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Il Gringo uccide, il popolo resiste |
29/09/2003 |
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La guerra del GAS
Domenica 12 ottobre la situazione in Bolivia è definitivamente precipitata. La repressione congiunta di esercito e forze di polizia
ha causato in sole 24 ore la morte di nove persone. L'epicentro degli scontri più violenti
è stato la cittadina di El Alto, non lontana dalla capitale La Paz, che si preparava intanto a nuove mobilitazioni e all' accerchiamento dei contadini aymaras. Il governo ha militarizzato l'intera zona intorno a El Alto, affidando all'esercito il compito di reprimere violentemente i blocchi stradali,
i cortei e le manifestazioni popolari.
Il presidente Sanchez de Lozada è stato più volte vicino al ricorrere
al fantasma del colpo di stato, mentre preferiva accusare le organizzazioni mobilitate di "cospirazione". Nelle stesse ore spuntava l'ipotesi di una regia repressiva del governo
boliviano in collaborazione con le forze armate cilene.
La cosiddetta "guerra del gas", proclamata in primis dalla neonata la Coordinadora del Gas è scoppiata nel contesto di agitazioni nazionali provocate dai piani del Presidente, "el gringo" Sánchez de Lozada, di cedere le risorse di gas ad alcune imprese internazionali, per poi esportarlo principalmente verso Stati Uniti e Messico. Dunque dopo lo sciopero generale illimitato convocato dalla Central Obrera Boliviana e le mobilitazioni di minatori, cocaleros, campesinos e settori sociali in lotta, l'assedio al presidente per la difesa delle risorse nazionali e contro le sue politiche neoliberiste economiche e sociali si è fatto sempre più deciso, come le
risposte repressive del Governo.
Il fronte d'opposizione ai progetti di privatizzazione e alla cessione delle risorse di gas ad imprese multinazionali, portati avanti dal Presidente della Bolivia "Goni" Sanchez de Lozada, nonostante la sanguinosa repressione incontrata è cresciuto sempre più dopo che
alla Coordinadora del Gas e ai contadini e ai cocaleros si sono uniti anche i lavoratori della Central Obrera Boliviana.
Tutti insieme hanno dato vita per due settimane a blocchi stradali e scioperi, mantenendo il livello dello scontro sociale nel paese altissimo, soprattutto attraverso l'ormai classica strategia boliviana del Bloqueo de caminos.
La protesta del popolo boliviano non è solo scagliata contro l'obbiettivo di svendere le risorse nazionali ma anche contro le politiche neoliberiste del governo naionale, in nome della realizzazione dei 72 punti
previsti dall'accordo preso con il governo nazionale nel 2001.
La Bolivia è il secondo paese, dopo il Venezuela, con maggiori riserve di
gas: un gran bottino per chi intende controllare e impadronirsi delle risorse
naturali del paese. Chi in passato voleva impossessarsi dell'acqua boliviana ha incontrato una resistenza popolare imbattibile intorno alla zona di Cochabamba.
Ieri era l'oro e l'argento di Potosí, quando i minatori morivano nelle
gallerie e le ricchezze partivano per l'altra parte del mondo. Oggi vogliono andare ancora più lontano e più in profondità, in un paese dove lo scontro sociale è ormai fortissimo da mesi
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>>SOMMARIO FOTO<<
INFO SULLE MOBILITAZIONI: [IndymediaBolivia]-[IndymediaArgentina]-[Bolpress]-[Econoticias]
[Intervista con Peredo, esponente dell'opposizione] - [DOSSIER BOLIVIA]
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PALESTINA RIOCCUPATA |
02/09/2003 |
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Road Map ... to hell!
In un clima infuocato, fatto di violenze e umiliazioni, si e' voluto dar vita alla Road Map, il cosidetto processo di pace per la questione israelo-palestinese, che nei fatti ha voluto dire: costruzione di un vero e proprio muro dell'apartheid, confisca di un altro 16% del territorio palestinese, farse come la scarcerazione di qualche centinaio di detenuti palestinesi, la promessa non mantenuta del ritiro dell'esercito israeliano da alcune città della West Bank, i check-point smantellati agli occhi delle telecamere e ristabiliti nei giorni successivi, la demolizione di prefabbricati in lamiera spacciata per smantellamento di insediamenti israeliani, l'inasprimento delle condizioni dei prigionieri (1 | 2) e l'uccisione mirata di attivisti e leader dei gruppi palestinesi.
Israele nei fatti per tutto questo mese di "pace" ha continuato senza sosta la sua politica di occupazione. Come era prevedibile la tregua annunciata dalla resistenza palestinese si è così definitivamente rotta a causa della rappresaglia israeliana per l'attentato suicida di Gerusalemme. Tutto cio' mentre nel silenzio dei media continua nei territori lo stato di sofferenza e attesa dell'intero popolo palestinese, in barba alle strette di mano, ai sorrisi e ai finti accordi.
Sul Muro dell'Apartheid: report sul muro dell'apartheid | Mappa del Muro - mappa interattiva | Approvata la costruzione del Muro nel sud della Cisgiordania | Report di Amnesty International sulle conseguenze del muro
Storie di Muro e Apartheid: villaggio di Nu'man (area di Betlemme) - (aggiornamento, report di B'Tselem) | Qalqilya | Nazlat 'Isa (Tulkarem) | Kifl Hares (vicino alla colonia di Ariel) | Mas'ha (a sud di Qalqiliya) | Faroum | Hebron | Jubara | Iabna
Voci contro il Muro: Firma la Petizione contro il muro dell'Apartheid | Campagna Internazionale contro il Muro | Appello per una giornata Internazionale contro il muro dell'Apartheid
Aggiornamenti:
13.10: ISM a Nablus | Jenin | da Ha'Aretz | report bambini palestinesi detenuti
09.10: Al-Haq: Danni creati dal muro di separazione ai residenti palestinesi | CPT Hebron: lettera aperta al presidente Bush | MO: riflessioni della delegazione CPT
27.09: Milano: presidio con corteo per la Palestina
26.09: Aggiornamenti | Roma: assemblea cittadina | Palermo: mostre fotografiche, proiezioni video e discussione sulla campagna contro il muro
25.09: Raccolta di news di un'altro giorno di occupazione... | Israele: 27 piloti si rifiutano di compiere omicidi mirati in Palestina
Aggiornamenti precedenti: 16-24 settembre | 1-15 settembre | 5-29 agosto
Approfondimenti: IMEMC | ISM | TMCrew | SCI | Indy Israel | il muro dell'Apartheid | l'importanza dell'esclusione di Arafat | corrispondenze da Tel Aviv
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REPRESSIONE IN COLOMBIA |
07/10/2003 |
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Repressione in Colombia
Nella regione dell’Arauca una
gigantesca operazione militare sta portando all’arresto di
decine di militanti e responsabili di associazioni contadine,
sindacati, comitati di difesa dei diritti umani. Sono stati emessi mandati di cattura a rappresentanti di associazioni che avevano
partecipato ai Social Forum e alle iniziative europee in solidarietà con
la Colombia. L’Arauca è una delle tre regioni definite "ZONE SPECIALI
DI RIABILITAZIONE" - zone definite come "compromesse da azioni di gruppi criminali" e comandate da un militare che ha potere di "attuare degli sfollamenti forzati, procedere alla detenzione e ordinare la perquisizione di tutta la merce trasportata".
Durante la settimana di ferragosto nelle regioni del
Sucre e del Tolima sono state arrestate centinaia di persone. E' la dottrina del presidente Uribe
Velez: fascistizzazione della società, criminalizzazione delle
opposizioni sociali, distruzione delle lotte.
E intanto la risposta
della Coca Cola alla campagna internazionale di boicottaggio non si è fatta attendere: un nuovo attentato e' stato compiuto dai paramilitari nei confronti di un dirigente sindacale che fu tra i primi a presentare le accuse contro la coca cola a Miami.
Aggiornamenti: Rapito figlio sindacalista
Approfondimenti: nuncamas
- sinaltrainal - tmcrew - IMColombia
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STATO D'EMERGENZA IN PERU' |
28/05/2003 |
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L'emergenza di Toledo
Lo sciopero non piace ad Alejandro Toledo. Con un discorso alla nazione allo scoccare della mezzanotte del 28 maggio, il presidente peruviano ha infatti annunciato che il Perù è ufficialmente, per un periodo di 30 giorni, in Stato di
Emergenza. Un'emergenza che, oltre ad essere assolutamente inconcepibile, vede la sospensione dei diritti costituzionali individuali e l'occupazione militare di zone strategiche del paese come la Plaza dos de Mayo di Lima, dove si trova la sede centrale della Confederazione generale dei lavoratori del Peru'(Cgtp), il principale sindacato del paese.
In un clima dittatoriale, con blindati e truppe ad ogni angolo del paese, la situazione si profila ancora più delicata, dopo l'uccisione di quattro studenti universitari.
Questa assurda repressione arriva dopo le decisioni dell'intera categoria dei coltivatori di inoltrare il loro sciopero per un periodo di tempo indeterminato, finchè il governo non decide di ridurre i tassi di imposta delle entrate su riso, zucchero e cereali che, insieme al cotone, rappresentano i prodotti più esportati dal Perù. Ai coltivatori si uniscono 300.000 insegnati della scuola pubblica in sciopero ormai da 16 giorni che chiedono l'aumento salariale.
.:Aggiornamenti:.
17.06 - Controllo militare ristretto a 4 distretti su 24
13.04 - Azione diretta contro l'ambasciata peruviana a Montevideo
12.07 - Sindacato insegnanti sospende lo sciopero
10.06 - Toledo minaccia licenziamenti in caso di mancata sospensione dello sciopero
05.06 - OMCT sollecita un'interruzione dello stato d'emergenza
03.06 - Cronaca del corteo del CGPT [1] [2] | Foto
02.06 - Ferito gravemente un insegnante in sciopero
01.06 - Il CGTP convoca una giornata di protesta
30.05 - Denuncia dei massacri | Altra giornata di scontri | Cronaca dell'uccisione di 2 studenti e degli scontri odierni
29.05 - Sbloccata l'autostrada panamericana | 90 fermi, 40 feriti, 4 morti | Foto
28.05 - Scontri tra polizia e manifestanti [1] [2] | Foto
Approfondimenti: dal Perù | Appello per i diritti umani | L'incapacità di Toledo | La risposta del Movimento Raìz | il manifesto
Info: Indymedia Perù | Clajadep
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