabbricate. Sulla nave erano presenti oltre 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse, tra cui molte organizzazioni umanitarie, parlamentari, giornalisti, reporter, medici, e ong come Free Gaza Movement o European Campaign to end the Siege on Gaza.
L’attacco si configura come un atto di pirateria, in quanto le imbarcazioni si trovavano a largo della costa Israeliana, in acque internazionali a circa 75 miglia dalla costa israeliana. L’attacco immotivato ha scatenato anche la reazione di alcuni Stati e persino l’Unione Europea sta aprendo un’inchiesta in merito, attualmente l’unica reazione istituzionale italiana è stata di condanna per le numerose morti.
L’otto marzo di ogni anno si celebra la Giornata Internazionale della Donna, festività ormai di mero stampo commerciale per molti; viene spessa celebrata dalle istituzioni e dai suoi rappresentanti in maniera rituale, come se fosse qualche vecchia tradizione da rispettare, scordando, o meglio ignorando, il reale significato di tale data e di cosa realmente è la Giornata Internazionale della Donna.
La prima giornata della donna si tenne il 29 febbraio 1909 negli Stati Uniti, dopo che il Partito Socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare tale data per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile; in Europa viene indetta per la prima volta come giornata della donna il 19 marzo 1911 su scelta del Segretariato internazionale delle donne socialiste; quella data fu scelta perché, in Germania, il 19 marzo 1848 durante la rivoluzione il re di Prussia dovette per la prima volta riconoscere la potenza di un popolo armato e cedere davanti alla minaccia di una rivolta proletaria. Tra le molte promesse che fece allora e che in seguito dimenticò, figurava il riconoscimento del diritto di voto alle donne.
In Russia si celebrò per la prima volta a San Pietroburgo il 3 marzo 1913 per iniziativa del Partito Bolscevico, con una manifestazione che fu interrotta dalla polizia zarista con numerosi arresti.
In Germania fu tenuta per la prima volta l’8 marzo 1914, giorno d’inizio di una «settimana rossa» di agitazioni proclamata dai socialisti tedeschi, mentre in Francia si tenne con una manifestazione organizzata dal Partito socialista a Parigi, il 9 marzo 1914.
La storiografia moderna si è riempita di pidocchi revisionisti che pretendono di cambiare gli accaduti, la memoria, la toponomastica, i libri di testo […] “I morti –diceva Pavese- sono tutti uguali, partigiani e repubblichini” tutti travolti dal fato. Ma non erano uguali le loro storie, le loro idee. La pietà è una cosa che fa parte del sentimento umano, solidale ma la pietà per le idee non ha senso, non si può avere pietà per le idee barbare, assassine, non si può revisionare l’orrore, si può al massimo dimenticarlo.
Giorgio Bocca.
Cosa ha spinto, negli ultimi anni, una certa area politica a strumentalizzare un avvenimento di secondo piano, il cosiddetto eccidio delle foibe, sezionandolo accuratamente dal contesto storico d’appartenenza, gonfiandone fino all’inverosimile la portata, sovrapponendolo artatamente, in sede di elaborazione storiografica, ad avvenimenti successivi di ben più grande portata?
Non è sicuramente estranea a questa Operazione l’ossessione che, da oltre 15 anni, la Destra (più o meno fascista) manifesta nervosamente: giungere alla tanto agognata pacificazione nazionale (fascismo/antifascismo) su basi paritetiche. Prosegui la lettura…
67 anni fa, il 2 febbraio del 1943, l’Armata Rossa sconfiggeva le forze tedesche, italiane, rumene ed ungheresi nella battaglia di Stalingrado, scontro decisivo della seconda guerra mondiale che portò negli anni a seguire alla sconfitta della Germania nazista e dei suoi alleati.
Arrivati a Stalingrado con l’intento di ottenere il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell’importante centro politico ed economico sul fronte orientale, gli invasori ottennero infine solo una bruciante sconfitta.
Dopo mesi di offensiva il 2 febbraio 1943 il popolo russo con immenso ed esemplare sacrificio sconfisse e cacciò i nazisti da Stalingrado e cominciò l’offensiva nei territori dell’est Europa.
Una vittoria storica che coinvolse nella lotta contro la sesta armata nazista, l’armata di von Paulus, la popolazione locale in uno spietato combattimento corpo a corpo, casa per casa, aprendo la strada all’inarrestabile controffensiva dell’armata rossa che avrà i suoi momenti più alti nella vittoria della più grande battaglia di mezzi corazzati che la storia ricordi, sul saliente di Orel-Kursk e nella presa di Berlino nel 1945.
Questa decisiva battaglia svelò finalmente quanto la famigerata invincibilità dell’esercito nazista, fosse in realtà mera propaganda politica; diede ai popoli europei oppressi una valida e tangibile speranza di libertà e di pace; dimostrò al mondo la tenacia del popolo russo e l’ostilità di quest’ultimo a cedere, dinanzi alla prepotenza e all’arrogante violenza delle truppe dell’asse, i suoi diritti e la sua volontà di pace conquistati con enorme sacrificio durante la Rivoluzione.
Che nessuno, mai, dimentichi gli sforzi e la tenacia degli eroi sovietici.
Sabato 16 gennaio, in via dei volsci 26 alle ore 18:00, si terrà l’iniziativa promossa dalla Rash Roma: “Cuba e America Latina: quali prospettive per il socialismo e la lotta antimperialista”, quest’iniziativa ha come obiettivo principale quello di analizzare politicamente e socialmente ciò che sta accadendo oggi in America latina e il ruolo di una Cuba che festeggia proprio in questi giorni il 51°anniversario della gloriosa rivoluzione socialista portata alla vittoria da punti di riferimento globali della lotta rivoluzionaria e antimperialista quali Che Guevara e Fidel Castro, il cui pensiero e pratica politica sono stati citati recentemente come linee guida anche dal presidente della repubblica bolivariana del venezuela Ugo Chavez nel manifesto programmatico della neonata 5°Internazionale da lui fondata e sostenuta che tante speranze sta dando ai lavoratori e ai rivoluzionari di tutto il mondo.
Ci sembra necessario inoltre informare, fuori dai media di regime, chiunque sia interessato a venire all’iniziativa, degli sviluppi in atto in Honduras e il significato strategico dell’ALBA, e in generale dalla politica di ingerenza dell’imperialismo Usa, tutt’altro che mutata nonostante le promesse verbali dell’amministrazione Obama, su Cuba e in tutto il continente rivolgendo particolare attenzione alla vicenda di Guantanamo e dei Cinque, fino ad arrivare al servilismo di Uribe in Colombia o i tentativi di assassinio del presidente boliviano Evo Morales.
Incontro e dibattito sulla Rivoluzione bolivariana e sul nuovo vincente socialismo del Venezuela di Chavez
Sabato 23 gennaio 2010, ore 17,00
Magazzini Popolari Casalbertone, via B. Orero 61
Quasi due secoli fa il generale venezuelano Simon Bolivar combatté per emancipare l’America latina dal giogo colonialista. Sotto il vessillo nero della pirateria, un teschio con le tibie incrociate e la scritta, rossa “Libertà o Morte”, che il Libertador portava con se nelle sue numerose campagne di Liberazione, si radunarono a migliaia gli oppressi e i popoli del Venezuela, del Perù, della Colombia, dell’Ecuador, di Panama. OGGI, i colori rossoneri tornano a sventolare, vincenti, nel Nicaragua sandinista, in Uruguay, nel Salvador mentre la Rivoluzione bolivariana riaccende le speranze di riscatto di tutti i popoli latinoamericani, fornendo nel contempo all’umanità intera un esempio di dignità e Resistenza al pensiero unico, allo sfruttamento capitalista, all’imperialismo.
Studiando il caso del Venezuela del colonnello Hugo Chavez, avanguardia insieme al suo popolo nella lotta per il socialismo, analizzeremo la storia, i contenuti e le aspettative del processo rivoluzionario del XXI secolo.
Interverranno:
Jose Luis Berroteran Acosta – ambasciatore venezuelano in Italia
Fabio Nobile – segretario PdCI Roma
Questa mattina la RASH Roma ha voluto portare solidarietà ai Compagni russi in lutto, alcuni nostri militanti hanno calato uno striscione in memoria di Ivan Khutorskoy dalla facciata dell’univeristà la Sapienza prima della partenza del corteo studentesco concentratosi nel piazzale sottostante.
Riportiamo sotto il comunicato della Confederazione Internazionale RASH United sulla situazione in Russia, e linkiamo una galleria di fotografie delle azioni fatte da alcune sezioni RASH in memoria di Ivan.
(///) DENUNCIA POPOLARE
DENUNCIA PUBBLICA INTERNAZIONALE – R.a.s.h. United – dal 1.993
Denunciamo con forza la morte del nostro compagno e amico Ivan Khutorskoy – Kostolm – avvenuta il 16 novembre di quest’anno, davanti all’ingresso della sua casa in via Khabarovsk, a est di Mosca, in Russia. Denunciamo il suo vile assassinio, un atto di vigliaccheria che mette in evidenza la debolezza dei fascisti mentre assistono al prosperare delle idee della rivoluzione nelle menti di un popolo umiliato e sottomesso da tanto tempo da quegli stessi oligarchi che non vogliono vedere risorgere un nuovo avvenire di giustizia sociale.
Ciò dimostra chiaramente come questi idioti siano solo una elitè piccolo-borghese che serve a difendere gli interessi dei ricchi in qualsiasi parte del mondo e a tal fine porta avanti queste azioni criminali, che hanno come risultato il nostro moltiplicarci e che ci danno il motivo della nostra esistenza, per costruire un futuro degno con LIBERTA’, UGUAGLIANZA E SOLIDARIETA’ in tutti gli angoli del mondo.
Per questo motivo esprimiamo solidarietà con i compagni antifascisti russi per le numerose perdite subite, rinforzando prima di tutto lo spirito combattivo che dobbiamo mantenere in questi momenti difficili. Inviamo un saluto fraterno da compagni a tutta la famiglia di Ivan e ai suoi compagni di lotte: sappiano che tutto questo cambierà e che ci muoveremo in tutte le aree dove siamo presenti con azioni dirette, coscienza di classe e disciplina rivoluzionaria – perché i fascisti NON PASSERANNO! Questo lo giuriamo!
Denunciamo il narco-governo russo di Dimitry Medvedev, complice di tutti questi omicidi mirati, e di tutti i suoi ministri perché permettono la crescita e rafforzamento di questi gruppi radicali di estrema destra. Così come denunciamo soprattutto tutti i gruppi fascisti presenti in questa zona, dal Partito Nazional Socialista Russo, al NSO, il HCO, il RNE, il Slavjanskij Sojuz, fino al PHE Russo. Tutti questi gruppi sono coinvolti direttamente nella morte del nostro compagno.
Facciamo un appello a tutta la comunità mondiale e ai movimenti sociali perché si esprimano su questa vicenda e facciamo così una forte pressione politica affinché a questi idioti venga tolta qualsiasi agibilità, ricordandoci che il modo più efficace è organizzarci e perseguirli con un’attività seria, ferrea e popolare.