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Archivio per la categoria ‘Controcultura’

ANTIFASCISMO, UN ANALISI DEL FENOMENO

8 giugno 2012 Nessun commento

Pubblichiamo il seguente documento: storie, analisi e prospettive dell’antifascismo militante -non un introduzione, ma una premessa metodologica- dagli arditi del popolo alle odierne antifa.

Per scaricare il documento in formato pdf – clicca qui

LA RESISTENZA CONTINUA

25 aprile 2012 Nessun commento

Spesso, da una certa Sinistra, si guarda a questa ed a iniziative simili con troppa sufficienza, viene messa in dubbio la necessità e l’urgenza di una marcia commemorativa e ciò accade perché si approccia alla Resistenza come ad una sorta di reperto fossile. Eppure, mai come oggi abbiamo la dimostrazione di quanto quella “lontana” lezione sia attuale e di come la missione degli antifascisti che noi ricordiamo -gli antifascisti dell’Azione- sia ancora incompiuta.
Noi, la Resistenza la celebriamo a qualche giorno di distanza dalla fatidica data del 25 aprile e volontariamente poiché purtroppo questa giornata, con maggiore frequenza, diventa ostaggio della retorica istituzionale: qui, l’antifascismo viene annacquato trasformandosi in generico “antitotalitarismo”, i partigiani comunisti -un corpo estraneo alla vulgata liberale, liberista ed omologatrice- la mela marcia di una retorica che plaude ai liberatori a stelle e strisce e l’attuale repubblica, quella della partitocrazia corrotta e affamatrice, si autocelebra come il miglior esito storico possibile del processo resistenziale.
Noi, al contrario, celebriamo quelle migliaia di partigiani che combatterono per la Repubblica del popolo, ricordiamo gli Arditi del popolo coloro i quali rammentano a tutti che, per gli antifascisti dell’Azione, la lotta alle camicie nere cominciò vent’anni prima del 8 settembre 1943, lotta che non ha certo aspettato l’arrivo dell’esercito angloamericano per imbracciare le armi e rivendicare giustizia.
Uomini il cui esempio parla chiaro: combattere il fascismo per sconfiggere insieme ad esso un ordine sociale ingiusto, quello capitalista. In ciò, i nostri caduti sono stati sconfitti, essi sognavano, infatti, una nazione libera ed indipendente non certo una colonia militare a stelle e strisce disseminata da capo a piedi di basi Nato. Una patria, una terra e un popolo tenuti in scacco dagli indici di borsa, dai capricci dello spread e sopratutto, da quella odiosa aristocrazia finanziaria transnazionale che ha scippato ai popoli d’Europa indipendenza e sovranità.

I nostri caduti hanno lottato per edificare una società di liberi ed eguali, giusta e solidale, una società, cioè, che è molto lontana dall’Italia che noi conosciamo in cui i giornali affermano, compiacenti, che il reddito dei 10 uomini più ricchi del paese eguaglia quello di 3 milioni di persone che, ogni giorno, si vedono costrette a fare i conti con precarietà, licenziamenti, disoccupazione cronica.
I nostri caduti hanno preso le armi e fatto la guerra per sconfiggere il concetto, l’idea stessa di guerra ed edificare la pace, l’armonia e la solidarietà tra i popoli ma allora essi hanno combattuto invano se, oggi, l’Italia è ancora invischiata, attivamente ed in prima linea, in tutte le scorribande imperialiste in giro per il mondo, nelle razzie targate USA, dall’Irak, all’Afghanistan passando per la Serbia fino ad arrivare ai bombardamenti “umanitari” dello scorso anno sulle scuole e gli ospedali libici.
Che senso avrebbe, allora, accodarsi all’antifascismo istituzionale -quello una tantum- se quotidianamente sono le stesse istituzioni ad infangare gli ideali della Resistenza? Con l’UE, un trattato economico che ha praticamente soppiantato la Costituzione repubblicana come carta della nazione, con le guerre imperialiste e le tante piccole/grandi guerre che si combattono, ogni giorno, contro i precari, i lavoratori e la gioventù, per le privatizzazioni, il taglio dei sevizi e dello Stato sociale.

A 70 anni di distanza, la Resistenza accusa ancora, a noi, il compito di tenere alto e forte il suo vessillo.
Onore e gloria eterna ai caduti antifascisti.
Un nemico, un Fronte, una Lotta!

REPORT FOTOGRAFICO IV MARCIA COMMEMORATIVA

24 aprile 2012 1 commento

IV MARCIA COMMEMORATIVA

13 aprile 2012 Nessun commento

“Questa storia, sporca e violenta, tutta odio e passione mal si concilia con la ricostruzione d’accademia e i manuali scolastici ma ha l’indubbio merito di rinverdire il modello di un antifascismo molto diverso da quel “mito” resistenziale propagandato nelle sonnacchiose celebrazioni ufficiali: per gli antifascisti dell’azione la resistenza al fascismo cominciò ben prima dell’8 settembre 1943, un ventennio innanzi per l’esattezza.
Antifascisti, partigiani e più genericamente resistenti al regime mussoliniano non furono alteri dinosauri politici, vissuti in qualche remota era geologica ma molto spesso -e per lo più- giovani comunisti, anarchici, socialisti e ribelli senza bandiera che combatterono il fascismo sognando di sconfiggere insieme ad esso un ordine sociale ingiusto.
Le cose avrebbero finito per prendere un’altra direzione e la storia, come spesso accade, con questa strana razza di vinti tra i vincitori, si sarebbe rivelata impietosa.

Rimossa per lunghi decenni, l’esperienza dell’arditismo popolare può oggi fornire a chi avrà cuore di avvicinarla e non fermarsi al solo dato storiografico, stimoli e suggestioni per trovare nell’antifascismo non un cadente monumento scrostato ma il cuore vivifico e pulsante della secolare lotta anticapitalista”.

cit. La legione romana degli Arditi del popolo (ed. 2012)

NON DIMENTICHIAMO! NON PERDONIAMO!

16 marzo 2012 Nessun commento

16 marzo IX anniversario della notte nera di Milano.
Davide e due compagni vengono accoltellati da tre neofascisti appartenenti alla stessa famiglia in via Brioschi. Subito dopo le forze dell’ordine si scagliano con feroce violenza contro i compagni accorsi all’ospedale S. Paolo preoccupati per gli amici accoltellati. Il processo farsa per fatti del S. Paolo si conclude nel 2009 con l’assoluzione delle forze dell’ordine e la condanna dei compagni imputati a 20 mesi di carcere e un risarcimento di 130mila€. Dal 2011 scatta il pignoramento mensile di 1/5 dello stipendio, trasformando così  la condanna ad una persecuzione a vita.
Ieri come oggi lo stato ci vuole isolati, spaventati e senza memoria. Continuiamo a ricordare con rabbia e senza paura perché uniti vinciamo soli cadiamo.
Contro ogni repressione, 130mila volte liber* tutt*!
programma degli eventi (Milano) – segue la locandina e il manifesto dell’iniziativa a Cinisello Balsamo.

REDSTAR PRESS

16 marzo 2012 Nessun commento

E’ nata la “Red Star press”, un coraggioso esperimento editoriale interamente proteso alla riscoperta, alla difesa ed alla divulgazione del materiale ideale, umano e di lotta del movimento antagonista e conflittuale in Italia e nel mondo intero. Una casa editrice militante impegnata nella difesa della storia -passata e presente- e delle tradizioni del movimento operaio internazionale. A ridosso del prossimo 25 aprile, verrà nuovamente pubblicato il testo de “La legione romana degli Arditi del popolo“, in una versione completamente riveduta e corretta; seguiranno testi su partigiani, teoria comunista, storie di militanze sospese tra passato e presente. Nomen sunt omen…
Di seguito un intervista a Cristiano Armati principale animatore del progetto:

intevista a cura di affaritaliani, link - http://affaritaliani.libero.it/cult…

Armati, cosa sarà “Red Star Press”? Ha ancora senso una casa editrice “di sinistra” nel 2012?
“Red Star Press sarà una casa editrice che tenterà di ‘assaltare il cielo’. Una bella frase che, applicata al genere di libri che intendiamo dare alle stampe, si tradurrà nel tentativo di offrire ai nostri futuri lettori la possibilità di riscoprire i grandi classici del pensiero politico con la collana ‘I libretti rossi’, di alimentare la domanda di conoscenza pubblicando, nella collana ‘Unaltrastoria’, libri di storia, costume e cronaca nera destinati a durare nel tempo e di dare spazio alla contestazione e all’espressione con la memorialistica e la narrativa di movimento nella collana ‘Tutte le strade’. Una linea editoriale orientata a sinistra, è vero. Ma animata da una convinzione: superati gli anni Dieci di questo nuovo millennio sono cambiate tante cose. Ma non è mai venuto meno il bisogno di trovare un’identità forte attraverso la quale rapportarsi al mondo. In effetti viviamo circondati da prodotti, che siano di natura culturale o meno, disposti a tutto pur di conquistare una propria identità e, di conseguenza, una visibilità, una ragion d’essere. Noi abbiamo la fortuna di avere alle spalle una storia importante e quindi un’identità forte: un’appartenenza di cui siamo orgogliosi e a cui non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare”.

La prima uscita sarà “Il libretto rosso della Resistenza”: quanti titoli all’anno pubblicherete? Può anticipare quali saranno le uscite di punta dei prossimi mesi?
“Pubblicheremo circa venti titoli all’anno. Dopo ‘Il libretto rosso della Resistenza’, nelle librerie per la festa della Liberazione, ci sarà ‘Il libretto rosso dei comunisti’, basato su un testo di Friedrich Engels, e quindi la nuova edizione riveduta e ampliata de ‘La Legione Romana degli Arditi del Popolo’ di Valerio Gentili. Più avanti, con l’arrivo dell’estate, usciranno le prime monografie dedicate ai protagonisti della storia criminale italiana e, via via, testi dedicati ai Paesi Baschi, a Cuba, all’Irlanda e alla Palestina”.

Vi concentrerete solo sulla saggistica e la manualistica, o ci sarà spazio anche per la narrativa?
“Ci sarà spazio anche per la narrativa. In una prima fase privilegeremo il memoir, ma stiamo trattando alcuni titoli stranieri assolutamente interessanti e di cui, per il momento, non possiamo ancora parlare”.

In un momento di rallentamento del mercato librario e di difficoltà per molti piccoli editori, ci vuole coraggio a lanciare una nuova casa editrice… Pensate di colmare “un vuoto”? A quale target guardate?
“È stato detto che se è grande il disordine sotto il cielo allora la situazione è eccellente… crediamo in questa affermazione perché pensiamo senz’altro di poter rilanciare un patrimonio di testi classici tutto da esplorare e, per quanto riguarda il target di riferimento, perché sappiamo di poter contare su uno zoccolo duro di lettori, un pubblico di riferimento a cui andremo incontro nelle piazze, e non solo nelle librerie”.

Pubblicherete anche e-book?
“Certamente. Stiamo lavorando a un portale dedicato al commercio elettronico che speriamo di varare entro settembre”.

L’anno scorso lei ha pubblicato (per Giulio Perrone) il pamphlet “Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno”. A quando il suo prossimo libro?
“In questo momento sto lavorando a due piccoli libri dedicati, rispettivamente, a un grande rapinatore e a un grande poeta… questi testi usciranno tra luglio e novembre di quest’anno. Al tempo stesso raccolgo materiali per altri due progetti più ambiziosi e faticosi. Un nuovo libro sulla storia partigiana e un testo molto complesso dedicato alla violenza politica. Spero di completare al più presto queste opere, anche se la strada che porterà alla loro pubblicazione è ancora lunga”.

I FEDELI ALLA TRIBU’ SALUTANO IL GRANDE CACCIATORE

16 febbraio 2012 Nessun commento

Volti smarriti per le strade della via
Compagni e amici che non ritorneranno
Nulla si crea e tutto si distrugge
In mezzo a questo gelo il tempo sfugge

Fuori c’è vento e fischia come un tempo
Chissà se arriverà un’altra primavera
C’è troppo vuoto in queste nuove stanze
Quest’aria gelida cancella le speranze

E allora scaldami
Fuoco rosso di rabbia e di calore
Salvami
Da questo tempo di freddo e disonore.

ROBERTO “PATATA” MASSI
15.02.02 – 15.02.12

RIBELLI E BORGHESI
analisi e critica del nazionalbolscevismo

23 gennaio 2012 Nessun commento

Sabato 28 gennaio ore 17:00 presso i Magazzini Popolari Casalbertone – via Baldassarre Orero 61, dibattito e presentazione del libro:
“Ribelli e Borghesi, nazionalbolscevismo e rivoluzione conservatrice 1914-1933″ con la presenza dell’autore Franco Milanesi.

Un notevole e pionieristico studio dell’oscuro fenomeno del nazionalbolscevismo visto ed analizzato criticamente, per la prima volta, da Sinistra.

“La prima guerra mondiale segna la crisi dei fondamenti della modernità europea e apre una fase di sperimentazione sociale, politica e culturale. Nel campo di forze indirizzato al superamento della forma borghese, il nazionalbolscevismo e la rivoluzione conservatrice rappresentano espressioni significative, estranee sia alla democrazia liberale e socialista, sia al fascismo e al comunismo sovietico. Al loro interno emergono figure di militanti e intellettuali come Junger, Niekisch e von Salomon. A partire dagli anni Trenta la repressione e il conformismo contribuiscono all’esaurimento delle innovazioni emerse da questi movimenti antisistema”.

Franco Milanesi (Torino, 1956) è laureato in Filosofia ed è dottore di ricerca in Studi Politici. Ha collaborato a riviste storiche e filosofiche con scritti sulla storia del PCd’I, sul dissenso comunista e sulla politica militante. Ha pubblicato Dietro la lavagna (Giraldi, Bologna 2008) e Militanti. Un’antropologia politica del Novecento (Punto Rosso, Milano 2010).

La crisi “totale” che viviamo conduce al rilancio, nel vuoto pneumatico di proposte rivoluzionarie con forma compiuta, di cupe ipotesi ossimoriche di natura totalitaria. All’interno della variegata ed eterogenea area “socialista nazionale”, insieme a persone in buona fede, si annidano sigle e personaggi che strumentalizzano la sintesi delle istanze “nazionali” e “socialiste” per una riformulazione del fascismo storico agevole all’attuale contesto sociale e politico. Una rilettura di “sinistra” dell’esperienza storica del fascismo è la precondizione per una rinnovata offensiva propagandistica messa in opera da questi figuri. Il fatto che il corteo del 4 febbraio a Roma, indetto dall’area della “destra sociale”, si svolga sulla base di una piattaforma propagandistica “para”-anticapitalista (contro banche e finanza, cioè i principali finanziatori, con gli apparati industriali e agricoli, dei nazi-fascisti) ne e’ riprova di questi giorni.

Dovere degli antifascisti dell’azione non e’ quello di inorridire o chiudersi a riccio, lasciando campo libero di manovra alle parole d’ordine e alla propaganda del nemico, ma analizzare criticamente certi fenomeni “sincretici”, a partire dalla loro parabola storica, per essere maggiormente efficaci nell’azione politica.

VOLSCI 26 – PROGRAMMAZIONE GENNAIO 2012

10 gennaio 2012 Nessun commento

Con l’anno nuovo diamo vita ad una nuova gestione della nostra sede in via dei Volsci, cominciando con la birreria ed il cineforum. Altre attività sono in programmazione e saranno prossimamente pubblicizzate.

PROGRAMMAZIONE GENNAIO 2012:

BIRRERIA DEL POPOLO:
ogni giovedì, venerdì e sabato dalle 9:00 fino a tardi 

CINEFORUM:

Mercoledì 11: La Croce di Ferro

Genere: guerra/storico
Paese: Gran Bretagna/Germania
Anno: 1977
Regia: Sam Peckinpah
Cast: James Coburn, Maximilian Schell, James Mason

TRAMA: Penisola di Taman, Crimea, 1943, durante la seconda guerra mondiale il caporale Rolf Steiner opera in un plotone di esploratori, un’unità scelta che compie azioni in profondità nelle linee sovietiche; è un uomo disilluso dalla guerra ma nel contempo un militare dalle grandi capacità e per questo tenuto in grande considerazione dal comandante del reggimento, il colonnello Brandt, che gli lascia ampia libertà di azione.

L’arrivo del nuovo comandante del battaglione, il capitano Stransky, sconvolge gli equilibri che sembravano esistere in seno al reggimento: egli, fino a quel momento di stanza a Parigi e mai realmente impegnato in combattimento, si presenta al colonnello ed al suo aiutante, il capitano Kiesel, con ambiziose idee per sconfiggere il nemico e fin dal primo momento i due ufficiali si rendono conto che il capitano è impreparato alla guerra e, quando egli si allontana, esprimono perplessità anche in merito all’”uomo” che palesemente manifesta il desiderio di essere decorato con la “croce di ferro” e solo in ragione di questo ha chiesto il trasferimento al fronte russo.

Stransky entra subito in conflitto con Steiner: in un primo momento quando gli ordina di uccidere un giovanissimo prigioniero russo ed il caporale rifiuta, incombenza che sembra venire assunta dal caporale Schnurrbart, che invece salva il ragazzo nascondendolo, e successivamente, durante la lettura del rapporto sull’ultima azione, quando Steiner dapprima non si mostra entusiasta della promozione a sergente maggiore e poi fa chiaramente intendere al capitano di non essere disposto ad eseguire qualunque ordine se lo ritiene inutile o dannoso per la vita degli uomini.

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