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20 Luglio – CARLO VIVE!

carlo_giuliani

Nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Genoa Social Forum contro il vertice dei G8, il corteo proveniente dallo stadio Carlini, viene più volte caricato dai carabinieri e polizia mentre si trova in via Tolemaide, in un percorso autorizzato, ad oltre trecento metri dal limite convenuto. Durante le cariche, giudicate da moltissimi testimoni di una violenza inaudita quanto ingiustificata, oltre ai gas lacrimogeni e ai getti d’acqua urticante, vengono sparati anche numerosi colpi di arma da fuoco.
E’ difficile fuggire, con un corteo di diecimila persone che preme alle spalle: chi cade viene colpito da tre, quattro, anche cinque agenti per volta. I manifestanti iniziano forme di resistenza, tentando di creare barricate. Un gruppo, vedendosi aggredito anche dalle vie laterali, cerca di creare al corteo una via di uscita seguendo un plotone di carabinieri che si ritira, protetto da due camionette, verso piazza Alimonda. Una delle camionette si ferma, inspiegabilmente, contro un cassonetto; dal finestrino posteriore spunta una pistola; la maggior parte dei manifestanti fugge; la pistola in un primo momento prende di mira un giovane, che si china e scappa, quindi si rivolge verso Carlo che, sopraggiunto, ha raccolto un estintore vuoto ai suoi piedi. Quando Carlo alza le braccia la pistola spara due volte: il primo colpo lo raggiunge in pieno viso; dopo il secondo colpo la camionetta è in retromarcia e passa – nonostante le urla di avvertimento dei presenti – con la ruota posteriore sinistra sul suo corpo che è rotolato in avanti; quindi, ripassando sul corpo, la camionetta si allontana per via Caffa, al di là delle forze di polizia schierate che hanno assistito al fatto senza intervenire.
Quando, più di dieci minuti dopo, giungono le infermiere del GSF, il cuore di Carlo batte debolmente ancora.

Nove anni dopo l’assassinio di Carlo, portiamo avanti a sua memoria, nelle nostre lotte, nei nostri cuori, CARLO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI!

“Non possiamo obbligarli a dire la verità, ma possiamo obbligarli a mentire più palesemente.”

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