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Archivio per marzo 2011

Albrecht “Ali” Hohler (Bastardi Senza Storia)

30 marzo 2011 Nessun commento

prova prova

- Un autentico “villain” e quindi un antinazista scomodo e impresentabile per la storiografia democratica: il 14 gennaio 1930, Albrecht “Ali” Hohler, ex gangster e militante della RFKB, uccise il capo delle SA berlinesi Horst Wessel vendicando i proletari di Friedrichshain. Dopo l’avvento al potere di Hitler, morì due volte, ucciso fisicamente dai nazisti e colpevolmente dimenticato dal conformismo di certo antifascismo.

Svariate insubordinazioni alla nuova linea continuarono a verificarsi tra i ranghi della Rfkb (Lega dei Combattenti Rossi di Prima Linea), tanto che diversi deputati del partito ne chiesero il definitivo scioglimento in modo da porre fine all’ormai intollerabile mancanza di disciplina di alcuni dei suoi affiliati. Per la Kpd (Partito Comunista Tedesco), l’azione paramilitare dei Combattenti rossi era divenuta un problema politico, tanto più che nel loro rispondere secondo la logica dell’occhio per occhio alle violenze naziste, le unità combattenti vicine al partito avevano finito con l’incamerare buona fetta di un singolare sottobosco metropolitano, quello delle gang giovanili, politicamente di difficile gestibilità e portatore di una conflittualità endemica ed esasperata.
Contrariamente a quanto prescritto dalla sua interpretazione ortodossa del marxismo, la Kpd per una serie di contingenze si era trovata a esercitare una certa egemonia non sul mondo delle fabbriche, suo malgrado, ma su quegli ambienti ideologicamente spuri che erano i ghetti proletari delle grandi città come Amburgo e Berlino. Qui, infatti, l’idealtipo della militanza comunista, il giovane operaio politicizzato, coesisteva gomito a gomito, con le figure asociali e antisociali della piccola criminalità e delle wilde cliquen (‘squadre selvagge’), gruppi di giovanissimi autorganizzati in bande di strada.
Quello delle gang di quartiere divenne, nella Germania del dopoguerra, un vero e proprio fenomeno sottoculturale di massa, con decine di migliaia di effettivi, che impensieriva Istituzioni locali e nazionali. Gli affiliati erano portatori di un codice etico che sovvertiva la morale comune: durezza, coraggio, difesa del proprio territorio, intolleranza all’autorità costituita, predisposizione alla violenza fisica, questi erano alcuni dei requisiti necessari per far parte di una gang. Le prove di ammissione per i neofiti, spesso prevedevano l’attacco a un gruppo individuato come nemico, il pestaggio dei componenti e la requisizione dei simboli ostentati, distintivi, toppe, fazzoletti.
La crisi economica del ’29 e gli sfaceli sociali che ne conseguirono, portarono alla politicizzazione di una fetta consistente delle gang e molti si avvicinarono alla Kpd, o meglio alle sue unità paramilitari. La disoccupazione endemica spinse la gioventù proletaria a cercare riscatto e identità attraverso l’ingresso in quelle organizzazioni che si impegnavano a combattere radicalmente contro lo stato di cose presenti.

- estratto dal libro di Valerio Gentili “Bastardi Senza Storia” in uscita aprile 2011

Libia: la “rivoluzione” dei mercenari dell’euro e del dollaro‏

28 marzo 2011 Nessun commento

“Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”
- Josef Goebbels
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Ci poniamo alcuni interrogativi sul conflitto: Se la guerra in Libia, secondo qualcuno, non può essere nemmeno definita come tale ma, più corretamente, “missione umanitaria di pace” per esportare democrazia, perchè fa parte della coalizione NATO, che attualmente sta bombaradando obiettivi civili di uno Stato sovrano, una nazione come il Qatar? Vale a dire una sanguinaria monarchia teocratica? Perché i freedom fighter$ d’oltralpe e a stelle e strisce non hanno fatto nulla, tre settimane fa, quando il piccolo Regno del Bahrain è stato invaso dall’Arabia Saudita col preciso obiettivo di reprimere nel sangue la locale rivolta di popolo contro il feroce monarca? La regola dei “diritti umani” funziona, allora, solo quando fornisce un comodo paravento per altri interessi (magari economici)?
Fino ad ora, questa guerra ha fatto emergere, da un lato, lo scontro tra gli “imperialismi straccioni” d’Europa (Inghilterra e Francia vs Italia) e dall’altro, ha realizzato il capolavoro machiavellico del premio nobel (?) per la “pace” Barak Obama, un uomo che è riuscito a fare una guerra di razzia passando, grazie ad un’abile manipolazione e cura dei mezzi di propaganda, per un campione del pacifismo. Il bello è che qualcuno, in alto, ha finito per fingere di crederci davvero (!), un esempio? Il nostro presidente della repubblica, che ha negato, mentre l’aviazione NATO bombardava obiettivi civili in Libia, l’esistenza stessa di una guerra.
Nel mondo libero d’occidente si aggira uno spettro…quello di Goebbels!

Un interessante articolo da Peacereporter svela alcuni retroscena di questa moderna “crociata umanitaria”:

Rivelazioni sul coinvolgimento dei servizi segreti francesi nella pianificazione delle rivolte anti-Gheddafi e sulla presenza in Cirenaica di forze speciali angloamericane fin dalle prime fasi della ribellione, se non da prima.
Se non fosse per l’aspro scontro diplomatico in atto tra Italia e Francia sulla Libia, difficilmente saremmo venuti a conoscenza degli imbarazzanti retroscena della ‘rivoluzione libica’ pubblicati ieri dalla stampa berlusconiana, che dimostrano come la rivolta popolare contro Gheddafi sia sta orchestrata da Parigi fin dallo scorso ottobre.

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335 Spine nei Nostri Cuori

24 marzo 2011 Nessun commento

Una suggestiva manifestazione ha ricordato l’eccidio del 24 marzo 1944: ieri sera, più di cento persone si sono ritrovate in Largo Bompiani per un presidio commemorativo. Verso le 21 è stata accesa e lanciata in volo la prima lanterna e progressivamente le altre 334, ognuna in ricordo delle vittime dei nazisti.

L’appuntamento è stato organizzato da Rash Roma, Senza Tregua, realtà antifasciste di Roma sud, san Lorenzo e Casalbertone, per comunicare alla città che i valori dell’antifascismo non possono essere archiviati o parificati a quelli dei fascisti. Lo scorso anno, da parte di settori della destra, vi furono ripetuti tentativi di proposte di promulgare una legge che equiparasse i partigiani ai repubblichini, ma una viva opposizione ha fatto cadere nel vuoto questa insostenibile tesi.
Per Cristiano Armati, scrittore di “Cuori rossi”, è stata un’iniziativa: “Bellissima e toccante soprattutto in un momento in cui le istituzioni hanno smarrito il senso della patria vero e autentico, questo senso è rifondato dal basso da un gruppo di ragazzi che hanno inventato questo modo per celebrare i partigiani, una forma per ripartire e immaginare un’altra idea di paese”.

Fabrizio, uno dei presenti ha commentato con emozione; “In questa serata di marzo forse non tutti ricordano, ma se avessero alzato lo sguardo verso il cielo avrebbero visto volare più di 300 anime sacrificate, Noi li ricordiamo cosi. Con la fierezza di un antifascismo che è sempre vivo”.

Alcune foto dell’evento qui e qui

NEMICI DELLA VOSTRA PACE
NEMICI DELLE VOSTRE GUERRE

21 marzo 2011 1 commento

Era nell’aria da diverse settimane ed infine si è concretato. L’intervento aereo NATO sui cieli di Libia fa da battistrada ad un ormai prossimo impegno delle fanterie d’occidente nell’ennesima guerra predatoria all’ombra del vessillo stelle e strisce della morte.
Dove sono, ora, i falsi pacifisti dalle bandiere arcobaleno? Perché non si indignano per questa oscena “missione di pace” dai miserabili secondi fini? Perché i “democratici” d’Italia plaudono all’intervento “umanitario”? Non è forse vero che la Costituzione tanto difesa ripudia ogni forma di guerra? O il feticcio costituzionale fa comodo solo quando è utile a strumentalizzare il popolo per squallidi fini elettoralistici?
Non ci beviamo le menzogne della “sinistra radicale” nè quelle di D’Alema che oggi usa le stesse odiose formule giustificatorie di 10 anni fa, quando fornì basi e mezzi per i bombardamenti “umanitari” di Belgrado e del popolo serbo.
Oggi, la casta politica liberista di destra e di sinistra (poche sono le eccezioni) fa a gara a chi sta più dalla parte degli insorti libici, perché nessuno tra loro ha fatto altrettanto nei primi giorni in cui i popoli d’Egitto e di Tunisia insorgevano, compatti, contro i loro tiranni? Chiunque, nella ricerca di informazioni, sia andato oltre i canali di propaganda ufficiali, ha potuto notare come in Libia, negli ultimi mesi, non si siano fronteggiati Popolo e dittatore sanguinario ma, molto meno eroicamente, clan militari l’uno contro l’altro armati.
Qualcuno ha mai visto, nelle manifestazioni pro o contro Gheddafi, più di qualche sparuto migliaio di persone (a dire tanto)? Dov’è, allora, questo popolo in nome del quale USA e fidi lacchè d’Europa, così eroicamente, sono disposti ad intervenire?  vete mai ricevuto prova delle stragi di massa di cui, qualche settimana fa, i maggiori telegiornali davano notizie “certe”? E le fosse comuni? I dieci mila morti in un solo giorno?
Oggi, si scopre che le riprese delle troupes occidentali di fosse comuni erano, in realtà, inquadrature contraffatte di un cimitero… Non può essere, allora, che siamo di fronte alle solite balle tipo quelle di qualche anno fa su Saddam Hussein detentore di armi chimiche per la distruzione di massa? Forse, come si suol dire, i nostri governanti “se la suonano e se la cantano”…
Dire queste cose significa schierarsi dalla parte di Gheddafi? Non nel nostro caso, a noi, il Rais piace ben poco ma proviamo ancora meno fiducia nell’ipocrita sciacallaggio in salsa occidentale.
La tanto sbandierata democrazia ha spinto puntigliosamente USA e compari ad intervenire in zone geopoliticamente appetibili, dove c’erano interessi economici (il petrolio è storicamente un mantra dello zio Sam) perché altrettanto non si è fatto dove in ballo sussistevano interessi di altra natura?
L’anno scorso si è verificato un colpo di Stato in Honduras che ha rovesciato il governo democraticamente eletto dal popolo e l’esercito ha sparato sui manifestanti inermi, perché in quel caso gli USA non sono intervenuti a difendere le ragioni dell’umanità? Perché hanno appoggiato la fazione golpista?
E se andassimo a ritroso nel tempo? Cile, Argentina, Salvador… l’elenco è lungo!

NEMICI DELLA VOSTRA PACE
NEMICI DELLA VOSTRE GUERRE
FUORI DALLA LIBIA $CIACALLI D’OCCIDENTE!

ONORE AI MARTIRI DELLE FOSSE ARDEATINE

19 marzo 2011 2 commenti

24 marzo 1944 l’eccidio delle Fosse Ardeatine: 335 romani sono fucilati dai nazi-fascisti, 335 romani cadono nella lotta per la Libertà.
24 marzo 2011, a 67 anni dal martirio, la loro memoria sarà infangata, ancora una volta, come accade di frequente negli ultimi anni, la nostra città si appresta a fare da ribalta per neonazisti, revisionisti di ogni specie e persecutori di partigiani. In questo caso, per l’appunto il 24 marzo, lo sponsor di questi signori sarà niente meno che l’Università Roma Tre, pronta a patrocinare un convegno-farsa sul futurismo con un manifesto sul quale campeggia in bella mostra il faccione di Benito Mussolini. Bel modo di rendere giustizia ai caduti antifascisti, ai caduti di Roma. Sia chiaro, dicendo questo non intendiamo piagnucolare per la scarsa sensibilità mostrata dalle Istituzioni (municipali e culturali) sulla questione memoria, oramai, ci abbiamo fatto il callo e non proviamo nessuna fiducia per chi ha gettato sul lastrico il museo della Liberazione di via Tasso, sabotato le commemorazioni dei rastrellamenti nazisti nei quartieri ed alle stesse Ardeatine. Ci piace, invece, che tutti sappiano che fine abbia fatto il “ribellismo” dei vari futuristi, Casapound ed amichetti assortiti pronti a gettare la maschera della sovversione per i trenta denari di Alemanno & co. Ai fa$cisti del III° milennio, ai loro protettori in doppiopetto, alla giunta comunale del clientelismo, dei Mokbel, degli Andrini, dei Lucarelli risponderemo facendo librare, il 23 sera, 335 lanterne volanti nel cielo di Roma affinché le fiamme dei caduti antifascisti illuminino a giorno la nostra città strangolata dalle trame nere, che il loro sacrificio non sia stato vano.
ROMA E’ STATA, E’, SEMPRE SARA’ ANTIFASCISTA.

<<Chi si pone per obiettivo quello di accendere i cuori degli altri con la sua fiamma interiore, costui getta una sfida al mondo dell’incomprensione, della negazione, al mondo ostile. Solo la lotta, infatti, ha un senso nella vita.>>
- Ernst Thalmann

16 Marzo 2003 / 16 Marzo 2011: DAX VIVE

18 marzo 2011 Nessun commento

Sono passati otto anni dalla notte nera di Milano: l’omicidio fascista di Dax e i pestaggi di polizia e carabinieri all’ospedale San Paolo. Ne sono passati dieci dall’omicidio di Stato di Carlo Giuliani e dalla mattanza del G8 genovese. Si muore per i coltelli e le botte dei fascisti e razzisti, si muore per la brutalità dello Stato in strada, in caserma e in carcere. Istituzioni repressive, polizia, carabinieri e guardie carcerarie uccidono, coperti da menzogne e depistaggi.
Continuiamo a ricordare Davide, insieme a Carlo e a tutti gli amici, i compagni e i fratelli uccisi da razzisti, fascisti o dallo Stato, in Italia come in Europa.

Con il sangue agli occhi e la rabbia nel cuore.
Dax odia ancora

17 MARZO 1861 – 17 MARZO 2011
Noi non festeggiamo, noi non ci omologhiamo

18 marzo 2011 Nessun commento

Ai “patrioti” dell’euro e del dollaro, agli $ciacalli d’occidente, ai banchieri e gli industriali, ai campioni del liberismo (destri o sinistri poco cambia), alle puttane della politica, a chi rabbuia l’orizzonte con nuove guerre e ha fegato e faccia tosta di chiamarle “missioni di pace”, ai politicanti del Palazzo e ai loro codazzi ossequianti, ai carnefici di disoccupati, giovani e studenti…

ITALIA, INSORGI PER RISORGERE!

gltricolore

Finché, domestica o straniera, voi avete tirannide come potete avere Patria? La Patria è la casa dell’uomo non dello schiavo. (Giuseppe Mazzini)

Per quanto mi riguarda, io non farei il più piccolo sacrificio per cambiare un ministero e per ottenere una costituzione, neppure per scacciare gli austriaci della Lombardia e riunire questa provincia al Regno di Sardegna. Per mio avviso la dominazione della Casa di Savoia e la dominazione della casa d’Austria sono precisamente la stessa cosa. Io credo pure che il regime costituzionale del Piemonte è più nocivo all’Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II […] Io credo al socialismo… il socialismo di cui parlo può definirsi in qeste due parole: libertà e associazione. (Carlo Pisacane)

Il moto patriottico della gioventù italiana sotto la direzione di Garibaldi e Mazzini fu legittimo, utile e glorioso, non perché ha creato l’unità politica, lo stato unitario italiano -questo invece fu la sua colpa, perché non poté creare questa unità senza sacrificare le libertà e prosperità del popolo- ma perché distrusse le differenti dominazioni politiche, i differenti stati che avevano artificialmente, violentemente impedito l’unificazione sociale, popolare d’Italia. (Mikail Bakunin)

questa rabbia è l’unico futuro che abbiamo!

15 marzo 2011 Nessun commento

Molti hanno scritto sul 14 dicembre, rispolverando termini pensati per altre proteste, scorgendovi analogie nelle dinamiche, descrivendo le forme della rivolta per dargli un significato e trarne le prospettive di lotta futura.

La varia umanità presente in piazza: studenti, salariati, persone comuni esasperate dalla totalizzante precarizzazione di ogni aspetto della propria vita, dalle ipoteche sul proprio futuro, dalla mancanza di risposte alle richieste fatte a una classe politica autoritaria, unanimamente rifiutano il becero tentativo di ricondurre la manifestazione a mera esplosione di violenza cieca e distruttiva, a cui far seguire l’approvazione di nuove norme repressive.

Mentre i media mainstream demonizzano la piazza, facilitando il potere nel non dare risposte agli interrogativi e ai bisogni riaffermati il 14 a Roma, probabilmente la migliore replica alle loro menzogne sono le immagine dirette di quel pomeriggio.

TRAME NERE SULLA CAPITALE

11 marzo 2011 Nessun commento