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Archivio per gennaio 2011

E’ un nuovo ’89 ma stavolta i liberisti stanno a 90°!

30 gennaio 2011 Nessun commento

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La penisola del Maghreb è in fiamme, Tunisi e Algeri bruciano, risponde Tirana, cade anche il principale avamposto degli israelo-statunitensi in medio oriente, l’Egitto. Oggi però, i freedom fighter$ delle stelle e strisce di David non sorridono… Ormai più di vent’anni fa, era il 1989, libertà e democrazia rappresentavano il leit motiv, un mantra, con cui TV e giornali ci bombardavano quotidianamente. Costituivano il bene supremo, l’alto motivo etico, negato, che spingeva i popoli dell’est Europa a ribellarsi contro i ”sanguinari” regimi comunisti, l’opinione pubblica occidentale plaudiva, chiesa e USA gongolavano, la “democrazia”, quella del dollaro, degli affaristi, della speculazione mondiale, trionfava.
Oggi, invece, il popolo che chiede democrazia e giustizia sociale abbattendo, uno dopo l’altro, i dittatori fantoccio dello zio Sam fa paura, non gioisce più nessuno. Tv e giornali, imbeccati dal dipartimento degli affari esteri statunitense, paventano inesistenti minacce islamiche e fantomatici scontri di civiltà. I governi liberali della democraticissima europa non sanno che pesci prendere, gli USA, invece, se la fanno a dosso.
I popoli insorgono contro un Sistema sociale e politico che, in vent’anni di domino mondiale incontrastato, ha prodotto solo fame, disoccupazione, esclusione sociale, arricchendo i (già) ricchi e impoverendo i (già) poveri… altro che paradiso in terra!
Il Liberismo ha fallito. I Popoli insorgono per la Giustizia Sociale e, un giorno o l’altro, la fiaccola della Rivolta finirà per bruciare anche la ”fortezza Europa”…
Quando il Popolo si ribella, che dire, onore al Popolo!

un nemico, un fronte, una lotta!

29 gennaio 2011 Nessun commento

sciopero-generaleTante le manifestazioni che hanno attraversato il paese quest’oggi, al di fuori di Torino, che era simbolicamente la piazza politicamente significativa, vista la vertenza e lo scontro in atto attorno Mirafiori. In tante città si sono svolti cortei partecipati e presidi simbolici, nella necessità di dar prova di un impegno e di una solidarietà/appoggio nazionale.

Le manifestazioni, in particolare, si svolgono dove ci sono stabilimenti del gruppo Fiat (Torino, Cassino, Pomigliano, Termini Imerese, Melfi e Lanciano) e di aziende in cui sono in corso lotte per difendere i posti di lavoro. Molto alta la partecipazione nello stabilimento Fiat di Cassino, dove mai era successo che uno sciopero della sola Fiom ottenesse un’adesione del 70%. Nello stabilimento frusinate del Lingotto lavorano quasi 4.500 operai. Le piazze di tutta Italia sono state luogo di unità tra operai, studenti e realtà politiche e sociali, tutti unti sotto l’insegna del no al metodo Marchionne e Gelmini e alla richiesta di Sciopero Generale.

Torino: Migliaia di lavoratori partecipano al corteo della Fiom aTorino, partito alle 9 dalla stazione di Porta Susa. Quaranta pullman sonoarrivati da tutto il Piemonte. Aprono la manifestazione gli striscioni «Mirafiori, l’accordo della vergogna». Tra le presenze significative quelle dei lavoratori della Bertone, della De Tomaso, della Powertrain. In corteo anche le realtà autorganizzate, i No Tav, gli studenti delle scuole e dell’università, i sindacati di base. Negli interventi finali, la piazza ha lanciato più volte, sommergendo la Cgil quando parlava, la richiesta di “sciopero generale subito”!

Pomigliano: Nella provincia di Napoli si è tenuto un corteo della Fiom, vista la valenza che il centro Fiat è andato ad assumere dal referendum in poi, a Pomigliano, a Torino e altrove.Cassino. Anche dal Lazio è arrivato forte e deciso l’impegno e l’appello per lo “sciopero generale subito”, attraverso un corteo di 7mila persone e la presa di parola della piazza. Un gruppo di operai ha occupato la stazione ferroviaria in solidarietà con gli studenti bloccati da Trenitalia a Colleferro, che a loro volta hanno occupato la viabilità ferroviaria per far pressione per la ripartenza. La Cgil ha sbloccato la situazione.
Ancona: Una grande fotografia del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, e di quello della Uil, Luigi Angeletti, con la scritta ”Servi!” e ”Le mosche del capitale” hanno aperto il corteo a cui hanno partecipato tute blu arrivate da tutte le Marche. Manifestazione che si è diretta verso il porto, nella “zona rossa”, bloccandolo!
Genova: In migliaia hanno partecipato al corteo, manifestanti che si è contraddistinto per diverse azioni lungo il percorso: lancio di oggetti e cassonetti in fiamme davanti la sede di Confindustria, sacchetti di immondizia contro libreria di estrema destra.
Melfi: Presidio sotto la pioggia in un altro dei centri nevralgici dell’attacco Fiat, presenza davanti lo stabilimento di Melfi.
Termini: 8mila persone hanno attraversato la manifestazione regionale della Fiom, in un altro dei punti caldi della protesta Fiom.
Milano: Davanti la sede della blindatissima Assolombarda gli studenti hanno lanciato peterdi e fumogeni, sanzionando poi la sede Edison, diversi istituti scolastici privati, una sede dell’Università Cattolica ed una sede della Uil. Partecipati i due spezzoni della manifestazione, uno della Fiom e l’altro studentesco.
Firenze: Diverse migliaia di persone ha partecipato al corteo.
Roma: Studenti medi e Cobas sono partiti da piazza della Repubblica per il corteo romano nel giorno dello sciopero metalmeccanico.
Cagliari: Sotto la pioggia 3mila persone hanno partecipato alla manifestazione regionale.

fonte: infoaut

Inseriamo il comunicato della Sapienza al riguardo del treno da Roma diretto a Cassino bloccato a Colleferro: www.ateneinrivolta.org/rivolta/sapienza-comunicato..
Seguono foto del corteo a Cassino

MARIO LIBERO – LIBERI TUTTI

21 gennaio 2011 Nessun commento

Durante la prima udienza per il Processo contro 5 delle 26 persone rinviate a giudizio tra i fermati del 14 dicembre a Roma, il Tribunale di Roma ha confermato le misure di restrizione della libertà per tutti gli imputati. Mario continua ad essere costretto agli arresti domiciliari senza poter vedere nessuno, se non i genitori, né comunicare con l’esterno. Lo studente di 16 anni (giudicato l’altro giorno al tribunale minorile) rimarrà ai domiciliari fino a giugno e l’unica concessione è stata il poter andare a scuola la mattina. Agli altri è rimasto l’obbligo di firma 2 volte al giorno.

Non è stata concessa nessuna attenuante alle restrizioni, adducendo come motivazione il “clima di tensione sociale”: una chiara scelta politica da parte dei magistrati nei confronti di chi si ribella alla crisi che i padroni vogliono imporre e all’offensiva del governo Berlusconi.

Il comune di Roma si costituisce parte civile contro tutte quelle persone che hanno nei capi di imputazione il “danneggiamento”. Una decisione chiaramente intimidatoria del fascista Alemanno, che è tanto bravo nel dare i numeri, quanto incapace nel considerare le questioni sociali della città, ormai ridotta ad una discarica dopo di due anni di sua amministrazione.

I magistrati hanno dimostrato di essere rimasti fortemente intimoriti dalle sparate dei vari Alemanno, La Russa e Gasparri e dagli atti intimidatori del governo tramite il Ministro Alfano che, dopo le udienze di convalida degli arresti, ha inviato gli ispettori del ministero, per far capire che aria tirava per chi non seguisse il volere del capo.

Il 14 Dicembre c’è stata una sacrosanta esplosione di rabbia popolare, un tumulto contro uno stato e una classe politica marcia e corrotta, che ha continuato a mostrare il suo vero volto dentro al parlamento tramite la compravendita dei parlamentari a vantaggio della maggioranza per superare la mozione di sfiducia al governo.

Quel giorno a Roma è scesa in piazza una parte di quell’Italia vessata e offesa da anni di Berlusconi e di politiche neoliberiste sottomesse agli interessi degli industriali e degli speculatori; quell’Italia con cui il governo non parla, non tratta, non media: esperienze di lotta che il governo non ascolta, ma che gestisce esclusivamente attraverso la repressione.

I terremotati dell’Aquila, i dannati della monnezza di Terzigno, le tante altre lotte del territorio contro le nocività e le speculazioni, gli studenti e i ricercatori dell’Università e i lavoratori di tutto il mondo della scuola da anni in lotta contro i tagli, i senza casa e senza lavoro, gli occupanti di casa e dei centri sociali, le persone migranti che non cedono al ricatto dello sfruttamento e si ribellano fuori e dentro i CIE per non essere internate e deportate, i metalmeccanici a cui Marchionne e confindustria stanno imponendo il ricatto del lavorare come schiavi o la chiusura degli stabilimenti, un’intera generazione precaria a cui è negata qualsiasi prospettiva di presente e di futuro: nei loro confronti, nei giorni e nei mesi scorsi, l’unica risposta è stata quella dei manganelli e delle denunce giudiziarie.

Il 14 Dicembre è stato un giorno di rivolta popolare e malgrado i tentativi di criminalizzazione, le sparate dei giornalisti e le becere analisi sociologiche, i movimenti e tutti quei singoli che vogliono lottare non hanno ceduto alla logica “buoni e cattivi”, ma hanno rivendicato quella forza espressa nelle strade come loro rabbia e loro dignità, come rabbia e dignità di ciascuno di noi. Quella rivolta ha fatto scrollare di dosso la paura che stato e capitale vogliono imporre e restituisce la consapevolezza che l’unica fiducia che si può avere è quella nei propri mezzi.

Sosteniamo e solidarizziamo con tutti gli arrestati, tutti i rastrellati, tutti i denunciati di quella giornata e delle lotte sociali di questi mesi.

Mario Libero – tutti Liberi
LUNEDI’ 24 GENNAIO ORE 9:30 PRESIDIO A PIAZZALE CLODIO DAVANTI AL TRIBUNALE

Mirafiori … quanto onore

15 gennaio 2011 Nessun commento

“perché la rivoluzione possa essere più che una parola, perché la reazione non ci riporti domani alla situazione di ieri, la conquista di oggi deve comportare lo sforzo di essere difesa: il povero di ieri non può essere il povero di domani”

Alla fine, ha vinto il SI ma non importa, poco da gioire avranno, infatti, i campioni della “modernità” per una vittoria che è, e sempre resterà, una misera manciata di voti estorti con le armi della minaccia, della paura e della disperazione.
Nella Mirafiori in cui si sgobba duro, ai reparti del montaggio, gli operai hanno detto NO e tanto basta. Il “salvatore della Patria”, Marchionne, potrà ora congratularsi con gli impiegati e le gerarchie di fabbrica che compatte hanno votato  per il SI (pari, pari i 400 voti di scarto) ad un referendum di cui non subiranno i nefasti esiti (bel coraggio!) gli operai, intanto, dalla prossima settimana se ne tornano a casa, cassa integrazione, in attesa del tanto chiacchierato, fantomatico piano di nuovi investimenti.
Al SI, la palma della vittoria numerica, al NO, invece, quella dell’onore e della dignità, principi evidentemente estranei ai politicanti, ai padroni e ai pennivendoli di questo paese. Il NO, infatti, ha prevalso tra le tute blu a dispetto di una martellante campagna propagandistica in favore di quel “futuro” e di quella “modernità” di cui il buon Marchionne dovrebbe essere campione indiscusso.
Le principali testate giornalistiche (destra e sinistra non fa differenza), politici in vista, coccolati da TV e telegiornali (destra e sinistra non fa differenza), opinionisti ed esperti di ogni specie  (e sottospecie) per intere settimane ci hanno rincoglionito sull’utilità del SI e su una sua, ineluttabile, vittoria schiacciante. E invece no! i lavoratori non sono stati dello stesso avviso e, nonostante la minaccia della perdita del lavoro, hanno ricordato ai vigliacchi, a chi non ha mai il coraggio di schierarsi e prendere una posizione netta, ai profittatori di ogni ogni ordine e grado, cosa significhi, in questo Paese,  Opposizione e Lotta.  A loro, il nostro rispetto e gratitudine per averci mostrato, nella seconda volta in pochi mesi, come il futuro non sia, inevitabilmente, chinare il capo di fronte alle minacce  del più forte.
Tutto il nostro sdegno, invece, ai signori della politica che è, sempre più, solo compromesso e genuflessione agli interessi dei vari Marchionne, della finanza e dei potentati economici transnazionali. Bel “futuro”, infatti, bella “modernità”, quelli che intendono regalarci i Marchionne d’Italia e del mondo, un salto all’indietro di due secoli, con la plebe sempre all’opra chine (o perennemente disoccupata come accade a chi  è giovane) senza diritti, senza garanzie, senza prospettive. Veramente un maniera “moderna” di far pagare gli sfaceli sociali, prodotti dalla finanziarizzazione dell’economia che tanto piace al globalismo, a chi, da oltre un ventennio, assiste a un progressivo, costante, depauperamento delle proprie condizioni di vita.
Mirafiori, ieri, è stato un simbolo ma non di resa, chi si augurava un plebiscito (puntando la pistola del ricatto alla testa dei lavoratori) esce con le ossa rotte, non bastano televisioni, giornali, denaro, politici balbettanti e venduti, per fiaccare l’insopprimibile volontà di resistenza e riscossa di tutti coloro che lottano per un’idea invincibile: la giustizia sociale. Altrove, gli alfieri del regno dell’arbitrio non avranno gioco facile: Mirafiori, Pomigliano, e ancora, le lotte sociali, nei quartieri, al sud come a nord, nei territori, la meravigliosa piazza di Roma, il 14 dicembre, tutto questo è un monito per noi e per loro. Il futuro non è scritto!

Onore a chi non si piega!

Onore alle Avanguardie Sociali d’Italia!

Categorie:Anticapitalismo Tag:

Владимир Ильич Ленин

10 gennaio 2011 Nessun commento