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CFT: NO ALL'IPOTESI D'ACCORDO

Perchè diciamo no all'ipotesi di accordo della vertenza Cft

Come lavoratori CFT esprimiamo un giudizio fortemente negativo in merito all'ipotesi di accordo raggiunto tra le parti e pertanto invitiamo i presunti "volontari" a rifiutare la messa in mobilità. Chiediamo inoltre alle OOSS ed in particolare al nostro sindacato, la Fiom, di ritirare la propria adesione a tale impianto e di riaprire la trattativa.

Il testo proposto in assemblea è, a nostro parere, la negazione e la rinuncia alla linea ed ai principi da sempre difesi dalla Fiom in questi anni.

Si parla infatti di mobilità volontarie ma se i volontari sono individuati in realtà dall'azienda stessa nei reparti che si vuole chiudere o ridimensionare che razza di volontarietà è?
Dire inoltre che verranno applicati i criteri di legge nella scelta dei volontari solo nei reparti interessati è persino una palese violazione in peggio di quello che prevede la normativa in merito.
Ancora, come si può accettare che, qualora il ministero non autorizzi la Cigs, si faccia partire la mobilità in maniera retroattiva quando la legge prevede che dovrebbe essere l'azienda stessa ad aver l'obbligo di retribuire al 100% gli eventuali mesi scoperti?
Ma soprattutto: perché non si propone di utilizzare ammortizzatori sociali che permettano di CONSERVARE il posto di lavoro anziché accettare supinamente dei licenziamenti come i contatti di solidarietà?

Questa ipotesi d'accordo va respinta!
Crediamo che al tavolo di trattativa del 24 settembre il nostro sindacato debba proporre quanto segue:

● Mobilità incentivata davvero solo ed esclusivamente su base volontaria e pertanto aperta a chiunque in azienda (per le più svariegate ragioni personali) voglia andarsene.

● Cancellazione pertanto della clausola che permette a fine Cigs all'azienda di mettere in mobilità unilateralmente chi le pare.

● Apertura della Cigs solo ed esclusivamente per chi accetta la messa in mobilità volontaria e rispetto delle leggi e delle responsabilità aziendali qualora questa non sia autorizzata dal ministero.

● Applicazione dei contratti di solidarietà per assorbire le eventuali eccedenze di personale che non accettino la messa in mobilità.

● Formazione e ricollocazione dell'eventuale personale eccedente in altri reparti.

● Presentazione da parte datoriale di un piano industriale credibile che si basi su investimenti tecnologici e che non scarichi sui lavoratori i problemi finanziari dell'azienda.

Qualora invece la direzione aziendale voglia proseguire unilateralmente sulla strada dei licenziamenti imposti si continui con la lotta come fatto negli scorsi mesi!

Nessun licenziamento imposto, né esplicito né mascherato!

Difesa dei posti di lavoro, dei diritti e della dignità dei lavoratori!

ALCUNI LAVORATORI CFT

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