Usa – Lo sfruttamento invisibile dei mercatini del biologico

on .

 

di JENNIFER S. HIRSCH e MARGARET GRAY

Mentre celebriamo il ritorno dei frutti estivi e ci congratuliamo con noi stessi per acquistarli localmente, dobbiamo anche considerare che il locale è solo una dimensione dell’etico: le condizioni di lavoro presso le piccole aziende agricole – dove l’attività può protrarsi per settimane senza un solo giorno di riposo oppure può durare 80 ore a settimana senza che gli straordinari vengano pagati – è un duro colpo all’immagine idillica dei mercatini locali del biologico [local farmers markets].

Se è certo che i 14$ che alcuni di noi sborsano felicemente al mercatino del biologico per una borsa di mele contribuiscono alla vibrante crescita di un sistema-cibo che sia locale, tale cifra potrebbe non portare alcun beneficio alle donne e agli uomini (talvolta bambini) che quelle mele le hanno raccolte. Lo Stato di New York, per esempio, è uno dei maggiori produttori di mele e altra frutta, verdura e in generale prodotti agricoli – dai cetrioli alle pere al vino – e per quanto riguarda gli acquisti di cibo locale è secondo solo alla California.

Tuttavia la ricerca condotta da una di noi sull’agricoltura della valle dello Hudson – amatissima dai locavori (ovvero le persona che privilegiano la filiera alimentare corta e in generale la produzione locale) – mostra che lo sfruttamento esiste nelle piccole realtà proprio come nelle tanto criticate fabbriche dell’agribusiness.

Oggi i legislatori di New York stanno discutendo una legge per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori agricoli che rendono possibile l’abbondanza di frutta e verdura prodotta localmente; oggi, dunque, non dobbiamo far mancare il nostro supporto a questi lavoratori. Il Farmworkers Fair Labor Practices Act (S. 1291/A. 4762) farebbe di New York uno dei tredici Stati che stanno ridefinendo la sostenibilità del sistema-cibo locale attraverso l’inclusione agli esseri umani che quel sistema e quel cibo lo producono. La legge in discussione garantirebbe ai lavoratori agricoli dello Stato di New York il diritto alla contrattazione collettiva, al pagamento degli straordinari, al giorno di riposo settimanale e i benefit di compensazione.

Se la legge passasse New York diverrebbe uno degli Stati la cui attenzione al cibo locale non esclude gli esseri umani che mungono le vacche, raccolgono la frutta o le uova. Undici Stati prevedono il diritto alla contrattazione collettiva per i lavoratori agricoli, quattro prevedono l’obbligo di pagamento degli straordinari. L’Agricultural Relations Act californiano è in vigore dal 1975 ed il settore non solo non ne ha risentito, ma ha continuato a crescere. Addirittura i nostri vicini in Baja Mexico hanno concesso ai lavoratori agricoli aumenti salariali fino al 50%, nonché premi di produzione su base annua.

Le condizioni di alcuni dei lavoratori più vulnerabili sono in via di miglioramento: una legge che innalza il salario minimo a 15$ è oggi in vigore a Los Angeles, Seattle e San Francisco. Nel frattempo i lavoratori agricoli lottano affinché i diritti strappati da altri lavoratori 75 anni fa vengano riconosciuti anche a loro.

Le limitazioni nei diritti dei lavoratori agricoli sono un’eredità dell’era Jim Crow, quando tanto i lavoratori agricoli quanto quelli domestici furono deliberatamente esclusi dalla contrattazione collettiva prevista dal National Labor Relations Act (1935) e dalle norme sul salario minimo e sullo straordinario fissate dal Fair Labor Standards Act (1938). Per approvare questa legge di portata epocale, il Presidente Franklin D. Roosevelt dovette stringere dolorosi accordi con i Democratici del Sud, i quali pretendevano che i “propri” lavoratori – in larga maggioranza neri – fossero esclusi dalle protezioni contenute in queste leggi e in altre misure legate al New Deal. Ne seguì che mentre gli operai nelle fabbriche, nei negozi, nei ristoranti e in quasi ogni altro settore godettero di salari più alti e più stabili, nonché di nuovi diritti, il lavoro agricolo fu lasciato com’era: scarsamente remunerato e svolto in pessime condizioni. L’esclusione dei lavoratori agricoli da queste leggi li ha resi più vulnerabili e più sfruttati: in tutto il paese la violazione del diritto del lavoro nelle campagne – inclusi il furto del salario, l’alloggio ed il trasporto insicuri – è assai diffuso.

Fino ad oggi qualsiasi miglioramento delle condizioni lavorative dei lavoratori agricoli e domestici – per esempio la recente, storica approvazione del Domestic Workers Bill of Rights a New York – è avvenuto a livello dei singoli Stati. È fuor di dubbio che i lavoratori agricoli dello Stato di New York abbiano visto ben pochi miglioramenti negli ultimi vent’anni. La campagna Justice for Farmworkers, lanciata nel 1999 da un’ampia coalizione coordinata dal Rural & Migrant Ministry, è sfociata in una legge che garantisce ai lavoratori agricoli il diritto di ricevere lo stesso salario minimo di qualsiasi altro lavoratore nello Stato.

La legge oggi in discussione non prevede alcun trattamento speciale. Piuttosto, l’elemento centrale della legge è che estenderebbe ai lavoratori agricoli i diritti di base di cui godono tutti gli altri lavoratori di New York. Come un bracciante della valle dello Hudson ci ha detto: “Ci trattano come se fossimo nulla; vogliono solo il lavoro”. Alcune ricerche hanno mostrato una connessione diretta tra un ambiente legislativo che favorisce le imprese a scapito dei lavoratori e le morti bianche – un rapporto esemplificato dagli oltre sessanta incidenti mortali occorsi tra il 2007 e il 2012 nelle fattorie e nei caseifici dello Stato di New York.

Il mese scorso dozzine di delegazioni della campagna Justice for Farmworkers si sono incontrate con i legislatori ad Albany. In una delle riunioni una bracciante della Orange County ha rivelato di essere stata licenziata per aver preso un permesso giornaliero per assistere la figlia malata. Nella stessa occasione i suoi occhi si sono velati di pianto e la sua voce si è rotta mentre raccontava la vulnerabilità delle lavoratrici agricole: “Sono obbligate ad andare col padrone – come una donna con un uomo. Non possono dire di no, perché hanno paura”.

Il Senatore James Sanders, figlio di un lavoratore agricolo, ha risposto: “Non posso credere che stiamo avendo questa conversazione nel 2015. Questa storia deve finire”.

I casari dello Stato di New York sostengono che il pagamento degli straordinari avrebbe ricadute negative sui consumatori. La realtà è che l’effetto sui consumatori sarebbe minimo, mentre l’impatto sulla condizione bracciantili sarebbe molto significativo. Secondo alcune stime, il pagamento degli straordinari ai lavoratori dell’industria casearia – che in media registrano sessanta ore settimanali – significherebbe un aumento salariale pro capite di circa 5000$ su base annua, mentre il prezzo di mezzo litro di latte si innalzerebbe di due centesimi. Per una famiglia di quattro membri che consuma latte regolarmente, la spesa annua verrebbe incrementata di circa ottanta centesimi l’anno.

La legge è stata largamente supportata nell’assemblea legislativa statale sin dal 2001; è passata tutte e sei le volte che è stata introdotta. Quest’anno, con 28 senatori Democratici e 5 Repubblicani a favore (almeno al livello della Commissione Lavoro), dovrebbe esserci un supporto sufficiente per l’approvazione anche al Senato. I senatori di Long Isalnd saranno cruciali per questo voto. Ma il tempo sta scadendo: la sessione legislativa dovrebbe terminare il 17 giugno.

Una delle promesse del cibo locale era che senza intermediari i piccoli produttori avrebbero aumentato i loro profitti. Ora è tempo che una parte di questi profitti passino a coloro che lavorano i campi in ogni angolo dello Stato. Il Farmworker Fair Labor Practices Act cancellerebbe il retrogusto amaro dello sfruttamento dal meraviglioso sistema-cibo locale dello Stato di New York.

* Traduzione di Lele Leonardi. Pubblicato su “takepart”.

 da http://www.commonware.org/
Leggi anche:

Appello a sostegno della fattoria di Mondeggi

Agricoltura contadina: una familiare sconosciuta

Stati Uniti: la California ha sete. Crisi idrica senza precedenti

[Foggia] Le ‘altre braccia’ su cui si basa lo sfruttamento nei territori della Capitanata

La Monsanto semina dati…per raccogliere profitti

Oltre la clandestinità: lo sfruttamento umanitario del lavoro nelle campagne del mezzogiorno

Eataly: il volto nuovo del capitalismo

Alle origini del Global Warming: il petrolio

Facebook

YouTube