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21/04/2004

NUOVI ESERCITI 17/04/2004

Eroismo nazionale

Eroi nazionali? La televisione Al Arabya ha mostrato il 26 aprile un video delle Brigate verdi nel quale si chiedeva agli italiani di scendere nelle strade a protestare contro il governo per la presenza in Iraq come condizione per liberare i quattro ostaggi. La manifestazione, accolta da opinioni contrastanti, c'è stata, ma sembra improbabile che fosse questa l'unica condizione richiesta. Intanto la guerra diventa sempre più violenta e Falluja viene distrutta dalla furia omicida dell’esercito americano. Ma la battaglia deve sembrare un'operazione di pace, così come chi vi partecipa deve apparire un eroico combattente, anche se in realtà sta lavorando per tutt'altri obbiettivi. Gli ostaggi per esempio appartenevano ad una categoria particolare di nuove figure della guerra, il cui numero sta progressivamente aumentando rispetto a quello dei soldati di ruolo. Come loro, ce ne sono decine di migliaia. Lavorano per oltre 400 aziende che vengono utilizzate sia per gli eserciti, sia per privati. Molto spesso sono ex militari e la loro esistenza viene resa nota solo nel momento in cui sono vittime di attentati o rapimenti. Sono le guardie private, un esercito semi-sconosciuto di guardie del corpo sceso in campo all'indomani della dichiarazione di Bush che sanciva la fine della guerra in Iraq. Provengono da decine di Paesi diversi e alle loro spalle hanno un plotone di multinazionali che, nutrendosi di appalti e contratti vinti, pone la sua longa manus sul futuro dell'Iraq. Alcune di queste, come la Blackwater Security Consulting, o la Dts Security, o ancora la Presidium international, azienda italiana per cui prestava servizio uno dei quattro italiani rapiti e che è coinvolta anche nei progetti di ricostruzione, "schierano" fino a due guardie personali per ogni lavoratore/lavoratrice civile iraqeno/a. Il costo della sicurezza del personale inviato in Iraq (raddoppiato negli ultimi sei mesi) raggiunge adesso il venti per cento del totale dei contratti vinti: un fardello non previsto dalle aziende, che potrebbe raggiungere da solo i quattro miliardi di dollari di costi. Mentre la tensione tra la popolazione e gli occupanti si fa più alta di giorno in giorno, il futuro di un Paese distrutto dalla guerra sembra essere in mano ad un esercito di guardie, il più delle volte armate, assoldate da multinazionali estere: in una parola, mercenari.

.: L'universo delle guardie private in Iraq
.: Indagate le italiane Presidium International e IBSA
.: Abusi e violazioni dei soldati americani in Iraq
.: Tecniche d'interrogatorio USA
.: Torture USA ad Abu Ghraib
.: "Liberatori" in azione 1, 2, 3

PALESTINA 15/04/2004
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La Palestina è solo un effetto ottico

A poche settimane dall'omicidio extragiudiziario del leader di Hamas Yassin, Ariel Sharon è volato a Washington per ricevere da Bush la benedizione del suo piano unilaterale. Il presidente americano ha dichiarato che la definizione dei confini di un futuro stato palestinese dovrà tenere conto delle "nuove realtà" esistenti nella regione, riferendosi agli insediamenti israeliani nei Territori Palestinesi Occupati, e per questo non sarà possibile mantenere i confini sanciti dalle risoluzioni Onu. Sharon ha infatti ottenuto il via libera perché il Muro sia costruito in modo da annettere a Israele anche Ari'el e Ma'ale Adumim, i due principali insediamenti della West Bank (vedi mappa in PDF), creando di fatto una separazione tra il nord e il resto della Cisgiordania, oltre che un ulteriore latrocinio di terra palestinese. Bush ha inoltre negato il diritto al ritorno, se non in un futuro stato palestinese, per i quasi quattro milioni di rifugiati che da decenni vivono nei campi profughi in Libano, Giordania e Siria. Giudicando il piano di ritiro unilaterale una scelta "coraggiosa e storica", ha inoltre ribadito il diritto di difesa di Israele, ricordando che il Muro è soltanto una "misura temporanea". Da 5 milioni di dollari per chilometro.
Sono ripresi in questi giorni, dopo la pausa per la Pasqua ebraica, i lavori per la costruzione del Muro dell'Apartheid e con essa sono riprese le manifestazioni nonviolente nei villaggi palestinesi da parte degli abitanti, dei pacifisti israeliani e degli attivisti internazionali. E mentre a Washington si discuteva dell'evacuazione delle colonie di Gaza, nel sud della Striscia l'esercito israeliano è penetrata in forze nel campo profughi di Rafah, a ribadire che l'abbandono di quei territori è solo una "amara concessione" di Israele e non una sconfitta dell'esercito.
L'amichevole dichiarazione di Bush è un ulteriore schiaffo a chi crede ancora nella realizzabilità di accordi come la Road Map e nella volontà da parte del governo israeliano di rinunciare a ciò che ha preso con la forza nel silenzio generale e con il tacito accordo degli Stati Uniti, violando i diritti umani del popolo palestinese e negando loro lo stesso diritto ad esistere.

::Aggiornamenti::
23.04: 19 morti a Beit Lahia (Striscia di Gaza) | El Pais intervista Arafat
22.04: campo profughi al Fawwar (sud di Hebron)
18.04: Proteste contro il Muro a Biddu: un morto
16.04: Ancora manifestazioni a Biddu
14.04: Azione contro il muro a Biddu, l'esercito israeliano spara
13.04: Manifestazione a Ni'lin

::Approfondimenti::
Stop the Wall Campaign - ita | Mappa del Muro [PDF]

precedenti features: Contro il Muro | Rachel: morta per "incidente" | Refusenik
WHERE IS IRAQ? 07/04/2004
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Tornano le stragi dell'Italia coloniale

A un anno da quella che e' stata spacciata come la *fine* della guerra [ 1 ] in Iraq, decine di civili vengono uccisi a Najaf, Bassora, Nassiriya, Baghdad, Falluja... protagonisti di questa ulteriore serie di assassinii: i mercenari [ 1 ] [ 2 ] della coalizione, fra i quali la truppa degli italiani mandati nel nome di una *missione di pace* a far la guardia al petrolio di Nassiriya, affinché l'Eni veda aumentare il valore delle proprie cedole azionarie. Intanto, in Italia, le prime donne della politica fanno sparire magicamente il milione e piu' di pacifisti scesi in piazza per chiedere il ritiro delle truppe italiane.

Dopo un finto tentativo di mediazione fatto nei giorni scorsi da Barbara Contini, da poco nomitata governatore della provincia di Dhi Qar, i bersaglieri hanno 'sedato' le rivolte di poveri, affamati, disoccupati e manifestanti scesi in piazza, sparando sulla folla e uccidendo 15 persone tra cui una donna e due bambini.
Alcune proteste hanno avuto come teatro Najaf, dopo l'arresto [ 1 ] di un esponente della comunità sciita, assistente del piu' noto Sayyed Muqtada Sadr, direttore di un settimanale chiuso dalle truppe di occupazione.
Ma molte sono le rivolte che ogni giorno coinvolgono studenti, quelli che tentarono di salvare le biblioteche e i musei saccheggiati un anno fa, e l'intera popolazione allo stremo -sciita o non sciita-, in ogni città irachena. Neanche la dura reazione dei militari è riuscita a fermare le proteste contro l'occupazione di USA e amici (con l'Italia fra i più intimi) .
Nei giorni precedenti si erano avuti scontri anche a Bassora tra militari inglesi e disoccupati, con un dimostrante ucciso. Due giorni prima i seguaci di Al Sadr avevano occupato il palazzo del governatore.
Preoccupante la situazione a Falluja, dove erano stati uccisi 4 mercenari americani, accerchiata ormai da giorni dall'esercito U.S.A (che ha attaccato anche le zone residenziali e bombardato una moschea), e senza acqua né medicinali [ 1 ] [foto].

Giornali e tv, intanto, a fronte dei crimini ingiustificati commessi dall'esercito nei confronti di tanti civili scesi in piazza per chiedere la fine della guerra, il diritto all'autodeterminazione, la fine della occupazione dei loro territori, falsificano la realtà, nel tentativo di suscitare la commozione per i militari feriti: e allora si parla di rivoltosi sciiti che si fanno scudo di donne e bambini piuttosto che dire che i bersaglieri italiani hanno sparato sui civili.
I nostri militari sempre e solo eroi sui quali si sprecano fiumi di lacrime patriottico-nazionaliste, utili a giustificare il governo mentre demonizza i pacifisti.

In italia, nel frattempo, gli "invisibili" organizzano più iniziative per chiedere il ritiro immediato delle truppe in iraq.

Mobilitazioni: Roma [1] [passaparola con gli sms] | Torino [1] [2] [3] | Napoli | Padova | Milano | Trieste | Firenze | Empoli

Appelli :: Emergenza medicine! | Occupation Watch Center di Baghdad
Report dall'Iraq :: 07/04 [1] [2] * 08/04 [1] [2] * 09/04 [1] [2] * 10/04 [1] [2] [3] *12/04 cecchini e cluster bomb

Report e foto delle iniziative Alba (CN) |

Comunicati: Un ponte per... | Cobas | Mondodisotto | soccorsopopolare | Comitato Napoletano | Network antagonista torinese | Ya Basta - Milano | Comitato fermiamo la guerra - Firenze | Occupation Watch Center Baghdad

Altre notizie :: I riservisti che si rifiutarono di combattere una guerra sbagliata | Appello per mobilitazioni contro la guerra negli Stati Uniti | La nuova resistenza e la democrazia degli ipocriti
ITALIANI NEL MONDO 11/11/2004
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Benetton prepara un nuovo sgombero in Patagonia

Nella Patagonia argentina, il furto delle terre e la repressione del popolo Mapuche, gli abitanti nativi di questa regione, non sono mai finiti. A piu' di un secolo dall' inizio della conquista da parte dello stato argentino, la Patagonia è sempre stata una torta succulenta che i capitali stranieri, in collaborazione con la classe dirtigente nazionale, non hanno mai smesso di dividersi. Tra i nuovi latifondisti della regione, imprenditori stanieri e personaggi dello spettacolo attratti dalla moda liberista e dalle privatizzazioni degli anni '90, spicca il nome di due italiani: Carlo e Luciano Benetton. Forse più famosi nel mondo per le campagne pubblicitarie a favore di "cause nobili" che per i metodi disumani e coloniali con i quali gestiscono i loro affari, i fratelli Benetton sono oggi il più grande proprietario terriero in Argentina con 900.000 ettari (un area equivalente a 900.000 campi da calcio) della ricca e fertile Patagonia. Con il 9% delle terre piu' produttive della regione, i loro possedimenti sono 40 volte la dimensione della capitale argentina, Buenos Aires, che è la seconda città più grande in America Latina. La storia di questa fortuna non si discosta dalla tradizione di repressione e negazione del diritto all'esistenza che i popoli Mapuche hanno subito negli ultimi due secoli. Gli ultimi a finire nel mirino degli interessi del gruppo Benetton sono un gruppo di 8 famigle che hanno l'unica sfortuna di abitare un ettaro di terra che i Benetton vorrebbero aggiungere alle centinaia di migliaia che già possiedono in Patagonia. Dopo la storia della famiglia Curiñancos, questa volta 50 persone e una scuola frequentata da 18 bambini rischiano di essere sgomberati, senza che gli venga fornita una valida alternativa abitativa, per lasciare posto ad un attività turistica che i Benetton, con la collaborazione del governo della regione, vorrebbero impiantare approfittando del progetto di ristrutturazione della linea ferroviaria.

L'ultimo evento che ha mobilitato i Mapauche si è svolto proprio in Italia, a Roma. Una delegazione si è recata al summit dei premi Nobel per la pace, tenutosi l'11 novembre nella capitale per incontrare Luciano Benetton in presenza del premio argentino Adolfo Perez Esquivel. L'evento risale alla brillante mossa del suddetto espropriatore, che ha generosamente ceduto 2500 ettari della Wallmapuche (Terra Ancetsrale dei Mapuche) dei 970 mila che possie. Questa regione, il predio Santa Rosa, nel 2002 era stata oggetto di litigio tra le famiglie Mapuche e Benetton. Quest'ultimo decise di offrirla a Perez Esquivel, invece che direttamente ai legittmi proprietari, qualificandolo come "Garante di riconosciuta integrita'", chiedendogli che la "unità produttiva" fosse destinata all' uso che lui ritenesse più opportuno a favore della popolazione indigena.
La delegazione 11 Ottobre, recatasi in Italia, ha posto come condizione che nell'incontro si parli in termini di restituzione e non di cessione

Approfondimenti:
- "Specchietti colorati", la risposta a Federico Sartor, direttore stampa del gruppo Benetton
- Benetton e il metodo per diventare latifondista [parte II]

Risorse:
- Mappa della provincia di Chubut
- Mappa dell'Argentina
- Indymedia Argentina


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