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Una settimana ad Aida

Da una settimana mi trovo al campo profughi di Aida, alle porte di Betlemme, per partecipare al campo estivo per bambini in collaborazione con il centro ”Amal al Mustaqbal”. Scrivo queste righe perchè mi rendo conto che l’informazione (?) italiana nulla dice su quello che sta succedendo qui.
Innanzi tutto voglio sottolineare come tutti seguono con ansia e dolore la situazione a Gaza, ma soprattutto TUTTI sono fieri della sua resistenza. Non ho trovato NESSUNA PERSONA che criticasse Hamas o le altre fazioni.
Gerusalemme nella parte vecchia è una città fantasma; rarissimi turisti percorrono strade vuote con negozianti tristi per la situazione di Gaza e i mancati affari. Il silenzio inquietante fa da sfondo alla presenza massiccia dei soldati israeliani in tutta la old city.
Infine i campi prufughi: Aida come gli altri deve subire continue incursioni da parte dell’esercito sionista. Sono questi luoghi dimenticati da tutti (soprattutto dall’ UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati) i bastioni della resistenza in Cisgiordania. Da una settimana che siamo qui ci sono stati scontri tutti i giorni. Ogni notte l’esercito prova ad entrare fronteggiato dagli shebab che in centinaia lanciano pietre, spesso mettendo in fuga i soldati che, seppur armati di tutto punto, non hanno neanche un decimo del coraggio e della motivazione della gente del posto. Quando terminano gli scontri la gente è intenta a ripulire il campo (in mezz’ora ritorna limpido) e a cercare di vivere dignitosamente. Tutti portano al centro Amal abiti, medicine e altro materiale da spedire a Gaza. In particolare, in pochi giorni si sono raccolte 10 pedane di acqua da inviare nella Striscia, anche perchè qua la mancanza di acqua la si conosce perfettamente.
L’ultima cosa che vorrei sottolineare è la presenza della polizia dell’ANP: imbarazzante!! La gente non li sopporta, non capisce che ruolo abbiano o, piuttosto, lo capisce perfettamente. Spesso sono davvero inopportuni. Ieri, ad un posto di blocco in cui ci hanno fermato, un ragazzo di Aida urlava in faccia al poliziotto: ”dove eri stanotte quando l’esercito è entrato ad Aida?”.

M. degli Shebab di Aida camp

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