Appare d’altro canto incomprensibile e quasi sospetta la decisione di vendere una quota societaria di TEP alla luce del fatto che la società ha chiuso il bilancio 2012 in attivo. La dichiarazione dell’Assessore alla mobilità del Comune e dell’Assessore ai trasporti della Provincia, secondo i quali comunque la società rimarrebbe per il 51% in mano pubblica e gli eventuali utili dell’azienda sarebbero reinvestiti in TEP, non sono affatto tranquillizzanti. Si sa come va il mondo.
Le due gare per la vendita del pacchetto azionario al momento sono andate deserte, con spreco di danaro pubblico, sebbene si siano susseguite manifestazioni di interesse da parte di Tper, azienda controllata dalla Regione Emilia-Romagna, che ha già accorpato le società di trasporti di Bologna e Ferrara, e che presenta un elevato e preoccupante livello di indebitamento (9 milioni di euro). L’assessore regionale ai trasporti Peri ha peraltro comunicato ai sindacati di categoria, giustamente preoccupati, l’intenzione della Regione di cedere in futuro la propria partecipazione in Tper, appena questa società avrà completato il suo piano di acquisizione di tutte le aziende di trasporti della Regione.
Dunque, a che gioco giochiamo?
Elementare. Attraverso la cessione di una quota azionaria così importante di TEP, nuovi capitali privati affluirebbero nelle casse dei due soci di maggioranza, Comune e Provincia.
I gravi problemi economici del Comune, in particolare, non giustificano una politica di progressiva privatizzazione: i vincoli di bilancio non possono avere più importanza del valore del servizio pubblico, che è una risorsa che deve appartenere alla collettività amministrata e dunque essere sottratta a logiche di mercato.
Crediamo che il problema del debito del gruppo Comune di Parma non possa essere affrontato attraverso la logica delle privatizzazioni, perché sono state proprio quelle che dalla fine degli anni 1990 lo hanno alimentato, senza peraltro ridurre sprechi, ruberie e corruzione, come la recente storia della città ha dimostrato. Semmai le privatizzazioni, a partire da quella di AMPS, azienda che era stata il fiore all’occhiello delle amministrazioni di sinistra di questa città, compiuta a colpi di successive e ininterrotte cessioni di quote azionarie da parte del Comune, hannoprodotto aumenti indiscriminati delle tariffe dei servizi fondamentali, tagli delle utenze per coloro che non erano in grado di farvi fronte, perdita del controllo pubblico nella gestione dei beni comuni. Comportano inoltre mancati introiti nelle casse pubbliche e dunque un aggravamento del debito.
La grave situazione finanziaria del Comune di Parma è la prova dell’esito fallimentare delle privatizzazioni, che hanno prodotto maggiore indebitamento, abbassamento del rating, insolvenza. Non possiamo non ravvisare, d’altro canto, una patente contraddizione tra le dichiarazioni rilasciate da Beppe Grillo, che a Genova si è unito al corteo dei manifestanti per esprimere la propria solidarietà contro le privatizzazioni, e la scelta del Comune di Parma di alienare una quota così consistente di azioni TEP.
La strada della alienazione delle azioni Tep appare quanto mai odiosa e inaccettabile proprio nel momento in cui gli autoferrotranvieri di Genova, sostenuti da larga parte della cittadinanza, stanno conducendo
una grande lotta in difesa della piena pubblicità della loro azienda di trasporti, la AMT.
D’altro canto i piani di privatizzazione nel nostro paese appaiono sempre più agli occhi di un numero crescente di cittadini da un lato come una scelta miope e irresponsabile e dall’altra come una odiosa
svendita di patrimonio industriale e immobiliare a banche e fondi di investimento, che lucrano lauti profitti acquisendo sottocosto beni che vengono sottratti alla collettività.
Proprio perché di beni comuni si tratta, nessun amministratore ha l’autorità, né la facoltà, di disporne senza avviare prioritariamente UN AMPIO PROCESSO DI COINVOLGIMENTO DELLA CITTADINANZA
NEL PROCESSO DECISIONALE,a partire in primo luogo dai lavoratori di TEP e dagli utenti del servizio di trasporti.
Invitiamo pertanto i cittadini a SOTTOSCRIVERE QUESTO APPELLO per manifestare il loro disaccordo nei confronti di questi dissennati piani di alienazioni.
LA COMMISSIONE AUDIT SUL DEBITO PUBBLICO DI PARMA