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QUANDO LA SOLIDARIETA’ DIVENTA AZIONE – Blitz al Pertini

Questa mattina alle ore 7,30 circa 40 militanti di Patria Socialista, RASH Roma e Magazzini Popolari Casalbertone hanno ‘consegnato’ simbolicamente 50 kg di zucchero al reparto penitenziario dell’ospedale Sandro Pertini, reparto in cui venne lasciato morire Stefano Cucchi il 22 ottobre scorso dopo le percosse delle guardie carcerarie.

Questo il testo del volantino distribuito durante l’azione:

In memoria di STEFANO CUCCHI, vittima della viltà e della prevaricazione

15 Ottobre 2009: Stefano Cucchi viene fermato da una pattuglia dei Carbinieri nei pressi del Parco degli Acquedotti, trovato in possesso di un modesto quantitativo di hascisch è arrestato e tradotto in caserma. Al processo per direttissima nel tribunale di piazzale Clodio, il giorno seguente, Stefano già reca sul volto i segni delle prime percosse. Dall’abisso della sezione penale dell’ospedale Pertini, dove viene trasferito, la figura di Stefano riemergerà soltanto attraverso una serie di fotografie crude e raccapriccianti: il suo volto tumefatto, gli occhi incavati, la mascella spezzata. Il suo corpo esanime, martoriato, simbolo di una violenza crudele e insensata.

Dichiarato morto la mattina del 22 Ottobre, Stefano Cucchi è diventato il simbolo dei diritti calpestati e della triste, infinita, serie di omicidi istituzionali nelle “patrie galere”.

17 Giugno 2010: Tredici persone – 3 guardie carcerarie; un funzionario, 6 medici e 3 infermieri dell’ospedale Pertini – vengono rinviati a giudizio dai Pm che si occupano dell’inchiesta sulla morte di Cucchi. Le accuse per le guardie carcerarie sono le solite: lesioni ed abuso di autorità. L’accusa per il personale sanitario è invece di aver omesso volontariamente perfino i più elementari interventi che avrebbero potuto salvare la vita al ragazzo, addirittura la somministrazione di un cucchiaino di zucchero.
E’ per queste persone che siamo qui oggi, per ciò che rappresentano nella vita quotidiana e per ciò che colpevolmente non hanno voluto fare quei maledetti giorni dell’Ottobre scorso.

Nel consegnare simbolicamente 50 kg di zucchero al reparto penitenziario di questo ospedale, pretendiamo che quello che è accaduto a Stefano Cucchi non accada più.

Che mai più la prevaricazione di chi vede nella divisa che veste l’impunità al di sopra della Giustizia, possa permettersi di strappare la vita di ragazzi innocenti come Stefano.

Che mai più il personale sanitario, custode in terra della salvaguardia della vita degli uomini, si permetta di asservirsi alla barbarie istituzionale che governa e disonora il nostro Paese, venendo meno per viltà e convenienza al Giuramento che ha donato loro il camice che indossano.

“In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario…

…e a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell’arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.”

dall’antico Giuramento di Ippocrate

PER QUANTO VOI VI CREDIATE ASSOLTI SIETE LO STESSO COINVOLTI

RASH Roma – Magazzini Popolari Casalbertone -Patria Socialista